Anche i cereali soffrono la siccità

Anche i cereali soffrono la siccità

Il Consorzio Agrario presenta i risultati delle sperimentazioni di quest’anno: il calo delle rese c’è stato, ma se verranno confermate le quotazioni attuali il reddito sarà interessante.

lunedì 26 settembre 2022

Si avvicina il periodo della semina del grano, ed è tempo di bilanci per l’annata agricola appena trascorsa. Il Consorzio Agrario di Ravenna da oltre 25 anni effettua sperimentazioni varietali per raccogliere dati sempre aggiornati: “Quest’anno avevamo a confronto 45 varietà di frumento, di cui 25 di tenero e 20 di duro - annuncia il tecnico Claudio Valmori -. I risultati dipendono da vari fattori, tra cui anche la tipologia del terreno, per cui la nostra è una sperimentazione itinerante, tale da sondare vari tipi di suolo e di condizioni colturali. Per lo stesso motivo rileviamo i dati per almeno un triennio, e li incrociamo tra loro”.


Sono diversi gli aspetti che vengono presi in considerazione: produzione (quintali per ettaro); parametri qualitativi (peso specifico, proteine); tolleranza all’allettamento; sensibilità alle malattie fungine; efficacia dei trattamenti; ecc. “Se una varietà conferma buoni risultati per un triennio, facciamo una successiva verifica in campo, e un confronto tra tecnici - prosegue -. Passato anche questo step, si può commercializzare la varietà in modo importante. Come Consorzio Agrario possiamo destinare il grano, oltre che al consumo, anche alla riproduzione, per essere riseminato dai nostri agricoltori nell’anno successivo”. 


Il tradizionale momento in cui questi risultati vengono presentati al pubblico e agli agricoltori è la Giornata del Grano, tornata quest’anno per la 28^ edizione, dopo la pausa forzata dovuta al covid. “È stata molto partecipata - afferma Valmori -. Abbiamo incontrato anche gli studenti delle scuole agrarie, per cui abbiamo allestito dei percorsi didattici che comprendono anche le vecchie varietà, così possono studiarne l’evoluzione nel tempo”.


Tra gli aspetti più rilevanti per la salute delle colture, c’è la resistenza alle malattie fungine. Quest’anno però, complice il clima secco, i funghi sono stati meno aggressivi, e il grano duro (di solito più penalizzato dalle malattie) ha prodotto anche meglio del tenero. “Anche in una annata con bassa pressione di malattie fungine, con corretti interventi in spigatura si è migliorato del 10% circa la produzione delle varietà più sensibili - spiega il tecnico Antonio Allegri -. I problemi principali hanno riguardato la disponibilità idrica dei terreni. È il terzo anno consecutivo in cui le precipitazioni estive sono quasi assenti, e anche il livello dei pozzi è al minimo. Per questo le rese più soddisfacenti sono arrivate dai campi che nel 2020 e 2021 ospitavano colture irrigue, come mais, pomodori o orticole. Le aziende agricole che non hanno previsto colture irrigue a rotazione, invece, hanno sofferto di più”.


La siccità è una condizione che inizia a mostrare segni di cronicizzazione: “Se anche grano e sorgo entrano in crisi idrica, bisogna iniziare a riflettere su un cambiamento serio delle nostre consuetudini - continua -. Tra due mesi dobbiamo partire con la nuova campagna, se a settembre non pioverà i campi saranno secchi e la semina partirà in salita. Se questo scenario diventerà abituale, l’agricoltura sarà praticabile solo potenziando le infrastrutture per la distribuzione dell’acqua”.


Nonostante il calo produttivo, l’aumento dei prezzi sul mercato - un trend già avviato prima del conflitto russo-ucraino, e ora ancora più evidente, come del resto per tutte le materie prime - ha garantito buoni redditi agli agricoltori. “L’anno scorso abbiamo avuto record produttivi, quest’anno si è calato un po’ ma i prezzi attuali ci hanno premiato. Per il futuro staremo a vedere - conclude Allegri -, con il Consorzio faremo il massimo per aumentare le rese ed essere sempre al fianco dei soci e degli agricoltori”.