New Horizon: le chiavi di 25 anni di crescita

New Horizon: le chiavi di 25 anni di crescita

Carlo Urbinati racconta la cooperativa riminese che presiede.

mercoledì 19 gennaio 2022

Era il 2 marzo del 1995 quando la cooperativa New Horizon di Rimini apriva i battenti in un’aula, dopo un corso biennale Enaip finanziato dal Fse. Anni di pionierismo, nei quali il movimento cooperativo sociale muoveva i primi passi, istituito dalla Legge 381/91. Il presidente Carlo Urbinati, allora 32enne, ricorda bene quei primi momenti e la sfida che gli si apriva davanti: “Nessuno sapeva se saremmo riusciti a sopravvivere: volevamo dare uno spazio a questi 14 ragazzi svantaggiati, nell’attesa di riuscire a sistemarli singolarmente”.  
Il primo appalto arrivò dal Comune di Rimini: trascrivere i nastri del Consiglio comunale. Poi altri Comuni chiesero lo stesso servizio e la cooperativa si sostenne. “Oggi soltanto l’Acer ci commissiona questo incarico”, sottolinea Urbinati, dal 2020 anche presidente del Csr Consorzio Sociale Romagnolo. Perché sono trascorsi 25 anni, nel frattempo, e New Horizon è cambiata assieme al mondo del lavoro: “A fine anni ‘80 e primi ‘90 comparvero gli antenati dei cellulari e i pc. Era la prima ondata della rivoluzione digitale e noi eravamo lì, pronti a cogliere ogni opportunità di lavoro”. 
È sempre stata questa la forza di New Horizon, racconta Urbinati: non sviluppare un unico settore, facendolo crescere attorno alle competenze dei propri lavoratori, ma ritrovarsi ogni giorno assieme e chiedersi: “C'è questa opportunità di lavoro: si può fare?”. 
I primi anni non sono stati semplici, “ma ci siamo sempre impegnati al massimo. Avevamo capito che era importante anche solo il fatto di esistere e che la cooperativa veniva prima di tutto. Se la cooperativa sopravviveva, allora anche i nostri operatori avevano la possibilità di lavorare”. 
Una volta occupati i primi lavoratori, la cooperativa inizia a crescere, tra ricerca di nuove commesse, passaparola e un pizzico di fortuna: “Non abbiamo un ufficio commerciale, siamo attenti alle gare ma i nostri risultati si basano anche sulle buone relazioni costruite con la qualità dei nostri servizi, che vengono fatti da personale svantaggiato”. Oggi la cooperativa conta 120 dipendenti circa, il 50% appartiene a categorie protette, “ma la percentuale sale se consideriamo le nuove fragilità”. L'ultimo appalto per Hera - consegna kit, spazzamento - ha coinvolto lavoratori nomadi, disabili psichici, fisici, ex tossicodipendenti, ex carcerati. “Un capolavoro sociale, ne siamo orgogliosi”; e i clienti “ci riconoscono la capacità di risolvere problemi, di lavorare bene; premiano la nostra tenacia e la nostra flessibilità: non ci tiriamo mai indietro”. 
Il futuro non spaventa New Horizon. “Adesso viviamo un momento positivo e dobbiamo ringraziare tutte le imprese e gli enti che hanno creduto in noi”. 
La soddisfazione maggiore? “Ancora oggi, quando incontro qualcuno che era con noi i primi tempi, li ricorda come tra i momenti più belli della sua vita professionale: contavano le relazioni e immaginare di costruire qualcosa insieme”. New Horizon continua a farlo tutti i giorni. 
 

Articolo di Riccardo Belotti tratto da In Piazza, gennaio 2022