Sostenibilità e progetti green, le nuove sfide strategiche di Orogel

Sostenibilità e progetti green, le nuove sfide strategiche di Orogel

In collaborazione con l’Università di Trieste il Gruppo sta realizzando un nuovo studio sul microbioma dei terreni.

lunedì 17 aprile 2023

Dopo più di 50 anni, Orogel pone ancora al centro la campagna, con l’obiettivo di continuare ad assicurare quel prodotto di qualità che lo ha reso primo produttore nazionale di vegetali surgelati. Sostenibilità e progetti green diventano le nuove sfide strategiche (il piano di investimenti triennale è da 100 milioni di euro) che racchiudono il lungo percorso iniziato quando le prime cooperative diedero vita al Gruppo. Oggi è un percorso ampliato nella declinazione della ricerca e dell’innovazione.

Andando ai numeri, Orogel commercializza 143.550 tonnellate di prodotto, ha un fatturato consolidato di 302,4 milioni di euro, 2182 dipendenti, di cui 1200 solo a Cesena, 3 stabilimenti produttivi per il surgelato (Cesena, Policoro e Ficarolo) 5 magazzini attivi per il fresco, 1610 soci che coltivano in campo aperto con sistemi di produzione integrata, residuo zero e biologico, 9256 ettari di superficie coltivata. Numeri importanti e politiche ambientali altrettanto significative, rivolte a tutti i settori della filiera produttiva (dati 2021).

Il presidente Bruno Piraccini racconta il percorso verso la sostenibilità e un’agricoltura innovativa: “Stiamo realizzando uno studio sul microbioma del terreno con l’Università di Trieste - esordisce -. È una nuova frontiera che parte dall’attenzione al suolo e ai microorganismi che vi abitano. Anche sul versante dell’irrigazione abbiamo progetti innovativi che monitorano il bisogno di acqua delle coltivazioni e delle piante e consentono un risparmio importante”.

Analogamente, Orogel ha attivato un’attenta pianificazione del contenimento dell’energia ottenendo un’importante riduzione delle emissioni per tonnellata di prodotto: in 10 anni si sono ridotte del 20%.

“Occuparsi sempre di più della campagna è un’esigenza che nasce anche da una preoccupazione: temiamo molto gli scenari internazionali di carenza di cibo, sia per fattori ambientali e climatici, sia per dinamiche dell’uomo - prosegue Piraccini -. C’è un’imprenditoria agricola che si sta sgretolando in un orizzonte globalizzato e si stanno imponendo mondi molto diversi che non consentono di contare su una competizione alla pari. Oggi abbiamo bisogno più che mai di un’imprenditoria di nuova generazione. Per questo stiamo sperimentando un modello, forse inusuale, che però potrebbe essere esteso con successo. Non basta più essere buoni fornitori di buoni prodotti, il futuro richiede in campagna alta specializzazione, se si vogliono prodotti sani e di alta qualità. Per questo Orogel ha acquistato un podere di 21 ettari, 10 con impianti a frutteto, da affidare, quando sarà in produzione, a imprenditori agricoli. È un progetto a sostegno di giovani che vogliono lavorare in agricoltura. Potrebbe essere il modello del futuro”.