La parola ai cooperatori e alle cooperatrici

La parola ai cooperatori e alle cooperatrici

Gli interventi ascoltati durante l’ultima Assemblea annuale di Confcooperative Romagna che si è tenuta a Ravenna l’8 ottobre scorso.

lunedì 14 novembre 2022

Durante l’assemblea annuale di Confcooperative hanno preso la parola alcuni cooperatori e cooperatrici. In ogni intervento è stato espresso grande cordoglio per le persone di Cuore 21 che hanno perso la vita nell’icindente stradale delle scorse settimane.

Il dibattito è stato anche un’occasione di riflessione comune in cui la platea ha potuto ascoltare le istanze della base sociale. I temi trattati sono stati tanti: dalla difficoltà di reperire personale alla crisi energetica, dall’inclusione ai contratti nazionali.

Di seguito viene riportato un sunto di ogni intervento.

 

Mirca Renzetti - La Formica

“Ci vuole coraggio a essere ottimisti in un periodo di crisi come questo, che arriva dopo una pandemia che ci ha messo a dura prova. Eppure è nostro dovere provare a esserlo.

Abbiamo bisogno di rinsaldare le relazioni con le istituzioni e tra le cooperative. Solo riprendendo il principio di cooperazione tra cooperative riusciremo a far fronte a questa crisi economica, sociale e ambientale. È un nostro dovere verso le nuove generazioni, non possiamo accantonare il tema ambientale per affrontare le criticità contingenti. Dalle criticità ne usciremo, e lo faremo rinsaldando la solidarietà e dando valore al nostro ruolo sociale. Non dobbiamo accantonare ciò che abbiamo appreso con la pandemia, dobbiamo fare rete e avere coscienza ognuno del proprio ruolo: questo a beneficio di tutti noi, senza lasciare indietro nessuno, specie i più fragili, che ora sono all’angolo e hanno paura.

Il tema di questa assemblea, ‘Genere e Generazioni’, mi tocca da vicino, sono una rappresentante giovane e donna, che da qualche mese ha l’onore di rappresentare la Federazione. Questo è un messaggio giusto e coerente che è stato voluto mandare. Si guarda al futuro solo se si investe sui giovani, mettendoli in condizione di assumersi responsabilità”.

 

Andrea Sangiorgi - Giovani Imprenditori Confcooperative Romagna

“Questa assemblea ci tocca profondamente per la situazione di crisi che stiamo vivendo in questi anni, e che vede le giovani generazioni tra quelle più colpite. La cooperazione è intergenerazionale per sua natura, dobbiamo incentivare questo scambio e far crescere le persone, i giovani. Un primo passaggio è stato fatto in Romagna, altri se ne possono fare nei prossimi anni, lo auspichiamo. Perché questo avvenga, il movimento cooperativo deve investire sui giovani, accompagnarli, formarli. Quando oggi parliamo di transizione, innovazione, sostenibilità, di giovani, spesso parliamo di futuro. Invece dovremmo parlare di presente.

Un tema molto sentito in Italia è anche la crisi demografica. Siamo destinati, guardando i dati, a scomparire se non facciamo qualcosa. La verità è che le condizioni sociali ed economiche esistenti non mettono le nuove generazioni in condizione di fare figli. Il sistema cooperativo deve essere di supporto in questo. Come associazione Giovani Imprenditori di Confcooperative Romagna abbiamo fatto molto in questi anni per sensibilizzare su questo tema, anche a livello internazionale. Abbiamo partecipato a tanti eventi, ci stiamo prodigando per lavorare anche in ambito di Alleanza delle Cooperative.

Chiudo con una considerazione: sento dire che nei periodi di crisi solo le aziende grandi resistono. Non possiamo accettare questa teoria, la diversità e la vicinanza ai soggetti più fragili è ciò che ci contraddistingue come cooperazione. Sarà nostro compito far sì che nessuna cooperativa resti indietro, dobbiamo andare avanti tutti insieme”.

 

Matteo Guaitoli - Mpda Girasole

“Confcooperative ha dato a questo incontro annuale il titolo di ‘Genere e Generazioni’, indicando la valorizzazione delle diversità come uno strumento utile allo sviluppo. A partire da questo spunto, vorrei indicare tre priorità per i prossimi, difficili anni che ci aspettano; la prima è valorizzare e custodire le piccole cooperative. Affinché ciò avvenga dev’esserci un patto di co-responsabilità: da una parte Confcooperative dovrà aiutarle a fare rete con altre realtà del territorio, dall’altra parte le stesse cooperative dovranno sposare questa scelta e lavorare insieme.

Seconda priorità, i territori. Non dobbiamo dimenticarci dei singoli territori, dobbiamo mantenere alta ed efficace la rappresentanza di ogni realtà locale.

La terza priorità sono i nostri soci lavoratori, linfa delle nostre attività. Anche loro passeranno un periodo difficile e noi come sistema abbiamo il dovere di non lasciarli soli. Se, come auspichiamo, il nuovo Governo destinerà dei ristorni alle cooperative, potremo riservarne una parte ai lavoratori.

Ci sono, infine, due preoccupazioni che vorrei condividere. La prima riguarda la scarsa considerazione che l’ente pubblico rivolge alla cooperazione sociale, riservandovi sempre meno appalti: qui la voce di Confcooperative sarà fondamentale. La seconda preoccupazione è per il sistema educativo privato. Le scuole paritarie cattoliche sono oggi in difficoltà e pur essendo un servizio non remunerativo non possiamo esimerci dal sostenerle.

Sento dire che nei periodi di crisi sopravvivono solo le migliori aziende e quelle marginali vengono espulse dal mercato. Noi non possiamo accettare questa modalità, per noi la diversità e la solidarietà sono valori imprescindibili e nessuno va lasciato indietro”.

 

Sauro Bettoli - Arco Trasporti

“Oggi si è parlato di inclusività e devo ammettere che la cooperativa che rappresento va in tutt’altra direzione, perché conta un numero di socie donne pari a zero, anche in cda. Purtroppo la presenza femminile nel mondo dell’autotrasporto è molto rara, e oggi lo è anche quella maschile. Facciamo fatica a trovare autisti, i giovani non si avvicinano a questa professione e la responsabilità principale è nella burocrazia, tutto il resto viene dopo.

Mi aspettavo che qualcosa si muovesse per cercare di ridurre la burocrazia, per provare a rendere la nostra categoria un po’ più attrattiva anche per le nuove generazioni. Invece è stato fatto poco o niente. Un Paese che non si cura dell’autotrasporto è un Paese che non si vuole bene. Mi aspetto un’organizzazione forte che sappia interpretare i nostri bisogni”.

 

Marco Ragazzini - Medicoop

“Sono un medico, presidente di una cooperativa medica e connesso a Federsolidarietà. Ascoltando gli interventi di oggi mi sono sentito in dovere di fare una riflessione: c’è un forte collegamento tra ciò che voi cooperative sociali fate e ciò che poi si riverbera sul sistema sanitario. Solidarietà e sanità sono due aspetti dello stesso insieme, tutto ciò che non viene erogato sotto forma di solidarietà ricade sul sistema sanitario. Ogni persona fragile che non viene accompagnata, sarà una persona malata.

Il Covid è stato terribile per le cooperative sociali ma quello che sono riuscite a fare è stato importantissimo. Lo Stato parla di rimborsare le spese psicologiche alle persone non fragili, che va benissimo, ma pensiamo ai disagi che ha subìto una persona fragile, con disabilità, con autismo. Ha bisogno di ricostruire il suo mondo ben oltre i colloqui con uno psicologo. Ciò che mi stupisce è che non si stia parlando di ristori per il sociale, visto che arriveranno anche dei costi immensi per l’energia, il riscaldamento, eccetera. Pensiamo anche alle residenze per anziani, che hanno spese molto alte. Ogni ritardo in questi aiuti si trasformerà in costi dieci volte maggiori, da un punto di vista sanitario. È un investimento, non una spesa”.

 

Antonio Buzzi - Consorzio Solco Ravenna

“Dati Istat alla mano, le famiglie nel 2023 pagheranno in media 3000 euro in più. Sono i nostri soci, i nostri lavoratori. Quanti di loro non riusciranno a trovare queste risorse agevolmente? Le cooperative si trovano nelle stesse condizioni. Il sistema è già in grave sofferenza, gli interventi e gli aiuti servono ora, servivano ieri. Se teniamo aperti i nostri servizi socio-sanitari non è perché ci conviene, è perché sono necessari alla comunità. Siamo sottodimensionati, abbiamo bisogno di personale e non si capisce perché le Università continuino a tenere il numero chiuso nei corsi di laurea a indirizzo sanitario. Le risorse ci sono, le stiamo disperdendo per trovare personale all’estero, investiamole invece per formare i nostri giovani.

Nonostante le difficoltà siamo chiamati a guardare al futuro. Il Covid ci ha insegnato che nelle difficoltà ci si salva solo uniti. Potremo farcela solo se metteremo a frutto la nostra capacità di fare rete, a livello intersettoriale. La rappresentanza sarà essenziale per darci una mano, penso al partenariato pubblico-privato, al dialogo con i sindacati che ci chiedono di alzare gli stipendi al personale e abbassare i costi dei servizi: le due cose sono incompatibili, bisogna decidere su cosa puntare. Dobbiamo potenziare i servizi domiciliari e le comunità, snellire la burocrazia, valorizzare l’inclusione. Siamo in una società che purtroppo esclude, invece la diversità va considerata come una risorsa, come fanno le cooperative di tipo B: un sistema che nel mondo ci invidiano e che invece è messo in discussione nel suo contratto collettivo proprio qui, in questa regione, dov’è nato.

È ovvio che per fare tutto questo servono risorse. Il nostro sistema sociale non produce ricchezze, la ridistribuisce. Occorre cercare queste risorse, il cuneo fiscale è lo strumento giusto per retribuire di più le professioni senza far crescere l’inflazione. Ci sono extra-profitti ingiustificati che rimangono concentrati nelle mani di pochi, dobbiamo chiedere al nostro sistema politico di andare a recuperare quei crediti e usarli come si conviene”.

 

Aristide Castellari - Agrintesa

“C’è stata una battaglia importante per le rese nei nostri campi, l’abbiamo portata a casa grazie alla rappresentanza a Roma, dove abbiamo difeso il reddito dei nostri soci cooperatori. Di battaglie ce ne sono altre, oggi principalmente ne abbiamo davanti due, oltre ai cambiamenti climatici: il fabbisogno di manodopera, che ci vede sguarniti nelle campagne, e il costo dell’energia, che ci mette in ginocchio. Servono aiuti, agevolazioni al credito d’imposta, misure che ci vengano incontro e diano ossigeno alle nostre aziende, ai produttori. Altrimenti a vincere sarà lo scoramento, ci sono già ruspe all’opera per espiantare frutteti che non verranno più ripiantati. C’è un’altra questione su cui vorrei puntare l’attenzione: la nuova politica ‘ambientalista’ del farm to fork. Si vuole imporre una riduzione dei fitofarmaci del 62% e questo non metterà più nelle condizioni di produrre frutta, che già oggi produciamo con il massimo dell’attenzione. Non usiamo i fitofarmaci con leggerezza, anche perché hanno un costo molto elevato. La nostra frutta è sana e buona per il consumatore. Noi siamo i primi a salvaguardare l’ambiente in cui lavoriamo, piuttosto chiediamo di investire nella ricerca, superando ogni freno ideologico. Le alternative ci sono, rendiamole accessibili. Impegniamoci a difendere una filiera sana, anche per il futuro”.

 

Andrea Galli - Nuova Edilspada

“Rappresento una cooperativa edile e siamo in grave difficoltà, abbiamo oltrepassato il momento dell’emergenza. Non troviamo materiali, manodopera, trasporti. Nessuna impresa accetterà di fare appalti ai prezzi che ci sono oggi. Non siamo in condizione di lavorare, di programmare.

Vogliamo essere ottimisti e andare avanti, anche perché il problema è trasversale e comune a tutti. Ci vogliono amministrazioni che supportino, scuole edili che formino personale qualificato, anche dall’estero. Le persone che arrivano in Italia vanno considerate come una risorsa”.

 

Bruno Piraccini - Orogel

“I problemi sono già stati evidenziati, mi preme sottolineare un aspetto: quello del ruolo che le nostre cooperative hanno in un momento così drammatico. Siamo in prima linea, abbiamo il compito di dare l’esempio e di essere protagonisti, coinvolgendo in modo totale le nostre attività e la nostra filiera. Dobbiamo mettere tutti in condizione di farcela, trovare le forze per superare questo momento. Per questo è necessario rinsaldare la coesione nel movimento, tra cooperative dello stesso settore e tra cooperative di settori diversi. Solo se lavoriamo insieme, con coesione e collaborazione, possiamo dare quel contributo importante che serve al Paese e garantire la nostra sopravvivenza. Occorre responsabilità, da parte nostra ma anche da tutte le istituzioni, dallo Stato, dalla politica. Non serve competere, serve coesistere”.