Bcc dell'Emilia-Romagna: Maggiore proporzionalità nelle regole bancarie

Bcc dell'Emilia-Romagna: Maggiore proporzionalità nelle regole bancarie

Grande partecipazione al convegno per i 50 anni della Federazione regionale. Tra gli ospiti Bonaccini, Zuppi, Patuelli e Gardini.

martedì 26 ottobre 2021

Oltre 130 persone hanno partecipato al convegno “Le banche del territorio e di comunità. Il credito cooperativo una risorsa da tutelare per una economia sostenibile e più equa” dedicato ai 50 anni della Federazione BCC dell’Emilia-Romagna e tenutosi al Savoia Hotel Regency di Bologna nel rispetto delle normative anti-contagio. L’evento è stata l’occasione per ribadire l’importanza del credito cooperativo nel sistema economico e sociale regionale, dove la Federazione associa 9 banche (Banca Centro Emilia, Emil Banca, BCC Felsinea, Banca Malatestiana, La BCC ravennate forlivese imolese, RivieraBanca, RomagnaBanca, Credito Cooperativo Romagnolo, BCC Sarsina) con in aggiunta la Banca di San Marino.

 

“La Federazione in questi 50 anni ha saputo accompagnare le sue banche attraverso i cambiamenti che si sono succeduti, dalla riforma del testo unico del sistema bancario del 1993 alla riforma del credito cooperativo del 2016, che ne ha visto mutare profondamente la natura e la struttura organizzativa – ha detto nel suo intervento Mauro Fabbretti, presidente Federazione BCC Emilia-Romagna. – Le nostre BCC crescono a doppia cifra: i dati della semestrale 2021 presentano una raccolta diretta salita a 15,5 miliardi di euro (+14,3%), gli impieghi a quota 12,5 miliardi di euro (+11%) e un utile che ha superato i 71 milioni di euro. I soci raggiungono quota 138.999 (+2.500) mentre i clienti sfiorano le 700.000 unità. Le banche della Federazione possono contare su 341 filiali e 2.729 dipendenti, con una competenza territoriale del 79% dei comuni”.


“Per assicurare un’ulteriore crescita al credito cooperativo – ha aggiunto Fabbretti - occorre che le Istituzioni europee e italiane prendano definitivamente coscienza della diversità delle BCC, garanti di un pluralismo economico che produce stabilità e genera benessere nei territori. Per questo chiediamo una maggiore proporzionalità delle regole bancarie e delle misure di controllo, che devono tenere conto delle reali dimensioni delle banche. Ci rivolgiamo al Governo e all’Unione Europea affinché sia salvaguardato il pluralismo del sistemo bancario italiano. Non servono regole omologanti valide allo stesso modo per grandi gruppi e piccole BCC. Le istituzioni devono valorizzare e tutelare le banche di comunità che noi rappresentiamo in Emilia-Romagna. Oggi gli adempimenti che le BCC devono assolvere sono del tutto sovradimensionati rispetto ai reali volumi dei singoli istituti: questo genera difficoltà nell’erogazione del credito a imprese e famiglie. Auspichiamo che il PNRR diventi un’opportunità per consentire alle BCC di accompagnare la ripresa economica che il Paese sta vivendo”.

 

“Il credito cooperativo in Emilia-Romagna ha origini chiare e solide innanzitutto nei principi di sensibilità e responsabilità sociali insiti nell’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII – ha detto Antonio Patuelli, presidente ABI (Associazione Bancaria Italiana) – : da essi si sono sviluppate le attività di imprese cooperative molto legate ai rispettivi territori che hanno realizzato competitività, collaborazione e solidarietà in epoche storicamente diverse e complesse. Attualmente la commissione regionale dell’ABI è presieduta da un esponente del credito cooperativo, a testimonianza del pluralismo che rappresenta una forza del nostro settore bancario a vantaggio dell’economia. Dobbiamo insieme lavorare affinché la proporzionalità delle regole bancarie inserita nelle normative europee trovi piena applicazione”.

 

“Le BCC nella nostra regione hanno saputo essere sempre presenti nei territori, anche in quelli definiti marginali, non andandosene ma provando a dare una risposta ai bisogni delle famiglie e delle piccole medie imprese sul tema del credito. I numeri semestrali della Federazione annunciati oggi lo dimostrano – ha dichiarato Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna –. Come Regione, abbiamo coinvolto fin dal 2015 l’ABI e la Federazione delle BCC nel Patto per il Lavoro e il Clima. La nostra Regione sta vivendo una crescita eccezionale, sono numeri importanti e anche complicati da gestire. Lo dovremo fare insieme, con il contributo di tutti, anche delle BCC, per costruire un modello di sviluppo che sia il più possibile sostenibile e solidale”.

 

“La cooperazione rappresenta l’etica del pensarsi insieme, diversa dai modelli economici predatori e individualisti – ha detto l’arcivescovo di Bologna card. Matteo Maria Zuppi nel corso del suo intervento. – Dobbiamo rifiutare la logica secondo cui si massimizza solo il profitto; voi banche di credito cooperativo massimizzate le persone. I problemi sociali, politici ed economici che stiamo vivendo hanno bisogno di soluzioni che mettano al centro la persona e costruiscano un futuro sostenibile. Il ‘noi’ deve diventare più grande di un ‘io’ individuale ed egoista. Papa Francesco ha scritto l’enciclica Fratelli tutti, oggi potremmo dire cooperatori tutti”.

 

“Sostenibilità, equità e innovazione responsabile sono tra gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 e i principi su cui si basa il PNRR, ma sono anche i caratteri distintivi del credito cooperativo – ha detto Maria Giovanna Briganti, vice segretaria generale della Camera di commercio della Romagna –. Celebriamo oggi una lunga storia di valori e radicamento nelle comunità”.

 

“Il credito cooperativo è costituito da banche di territorio e di comunità, che hanno svolto un ruolo fondamentale di tenuta del tessuto economico e sociale durante i mesi più difficili della pandemia e ora rappresentano un punto di riferimento per la ripartenza del Paese – ha affermato Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, nel corso del dibattito –. Le BCC sono un pilastro del sistema economico emiliano-romagnolo, forniscono risposte in termini di credito innanzitutto alle piccole e medie imprese: artigiani, commercianti, agricoltori, enti del terzo settore. Questo è un sistema bancario diffuso, che opera in maniera anticiclica perché non abbandona i territori. Abbiamo tutti il dovere di tutelarlo e valorizzarlo”.