ORGANI

Un milione e mezzo per contrastare il caro energia, 100 mila euro per sostenere le startup che intendono valorizzare le esperienze proloco in forma cooperativa, supporto alle cooperative di Comunità con un plafond complessivo di oltre 1 milione di euro, di cui ancora disponibili oltre 200 mila euro. E ancora, interventi di finanza agevolata per le cooperative in sinergia con altri strumenti messi in campo da Invitalia. Sono queste, in sintesi, le misure di intervento attive che Fondo Sviluppo offre alle cooperative aderenti.  

 

Con la call Spegni la Bolletta il fondo mutualistico di Confcooperative sostiene le imprese aderenti che, trovandosi in difficoltà con il pagamento delle bollette energetiche gas e luce, hanno necessità di ricorrere ai finanziamenti bancari. Fondosviluppo ha stanziato un plafond di 1,5 milioni per coprire gli oneri finanziari sui finanziamenti erogati dalle BCC aderenti ai due gruppi bancari cooperativi Iccrea e Cassa Centrale, e le commissioni dovute a Cooperfidi Italia per l’eventuale rilascio delle garanzie. E’ previsto il rimborso totale degli interessi su finanziamenti Bcc (fino a 250.000 euro per non oltre 36 mesi).

 

Possono accedere a Spegni la Bolletta le cooperative aderenti attive in qualsiasi settore produttivo, in regola con il versamento dei contributi associativi e che abbiano attivato, o siano in procinto di attivare, un finanziamento con una BCC per far fronte al pagamento dei costi energetici. Le richieste potranno essere accolte entro il 31 dicembre 2022.  

 

Alle Cooperative di Comunità FondoSviluppo offre,  sia a start-up che a progetti per lo sviluppo economico e sociale delle comunità soprattutto delle aree interne e delle periferie urbane, un mix misure: premialità, concorso in c/interessi su mutui BBC, mutui diretti, e rimborso costi per servizi CSA. 

 

Può contare invece su una dotazione di 100 mila euro la call FondoSviluppo-Proloco che intende sostenere start up cooperativi per valorizzare e accrescere le esperienze proloco in ottica imprenditoriale cooperativa. 

 

Grazie a un protocollo sottoscritto con Invitalia è possibile invece accedere a strumenti di finanza agevolata con la possibilità di intervenire in sinergia con le misure: Italia Economia Sociale rivisitato; Cultura Crea a valere sul PON Cultura e Sviluppo 2014/2020; Resto al Sud e ai bandi che saranno attivati grazie alle risorse del PNRR e dei Fondi SIE 2021/2027. 

 

Info www.fondosviluppo.it 

 

Il 14,15 16 ottobre al Teatro Rasi di Ravenna si terranno gli Stati generali della non-scuola organizzati da Ravenna Teatro / Teatro delle Albe. Per la prima volta la città in cui è nata l'idea di realizzare un'esperienza teatrale “asinina” e antiaccademica ospita guide - provenienti da tutt'Italia - che in questi anni hanno contribuito alla crescita di questa pratica non solo a Ravenna, ma su tutto il territorio nazionale. 

 

La non-scuola è un'esperienza ideata nel 1991 e cresciuta in forte relazione con le istituzioni locali e scolastiche in diverse parti del mondo, che ha assunto nel tempo l'importanza e il riconoscimento di un vero e proprio passaggio formativo nel segno del cortocircuito di arte e vita. 

 

Questa pratica coinvolge ogni anno centinaia di ragazzi, che si confrontano con i testi della tradizione teatrale, li attraversano e li “mettono in vita” in una preziosa occasione offerta dal teatro, che è prima di tutto “Incontro con l'altro, è l'altro che interroghiamo e che ci interroga, è il nostro specchio rovesciato, è il non conosciuto e il non conoscibile. Il teatro è il laboratorio in cui tale conoscenza oscura può darsi per enigmi, per lampi”, come sostiene da sempre Marco Martinelli, fondatore de Le Albe e della non-scuola.

 

"La non-scuola - dichiara Fabio Sbaragliaassessore con deleghe a Cultura, Scuola e Politiche giovanili del Comune di Ravenna - rappresenta ormai un'esperienza formativa consolidata, non solo a Ravenna, dove è nata, ma in tutt'Italia e anche fuori dai confini nazionali. Negli anni ha coinvolto diverse generazioni e migliaia di ragazze e ragazzi, significando per tantissimi il primo e decisivo incontro con il teatro, innescando percorsi creativi e di partecipazione assolutamente straordinari. Questa prima esperienza più strutturata non poteva svolgersi che qui, sotto l'egida di Ravenna Teatro / Teatro delle Albe, che nel 1991 ebbe la geniale intuizione di proporre ai ragazzi e alle ragazze, con il coinvolgimento delle istituzioni locali e scolastiche, un'esperienza inedita, in grado di rendere il teatro e la cultura non solo occasioni di apprendimento ma anche, anzi soprattutto, di scoperta di sé. Sono certo che queste tre giornate produrranno stimoli e idee per arricchire sempre di più questo fondamentale patrimonio”.

 

“La risposta al nostro invito è stata significativa - spiega Laura Redaellicoordinatrice della non-scuola e arriveranno in città oltre settanta guide animate dall'entusiasmo di voler riprendere, dopo due anni di pandemia, una riflessione comune sul rapporto del teatro con il mondo dell'infanzia e dell'adolescenza. Realtà provenienti da tutta Italia le cui diverse esperienze saranno il punto di partenza per la riflessione e il confronto, e che avranno l'opportunità di intrecciare tra loro relazioni e collaborazioni, in nome di quel farsi luogo di cui le Albe da sempre fanno anima. Questo appuntamento ravennate sarà solo il punto di partenza per provare, ogni anno, a trovare momenti di incontro e pensiero condiviso, guidati da una compagnia che da oltre quarant'anni si confronta con la pedagogia teatrale e crede che la relazione con l'altro sia fondamentale per costruire nuovi ponti e opportunità, favorendo una crescita collettiva in nome della bellezza”. 

L'incontro ravennate, condotto da Martinelli, sarà quindi l'occasione per mettere in comune diversi percorsi, un sinodo che, come detto, vuole essere il primo di una serie di appuntamenti annuali a partire dalla pratica della non-scuola e che sarà rivolto agli addetti ai lavori. Il calendario prevede però tre momenti che saranno invece aperti a tutta la città.

 

Il primo di questi momenti sarà venerdì 14 ottobre alle 17 alla libreria Momo di via Mazzini, dove si terrà la presentazione del libro Manuale d'Incanto di Cristiano Sormani Valli (Sabir editore) che da anni segue con sguardo critico l'attività della non-scuola. Il libro è un piccolo manuale per l'incanto. Ogni disegno è realizzato da mani abili, quelle di Alessandra Di Consoli, che immaginano storie attraverso i colori, trasformando pensieri in personaggi e nuovi mondi da esplorare.

La sera, alle 21, al Teatro Rasi, andrà invece in scena lo spettacolo Achille - Studio sulla fragilità umana di Salvatore Tringali e Orazio Condorelli, con la collaborazione di Francesco Arevalos, che prende spunto dalla figura dell'eroe della mitologia greca per raccontare una storia moderna sulla vulnerabilità terrena. Dal taglio documentaristico, rafforzato dall'introduzione di riprese video, lo spettacolo ha una decisa connotazione sonora segnata dal rumore di acque, che qui assume molteplici significati.

 

Sabato 15 ottobre, alle 21, dopo una giornata dedicata agli addetti ai lavori, toccherà invece a Michele Bandini con lo spettacolo Cani, una riflessione sugli equilibri di potere talvolta distruttivi, talvolta generativi, che animano i rapporti genitori-figli. 

 

Domenica 16 i lavori riprenderanno alle 9.30 per concludersi alle 14. La mattinata ospiterà inoltre la trasmissione radiofonica Caffè di Bolzano29 - duetto culturale della domenica mattina condotto da Oliviero Ponte di Pino e Giulia Alonzo - che dopo l'arresto dovuto alla pandemia riparte proprio da Ravenna. Gli incontri sono fruibili online, in diretta e sulle pagine Facebook e Youtube di Bolzano29 e canale Twitch di Bolzano29.

 

Fotografa ufficiale della non-scuola 2022-23 sarà Nias Zavatta, docente di Lettere e fotografa che da anni collabora in ambito teatrale con diverse compagnie. 

L’edizione di quest’anno prevede una parte formativa dedicata a famiglie, insegnanti, educatori ed educatrici e a chi si interessa al gioco da tavolo come strumento educativo.

La seconda parte, invece, prevede sessioni di gioco e dimostrazioni, gratuite e aperte a tutti.

L’appuntamento è presso il centro RicreAzioni in via don Carlo Sala 7.

 

Il programma
Il Festival si apre venerdì 21 ottobre alle ore 20.30 con un aperitivo di benvenuto, seguito dalla conferenza “Tuttingioco: il gioco da tavolo inclusivo tra personalizzazione e accessibilità” con Gabriele Mari (Educatori Ludici) e Luca Errani (Gli Amici di Arche) moderati da Christian Rivalta (La Pieve).

Si continua sabato 22 dalle ore 9 alle ore 12.30 con il workshop “Adesso si gioca! Tecniche operative di utilizzo del gioco strutturato in contesti educativi concreti”, gratuito ma con iscrizione obbligatoria e rivolto principalmente a insegnanti e educatori. I docenti del workshop sono: Alice Guardigli (Centro Apprendiamo - San Marino), Federica Freddi e Dario Castellani (Famiglia Ludica - Rolo), Luigi Russo (Play Life Accademy - Fano), Luigi Coccia (Palestra di Giochi - Fermo), Emanuele Cristallo (Zio Ludovico - Matera) e Andrea Marchi (Atuttotondo - Fusignano), moderati da Gabriele Mari (Educatori ludici).

Dalle 12.30 alle 14.00 è prevista la pausa con un pranzo comunitario e dalle 14.00 alle 20.00 saranno disponibili per tutti le postazioni di giochi da tavolo e le dimostrazioni.

 

La seconda edizione di Zuga Zuga gode della collaborazione della organizzazione di volontariato Cacciatori di idee nell’ambito del progetto Genitori Ludici 22 svolto con l’assessorato del decentramento del Comune di Ravenna.

 

Per informazioni e iscrizioni: 3281552787 - centrostampadiurno@cooplapieve.it

Sabato 22 ottobre a partire dalle 10 Caviro apre le porte ai cittadini. L’obiettivo della giornata è far conoscere a tutti le tecnologie e i risultati raggiunti in termini di economia circolare e produzione energetica.

 

«In un momento in cui l’energia è diventata una priorità del nostro sistema vogliamo mostrare alla cittadinanza in che modo è possibile produrla partendo dall’agricoltura - sottolinea Fabio Baldazzi, Direttore di Caviro Extra -. Nel nostro stabilimento di Faenza, partendo da ciò che rimane del processo di vinificazione del Gruppo, produciamo energia rinnovabile che in parte utilizziamo per i nostri stabilimenti e, in parte, cediamo al sistema energetico nazionale. In questo modo, nel nostro piccolo, contribuiamo al fabbisogno energetico del Paese».

 

L’open day è organizzato in collaborazione con il Comune di Faenza nell’ambito delle iniziative degli Energy Days, il ciclo di incontri gratuiti che nascono per sensibilizzare sui temi della transizione energetica e dell’economia circolare. «Caviro è un valore per la città di Faenza e la nostra prassi del ‘fare’ è da sempre sostenibile e in armonia con il territorio - aggiunge il Direttore -. Questo impegno, che guida l’azione del Gruppo da sempre, negli anni si è consolidato ed è divenuto oggi una realtà concreta, un modello all’interno del settore vitivinicolo che non ha eguali in Italia».

 

Per partecipare alla visita occorre prenotarsi compilando il modulo presente sul sito caviroextra.it per ogni informazione, telefonare al centralino al numero 0546 629111. I visitatori saranno accolti a partire dalle ore 9.30 presso la Palazzina Direzionale Caviro in via Convertite 12 a Faenza, per presentazione del Gruppo e della sua economia circolare in Sala Ipogea, successivamente si visiteranno in pullman gli impianti del sito produttivo, compresi quelli di più recente realizzazione quali Cattura CO2, Teleriscaldamento e Ammendante Compostato da scarti della Filiera Agroalimentare. Sono previste quattro partenze: 9.30, 10.30, 14.30 e 15.30 e ogni visita ha una durata di circa 1 ora e 30 minuti.

 

«Siamo pronti ad accogliere chiunque vorrà raggiungerci per sapere qualcosa in più sul tema dell’economia circolare e in che modo il nostro Gruppo ha scelto di integrarsi nel territorio e nella comunità. Abbiamo già raccolto l’adesione di 70 ragazzi del Liceo Scientifico Torricelli di Faenza e di due facoltà di Ingegneria. Con l’augurio di ospitare tutti coloro che ne faranno richiesta - conclude Baldazzi -. Credo sia un’ottima occasione per conoscerci meglio, sciogliere dubbi e saperne di più su di una realtà al centro del tessuto produttivo faentino».

 

Caviro si prepara ad accogliere alcuni degli operatori internazionali più importanti del mondo vino riuniti nel Forum Mondiale delle Cooperative Vitivinicole, gruppo che comprende le principali cantine sociali di diversi grandi Paesi produttori quali Italia, Spagna, Francia, Uruguay, Cile, Argentina, Portogallo Brasile, Australia e Bolivia.

 

L’appuntamento italiano, in programma il 18, 19 e 20 ottobre tra Faenza e Forlì, vedrà anche la partecipazione di alcuni esponenti di spicco del sistema vino internazionale quali Luigi Moio, Presidente dell’Oiv (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino), Luca Rigotti, Coordinatore Vino Alleanza cooperative Agroalimentari e Presidente gruppo di lavoro vino del Copa-Cogeca, Bernardo Gouvea Presidente IVV (Instituto Vinha e Do Vinho, Portogallo).

 

Il Forum Mondiale delle Cooperative Vitivinicole nasce come contesto informale in cui le aziende vitivinicole partecipanti (che sono 20, Capel, Fecovita, La Riojana, Vicca, Cenecoop, Aurora, Garibaldi, Sao Joao, Nova Alianca, Pradense, Cevipe, Val D'Orbieu - Cordier, Vinadeis, Baco D-Coop, Cuatro Rayas, Caviro, Manjavacas, Martin Codax, Porto do Barca, Adega Vila Real e CCWCoop), si scambiano informazioni e operano su argomenti comuni orientati all’interesse dei produttori vitivinicoli.

 

Essendo Caviro, nella persona del Presidente Carlo Dalmonte, a presiedere il Forum per il 2022, l’evento si svolgerà tra le due sedi romagnole del Gruppo: «Questo incontro, finalmente dal vivo, è quanto mai importante per il Forum - evidenzia Dalmonte -. Tra le cooperative partecipanti lo scambio di informazioni è fondamentale soprattutto se teniamo in considerazione che il vino è un prodotto ormai completamente globalizzato e che le politiche internazionali e le normative di settore riguardano tutti».

 

Il Forum si aprirà il 18 ottobre con l’arrivo e la cena di benvenuto e proseguirà il 19 ottobre alle 8.30 a Faenza con l’approfondimento più “sentito” dagli operatori che riguarda il tema «Vino e salute»: «C’è molta preoccupazione intorno a questa tematica - spiega il Presidente di Caviro -. Il nostro Gruppo e chi ci rappresenta ai tavoli nazionali e internazionali sta lavorando intensamente per fare in modo che la politica europea, e non solo, comprenda che il vino è prima di tutto un alimento che fa parte della dieta mediterranea e che non va equiparato alle altre bevande alcoliche. Nel Forum c’è condivisione e maturità su questo argomento, siamo tutti concordi che occorra far comprendere alla politica che, in prima battuta sul fronte normativo, che il vino debba essere trattato in modo diverso dai superalcolici».

Al dibattito su questo tema parteciperanno Luigi Moio, Presidente dell’OIV, Luca Rigotti, Coordinatore Vino Alleanza cooperative Agroalimentari e Presidente gruppo di lavoro vino del Copa-Cogeca, il Dr. Giacosa, Direttore Scientifico del Dipartimento di Gastroenterologia del Gruppo Sanitario Policlinico di Monza (teleconferenza), il Dr. Caprara, Specialista in igiene e Sanità pubblica e il prof. Montanari, del Reparto Terapia del Dolore dell’Ospedale Bellaria di Bologna. Il Convegno sarà moderato da Luciano Ferraro, Capo Redattore del Corriere della Sera.

 

Nella stessa sede, il 19 ottobre alle 16.30, si svolgerà un altro convegno su di uno dei temi portanti della filosofia del Gruppo Caviro quale l’«Economia Circolare» come leva di sviluppo aziendale. «È un tema su cui possiamo dire tanto e che raccoglie molto interesse all’interno del Forum - aggiunge Dalmonte -. Siamo felici di poter condividere i risultati raggiunti in questo campo e di poter mostrare ai dirigenti di queste cooperative internazionali il nostro sistema e le nostre tecnologie».

 

La giornata del 20 ottobre sarà invece dedicata allo stabilimento di Forlì dove Caviro riunisce molte delle proprie linee produttive. Obiettivo della seconda giornata del meeting è affrontare i dieci punti individuati in occasione del pre-forum che si è svolto lo scorso maggio e approfonditi nella prima giornata di lavoro. Tra questi la promozione di convegni e incontri dedicati al vino, l’ingresso nel dibattito scientifico-salutistico a tema vino allacciando un rapporto con FIVIN (Fundation para la Investigacion del Vino y la Nutricion) e le riviste scientifiche, il rafforzamento dei rapporti con le organizzazioni internazionali quali OIV e FAO, l’inclusione del vino come alimento separato dai distillati, soluzioni alternative agli incrementi dei costi e alle difficoltà di approvvigionamento.

 

Al termine della giornata di lavoro i partecipanti al Forum visiteranno il vigneto sperimentale nelle adiacenze della Cantina di imbottigliamento forlivese di Caviro e, a seguire, raggiungeranno la Cantina di Forlì-Predappio.

L’apicoltura sta interessando e incontrando sempre più proseliti in questi ultimi anni. Varie le motivazioni: la crisi economica che spinge a trovare nuove occupazioni, un’attività green a diretto contatto con la natura, il mondo delle api che incuriosisce, ma soprattutto il desiderio di produrre un alimento, il miele, dalle innumerevoli proprietà.  

 

L’Ara Associazione Romagnola Apicoltori di Bagnacavallo è una cooperativa a cui aderiscono circa 400 apicoltori della Romagna e delle zone limitrofe. Apicoltori che hanno dislocati i propri alveari in tutt’Italia e annoverano circa 20.000 alveari. 

 

Già da diversi anni l’Ara organizza corsi di apicoltura per giovani apicoltori e per persone interessate ad avvicinarsi al settore.  

Quest’anno il corso si terrà in presenza a Bagnacavallo presso la sede dell’Ara, in Via Libeccio 2/B, (massima capienza 20 persone) e online su piattaforma Zoom, a partire da metà novembre. Le lezioni teoriche si terrano con cadenza settimanale in giornate che saranno decise volta per volta in base alle disponibilità dei docenti. Seguiranno due lezioni pratiche in apiario che si terranno la prossima primavera. Il corso è limitato ai primi 20 iscritti che vorranno partecipare in presenza, mentre per la partecipazione online non ci sono limitazioni.  

 

Per informazioni sui costi e prenotazioni: 0545 61091 - 348 3358240 - info@arapicoltori.com

Il vino è un alimento alla base della dietra mediterranea da più di 8.000 anni. È prodotto partendo da un solo ingrediente, l’uva, e non viene realizzato tramite una ricetta come invece accade per la birra e i super alcolici. In quanto tale non va equiparato alle altre bevande alcoliche e non va demonizzato.

 

Sono questi i concetti sostenuti dal sistema vino internazionale riunito da ieri in Romagna nell’ambito del Forum Mondiale delle Cooperative Vitivinicole grazie all’organizzazione di Caviro, alla presidenza del gruppo per il 2022. «A causa di un approccio semplicistico e non supportato da dati, in Europa ma anche in numerosi altri Paesi del mondo, si sta delineando una scuola di pensiero che accusa anche il vino di essere dannoso per la salute al pari delle altre bevande alcoliche – ha evidenziato Carlo Dalmonte, Presidente di Caviro aprendo il Forum -. Questo minaccia la sopravvivenza di un settore che affonda le radici nella nostra cultura e nella nostra storia e che sostiene la biodiversità e l’economia di molti Paesi».

 

I rappresentanti delle principali cantine sociali di Italia, Spagna, Francia, Uruguay, Cile, Argentina, Portogallo e Brasile hanno quindi deciso di unire le forze e coinvolgere nel dibattito esponenti del mondo scientifico e politico internazionale. Lo hanno fatto nell’ambito della due giorni organizzata in Romagna e continueranno a farlo nei prossimi mesi con azioni di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

 

«Dagli studi che ho fatto nel corso di tutta la mia vita posso dire che bere vino con moderazione è salutare e fa vivere più a lungo. L’eccesso nel consumo di alcol è dannoso» ha detto Attilio Giacosa, Direttore Scientifico del Dipartimento di Gastroenterologia del Gruppo Sanitario Policlinico di Monza intervenuto al Forum. Il riferimento è agli studi che ne analizzano il processo biotecnologico di fermentazione e dal quale si ricavano nutrienti (antocianine, polifenoli, procianidine, resveratrolo) importanti per il buon funzionamento dell’organismo umano.

 

La motivazione alla base del movimento politico contro l’alcol c’è il problema dell’alcolismo che affligge, in modo particolare, i paesi anglosassoni. Per combattere l’abuso di alcol in molti Stati, anche del Sud America, si è introdotta una politica di «tolleranza zero» che ha coinvolto non solo i produttori di birra e superalcolici ma anche quelli di vino.

 

«Bisogna distinguere il vino dalle altre bevande alcoliche nonostante ci sia, ovviamente, una presenza di alcol anche nel vino - ha spiegato Luigi Moio, Presidente dell’OIV, Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino durante il Forum -. Il vino è un prodotto mono ingrediente, tutti i componenti necessari per produrlo sono all’interno del grappolo d’uva, l’alcol si forma naturalmente durante la fermentazione e circa l’85-86% del contenuto del vino è acqua. Come bevanda alcolica è unica per il modo in cui viene ottenuta e per i forti legami con i territori in cui nasce, le varietà di uva tipiche di questi territori, la cultura e le tradizioni ad esso legate.

 

Tant’è vero che il vino si sta imponendo come fenomeno mondiale in quanto modello di diversità. Tra l’altro, il vino consumato durante i pasti, a piccoli sorsi e in modo responsabile e corretto, non crea i problemi soprattutto legati ai superalcolici. Inoltre il suo grado di acidità, l’alta presenza di acqua e di tannini, contribuiscono a ripulire la bocca conferendo ulteriore sapore al cibo. Occorre però distinguere l’abuso dal consumo responsabile. Un concetto che non può essere recepito se non si avviano processi di educazione per coloro che si avvicinano alla bevanda. Per i Paesi storicamente produttori, come Italia, Francia o Spagna, il consumo è di norma più corretto perché vino e vigna fanno parte della tradizione culturale. Ma nei Paesi che non hanno avuto la fortuna di coltivare la vite e produrre vino occorre attivare programmi di formazione che facciano comprendere l’altissima valenza culturale di questo prodotto e promuovano il consumo responsabile soprattutto durante i pasti».

 

«Non si combatte l’abuso proibendo ma facendo informazione - ha aggiunto Luca Rigotti, Coordinatore Vino Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e Presidente del Gruppo di Lavoro Vino del Copa-Cogeca -. Tutti i consumi eccessivi sono dannosi e occorre investire nell'educazione rispetto ad un consumo moderato e consapevole. Stiamo lavorando intensamente e su questo fronte occorre lavorare insieme, per trasferire il concetto di vino come alimento e qual è il modo giusto di consumarlo».

 

Al centro della prima giornata del meeting italiano c’è stato un altro tema di interesse prioritario per il sistema vino, ossia l’economia circolare e il ruolo dell’agricoltura per la transizione ecologica: «Un vigneto produce una massa di prodotto di cui solo una parte diventa vino; una parte diventa vinaccia e feccia (inferiore al 20%) e sfalci di potatura - ha spiegato SimonPietro Felice, Direttore Generale di Caviro -. Quanto più riusciamo a recuperare prodotti e energia anche dagli scarti, tanto più riusciamo a ottemperare alla nostra mission. Il modello di economia circolare è semplice, parte dalla vigna e alla vigna torna. Per noi chiudere questo cerchio è stato molto importante, lo abbiamo completato con un fertilizzante che va a nutrire la terra da cui nasce l’uva.»

 

Raccontando agli ospiti internazionali del Forum in che modo Caviro inserisce le proprie politiche circolari nell’ambito di un modello aziendale efficiente e in armonia con la legislazione e le necessità del Paese, Felice ha aggiunto: «Gli investimenti in tecnologie e impianti vanno fatti in tempi “non sospetti”. La difficoltà è accettare investimenti di milioni di euro in anticipo. L’abilità è leggere le direttive europee e capire come possano essere recepite in Italia o negli altri territori dove operiamo e anticipare questi temi, almeno di un paio d’anni. Ci muoviamo in base a macro direttrici politiche, che ci arrivano da importanti tavoli di ricerca europei. Poi bisogna tradurre queste direttive in progetti, per cui sono necessari investimenti, spazi. Chiaramente molto dipende anche dal singolo Stato, dalle sue risorse, infrastrutture, mercati».

 

La seconda giornata del Forum, tutt’ora in corso, ha visto gli ospiti riuniti al «tavolo della programmazione» per stabilire le prossime azioni. In particolare, si è discusso delle relazioni con gli organismi internazionali, OIV ma anche OMS e FAO, delle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime per il packaging anche nell’ottica di creare gruppi di acquisto tra le cooperative del Forum, scambio di buone prassi. Priorità è stata data alla comunicazione verso l’esterno del rapporto tra vino e salute per contrastare con la massima urgenza le politiche di “criminalizzazione” in atto.

Al termine della mattinata è stata affidata la presidenza del Forum per il 2023 alla cooperativa argentina La Riojana. Il Forum Mondiale delle Cooperative Vitivinicole si chiuderà domani con la partenza degli ospiti.

È un bilancio solido quello dell’esercizio 2021-22 (chiuso al 30/04/2022) presentato nel corso delle recenti assemblee territoriali ai propri soci da Agrintesa, cooperativa faentina leader nazionale per la produzione ortofrutticola e vitivinicola. Nonostante il -25% registrato nei volumi gestiti di ortofrutta e il -20% della vite da vino (dati relativi alla campagna 2021 e inizio 2022), Agrintesa chiude l’annata con un bilancio consolidato di 337 milioni di euro, 895.000 € di utile (che portano il patrimonio netto a 138 milioni) e liquida ai soci la cifra più altra nella propria storia: 164 milioni e 194mila euro.

 

“Sebbene da aprile 2021 a maggio 2022 Agrintesa abbia gestito volumi nettamente inferiori rispetto alle medie storiche, il bilancio dell’annata 2021-2022 è positivo – commenta Aristide Castellari, presidente della cooperativa -. Un risultato che è merito dei posizionamenti sul mercato sviluppati dalle società commerciali a cui Agrintesa partecipa: Alegra, Brio, Valfrutta Fresco e Opera per l’ortofrutta, Caviro e Contri Spa per il vino. A ciò si affianca una gestione ancor più oculata nell’ultimo biennio orientata a un ulteriore efficientamento di costi e processi. In questo modo, nonostante la contrazione produttiva, siamo riusciti a liquidare ai soci oltre 164 milioni di euro. Si tratta del migliore risultato della storia di Agrintesa e siamo lieti di averlo raggiunto in un momento storico in cui le sfide per il mondo della produzione sono quantomai complesse. Monitoriamo con attenzione l’impennata incontrollata dei costi alla produzione subita dai nostri soci e gli incrementi impressionanti per energia elettrica, imballaggi e logistica che si sono abbattuti sulla cooperativa: è importante sottolineare quanto il quadro sia preoccupante e come ad essere a rischio sia la tenuta dell’intera filiera. Ma questo bilancio – incalza Castellari - è la conferma che Agrintesa è solida ed è pronta ad affrontare le sfide dei comparti ortofrutticolo e vitivinicolo, tutelando i propri soci e il loro impegno quotidiano”.

 

Sfide che la cooperativa ha deciso di affrontare anche puntando sull’efficientamento continuo, proseguendo nel processo di innovazione dentro e fuori dal campo che caratterizza Agrintesa fin dalle proprie origini: “Mentre affrontiamo le criticità attuali dobbiamo continuare a guardare avanti, camminando incontro al futuro – commenta il direttore generale Cristian Moretti -: è in questa direzione che vanno gli investimenti e i miglioramenti tecnologici in corso, presentati ai soci durante le assemblee territoriali. Penso all’introduzione di nuovi importanti impianti di lavorazione negli stabilimenti di Gambettola e Faenza, all’incremento dell’autoproduzione energetica che prevede l’installazione di ulteriori 6,5 Mwh di impianti fotovoltaici entro la primavera 2023, ma anche all’introduzione di un nuovo software gestionale di gruppo e al rinnovamento completo dell’infrastruttura informatica con la conseguente ottimizzazione di processi e sistemi”.

 

Tante le novità anche sul fronte produttivo, perché il futuro comincia in campo: “Abbiamo presentato ai soci anche i numerosi progetti di sviluppo varietale in cui è impegnata Agrintesa, a partire dai Club di prodotto a cui la cooperativa partecipa con importanti esclusive come le nettarine piatte Ondine, il kiwi VerdeDivo e i kiwi a polpa gialla. A questi si affiancano diversi progetti di sperimentazione in corso nei campi di osservazione attivi nei campi della cooperativa. Ci sono diverse novità allo studio: l’obiettivo è quello di accompagnare i nostri soci favorendo lo sviluppo di produzioni economicamente sostenibili e che rispondano sempre meglio alle esigenze di un mercato in costante trasformazione, anticipandone i trend e cogliendo le opportunità migliori”.

L’incremento notevole dei costi energetici si riflette sui bilanci familiari e crea ampia preoccupazione sociale. Analoga problematica, per importi più elevati, investe i Piccoli Operatori Economici locali (commercio al dettaglio, piccolo artigianato, PMI, consulenti, neoimprese, start up, a titolo di esempio).

 

Eravamo e siamo pronti – dichiara il presidente della BCC Giuseppe Gambi – ad intervenire, a favore dei nostri Soci e clienti persone fisiche e aziende, in modo deciso, in questa situazione non semplice e decisamente antipatica per tutti, con finanziamenti per privati ed imprese alle migliori condizioni possibili, nella speranza che questo concreto supporto della banca possa aiutare a traghettarli oltre il periodo più critico”.

L’attenzione al tema da parte del mondo bancario è, giustamente, elevato: diversi istituti hanno varato o si accingono a varare iniziative sia verso le famiglie che verso le imprese, dove peraltro la nostra Banca è già attiva con operazioni dirette che sfruttano il rinnovato Quadro Temporaneo Europeo declinato sul fronte energetico.

 

In attesa di apposite iniziative da parte della Capogruppo BCC Iccrea, anche alla luce di provvedimenti del nuovo Governo, la Banca dispone un plafond di 5 milioni di euro destinato ai privati (per tagli fino a 5.000 euro per ciascun finanziamento) ed un ulteriore plafond di 10 milioni di euro destinato alle imprese (per tagli fino a 36.000 euro). I finanziamenti avranno durata fino a 24 mesi con tassi particolarmente agevolati per clienti (privati ed imprese) con utenze domiciliate in conto.

 

A questi due provvedimenti verrà affiancato un intervento emergenziale a favore di soggetti particolarmente svantaggiati, per il tramite della Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche - Multifor ETS, aumentando l’elargizione per consentire alla stessa di affrontare con maggiore dotazione i casi delle famiglie bisognose del territorio.

La cooperativa Nuova Edilspada di Cesena ha festeggiato i 10 anni di attività insieme a soci, collaboratori e amici. All’incontro, definito dal presidente Andrea Galli «Un momento conviviale, senza troppo impegno, ma dal profondo del cuore», hanno partecipato anche il Sindaco di Cesena Enzo Lattucal’assessore ai Lavori Pubblici e Sport Christian Castorri e diversi rappresentanti di Confcooperative Romagna. I festeggiamenti sono stati organizzati in questi giorni anche se l’anniversario ufficiale è stato il 14 febbraio 2022. I soci hanno scelto di posticipare le celebrazioni in attesa, ovviamente, che l’emergenza sanitaria si attenuasse.   

 

«Abbiamo costituito la nostra cooperativa nel giorno di San Valentino perché eravamo innamorati, e tutt’ora lo siamo, del nostro mestiere. E non senza difficoltà - racconta Andrea Galli -. Abbiamo trovato un importante affiancamento da parte di Confcooperative, che ci ha accompagnato nel percorso. Certamente lo spirito cooperativo ci ha aiutato a vivere i momenti più duri con la consapevolezza che, come soci cooperatori, saremmo riusciti a superarli insieme».  

 

Nuova Edilspada è di fatto un workers buyout, nato dalle ceneri di una grossa realtà cooperativa edile di Cesena. Furono quattro i soci che, allora, decisero di rimettersi in gioco per costituire in forma cooperativa una nuova opportunità lavorativa. Il mercato scelto fu quello delle ristrutturazioni «pur essendo in grado di rispondere a richieste per case chiavi in mano. L’edilizia purtroppo non tirava, ci sono stati momenti duri - spiega il presidente -. Oggi con gli incentivi stiamo lavorando molto. Ma anche prima della pandemia potevamo contare su una buona programmazione del lavoro, ci siamo consolidati finanziariamente, abbiamo aumentato il fatturato e la conseguente credibilità in banca».  

 

Le preoccupazioni, però, non mancano oggi nel settore edilizio colpito dai rincari di materie prime ed energia: «Gli incentivi hanno assicurato una grande accelerazione ma oggi l’edilizia è in una gigantesca bolla. A questo si aggiungono i pericolosi aumenti delle materie prime e dell’energia e la carenza di personale qualificato» conclude Galli.  

Tra giugno e ottobre si è svolta l’iniziativa di mobilità formativa Erasmus+ rivolta a 119 studenti delle classi IV e V delle scuole superiori e 10 accompagnatori, mentre tra ottobre e novembre 39 tra docenti seguiranno attività di aggiornamento professionale, jobshadowing e networking nelle principali capitali europee. Tra Licei e Istituti tecnico-professionali, 20 sono state le scuole coinvolte, sui 4 distretti scolastici provinciali di Ravenna, Rimini, Forlì e Ferrara.

Dietro questa rete territoriale c’è la progettualità e il coordinamento organizzativo del Centro Educazione all’Europa di Ravenna (riconosciuto Erasmus Quality Vet Charter dal 2015 ed Erasmus Label of Excellence 2021-2024) e il consolidato partenariato con la Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche - Multifor ETS di Faenza, che dal 2014 sostiene sul territorio azioni di innovazione sociale che valorizzino i giovani e il mondo della scuola. A fianco della Fondazione LA BCC ravennate forlivese e imoleseRomagnaBanca-Credito Cooperativo ed Emilbanca, che coprono i vari territori interessati all’iniziativa.

 

Le risorse investite nell’iniziativa

346.000 euro il finanziamento Erasmus+ con il quale la Commissione Europea ha reso possibile questa mobilità, risorse che non sono occasionali per il territorio, ma vanno ad accrescere un bilancio positivo di 850 borse per studio o aggiornamento professionale e oltre 2,5 milioni di risorse in 9 anni.

 

Le attività svolte nel 2022

Per i 119 i studenti con i bandi “IO PENSO EUROPEO” ed “EASY EUROPE - Per un Europa inclusiva” sono state realizzate esperienze di breve e lunga durata, fino a tre mesi per i neodiplomati. In programma tirocini e progetti che per tematiche e competenze acquisibili accolgono il focus della nuova programmazione Erasmus 2021-2027 su transizione digitale e verde: Irlanda del Nord, Repubblica d'Irlanda, Francia, Germania e Spagna i paesi ospitanti.

Alcuni temi: la comunicazione digitale per l’educazione ambientale, a Derry, il contributo al piano di promozione editoriale del libro “l’italia del Pére-Lachaise” in collaborazione con i COMITES e l’Istituto di Cultura Italiana di Parigi, un piano in comunicazione digitale, marketing, promozione culturale a Berlino, un progetto di comunicazione digitale per la promozione turistica in Irlandapiù un intenso programma di tirocini in aziende europee a Parigi, Berlino, Valencia, Derry e Letterkenny. Per tutti gli studenti un’occasione per valorizzare competenze professionali, le “skills for life”, la cittadinanza attiva, le competenze linguistiche e digitali.

Per i 39 docenti in mobilità l’iniziativa FARE SCUOLA IN EUROPA ha permesso loro di dedicarsi per una settimana a workshop, visite professionali, jobshadowing in aula o con professionisti aziendali e networking a Parigi, Berlino e Valencia. Il focus dell’aggiornamento è centrato su innovazione metodologico-didattica, istruzione STEAM e imprenditività, didattica inclusiva, alternanza scuola-lavoro, orientamento in uscita e accompagnamento al lavoroUn’offerta arricchita anche da un programma di 5 webinar organizzati in Italia da Educazione all’Europa sulla metodologia del PBL (project-based learning), sul counselling e sul sistema francese di Istruzione, orientamento, accompagnamento al lavoro.

 

Gli Enti promotori

“Anche quest’anno gli studenti si sono fatti apprezzare per capacità e spirito d’iniziativa. Un approccio metodologico orientato alla didattica centrata sui “progetti” e al lavorare insieme, ci ha restituito giovani capaci di mettersi in gioco, come documentano i tanti video realizzati, visibili su YouTube nel canale Io penso Europeo” spiegano Carmen Olanda, direttrice di Educazione all’Europa e il Presidente della Fondazione Edo Miserocchi.

Transizione ecologica ed economia circolare e rigenerativa sono i temi al centro della fiera internazionale Ecomondo, che si sta svolgendo a Rimini e chiuderà questo venerdì. Ciclat Trasporti Ambiente, la cooperativa di Ravenna leader nel settore dei servizi ambientali e dei trasporti, è presente anche quest’anno con uno stand condiviso con la società partecipata Albatros (padiglione C1, stand 027).

“Ecomondo è prima di tutto uno spazio di confronto tra operatori del settore - evidenzia Cesare Bagnari, amministratore delegato di Ciclat Trasporti Ambiente -. La parte più pregnante sono i convegni, i workshop, le relazioni tra operatori pubblici e privati. Per quanto ci riguarda, rappresenta un’occasione imperdibile per accrescere le nostre competenze strategiche sia dal punto di vista dell’organizzazione interna, sia dal punto di vista della vision”.

In Emilia-Romagna la cooperativa ravennate sviluppa una parte importante del proprio fatturato, circa il 52% (dato 2021), ed è in questa regione che si collocano, tra gli altri, il rilevante appalto di 15 anni per la raccolta rifiuti e la pulizia strade di Ravenna e Cesena o alcuni progetti dedicati all’economia circolare come quello in via di definizione a Toscanella di Dozza attraverso la controllata Cfg Ambiente. “L’avvio delle attività di Cfg è previsto per il 2024. Il prossimo anno sarà dedicato all’ottenimento delle autorizzazioni e alla realizzazione degli interventi di bonifica e di sanatoria delle irregolarità edilizie e urbanistiche - aggiunge Bagnari -. Il progetto di Toscanella, nell’area oggi abbandonata dell’ex tintoria Martelli, è molto ambizioso. A regime sarà avviato un impianto di trattamento rifiuti liquidi non pericolosi, un impianto di soil washing per il recupero di rifiuti provenienti dallo spazzamento stradale e sarà creato un parco fotovoltaico in sostituzione di 6000 mq di amianto”.

Ma lo sguardo è rivolto anche ad altri progetti di economia circolare in altre zone d’Italia, strategiche per Ciclat Trasporti Ambiente. In Basilicata, attraverso la società controllata Stargreen, tra 6-9 mesi inizieranno i lavori di costruzione di una stazione di trasferimento e trattamento della frazione organica. Progetti importanti riguardano anche Sardegna e Sicilia: “Stiamo sondando il mercato alla ricerca di partecipazioni in impianti già avviati funzionali all’efficienza del nostro attuale core business, soprattutto nelle aree dove sviluppiamo i maggiori volumi. In Sardegna gestiamo un volume complessivo superiore ai 25 milioni di euro nel settore della raccolta rifiuti urbani grazie al lavoro di quattro soci locali. In Sicilia invece - conclude l’amministratore delegato -, nello stesso settore, sviluppiamo circa 18 milioni di euro all’anno con il socio Roma Costruzioni e altri 2 milioni di euro nel settore trasporto merci e rifiuti speciali”.

“Sì, ne vale la pena. Ne vale la pena impegnarsi nella cooperazione, abbracciare una forma di impresa etica e democratica rinunciando alla mera logica del profitto per sostenere quella dell’inclusione e della mutualità, senza per questo dover rinunciare alla valorizzazione delle proprie competenze e alle soddisfazioni professionali”. Trentasei anni, vicepresidente della cooperativa sociale La Formica di Rimini, Mirca Renzetti (nella foto) è la presidente dei Giovani Imprenditori di Confcooperative Emilia Romagna e sui motivi per i quali un giovane dovrebbe impegnarsi nella cooperazione, ha le idee ben chiare. In vista dell’evento regionale del Gruppo Giovani dal titolo “Sì, ne vale la pena! Giovani cooperatori a confronto su futuro e lavoro” in programma venerdì 18 novembre alle ore 15.30 a La Polveriera di Reggio Emilia, Mirca Renzetti anticipa in questa intervista a Lettera dalla Cooperazione alcuni temi che saranno al centro del confronto incentrato sulle ragioni di un impegno etico e professionale.

 

“Sì, ne vale la pena” è il titolo dell’evento regionale dei Giovani Imprenditori del 18 novembre, al quale prenderanno parte Leonardo Becchetti e Paolo Venturi. Perché questo titolo?

“Perché, proprio nell’Anno Europeo dei Giovani, vogliamo ribadire con il coraggio dell’ottimismo che ne vale davvero la pena impegnarsi all’interno di un’impresa che mette al centro l’etica e la democrazia economica, spiegando ad altri giovani le ragioni di questa scelta profondamente valoriale. Dobbiamo risvegliare un po’ di orgoglio di appartenere a un mondo, quello della cooperazione, dove gli ideali etici di tanti ragazzi diventano azioni concrete”.

 

Questa iniziativa arriva al “giro di boa” del vostro mandato di gruppo regionale. Qual è la situazione?

“Tra gli obiettivi che ci eravamo posti, c’era quello di rafforzare i coordinamenti territoriali e la sensibilizzazione verso le cooperative, affinché favoriscano la partecipazione dei giovani soci alla vita dell’Associazione. Dobbiamo fare i conti con la dinamicità e flessibilità della nostra condizione, che porta spesso alcuni di noi a prendere altre strade, pertanto nel nostro gruppo gli avvicendamenti sono frequenti. Ciò complica un po’ il lavoro ma consente di arricchire ulteriormente le esperienze”.

 

Su quali attività vi state concentrando?

“Formazione e promozione cooperativa (anche nelle scuole) sono alcune delle attività che ci hanno visto protagonisti negli ultimi tempi, oltre al supporto ai gruppi territoriali. Inoltre, abbiamo partecipato al forum Youz della Regione Emilia-Romagna, dove abbiamo potuto portare avanti alcune istanze. Ma c’è un’altra iniziativa che abbiamo sostenuto con grande convinzione…”.

 

Quale?

“Il format ‘Le faremo sapere’ lanciato nel maggio scorso dai ragazzi del Servizio Civile di alcune sedi di Confcooperative in regione, presentato anche al Festival del Lavoro di Bologna e che sta continuando ad andare avanti. Sono giovani che hanno conosciuto il mondo cooperativo, ne sono rimasti affascinati e hanno voluto condividere i loro dubbi e le loro aspettative di fronte a un mondo del lavoro che non sempre riesce a valorizzarli. Una bella sfida per la cooperazione, chiamata a saperli ascoltare e a fornirgli risposte adeguate”.

Caviro Extra ha ricevuto il Premio per lo Sviluppo Sostenibile, Primo Premio nel Settore Economia Circolare. Il riconoscimento è stato consegnato alla società faentina questa mattina a Rimini dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con Ecomondo - Italian Exhibition Group. Per Caviro Extra, che è presente a Ecomondo con le novità relative ai propri impianti, tra cui la cattura di CO2 Bio, il Teleriscaldamento e l’impianto per la produzione di Ammendante Compostato da scarti della Filiera Agro-Alimentare, ha ritirato il premio Carlo Dalmonte, Presidente del Gruppo Caviro.

 

Il premio, giunto alla 12^ edizione, è destinato alle imprese che «si siano distinte per eco-innovazione ed efficacia dei risultati ambientali ed economici, nonché del loro potenziale di diffusione». Caviro Extra si è aggiudicato il primo posto con il progetto «Legàmi di vite», di cui è capofila, che vede nove aziende vitivinicole dell'Emilia-Romagna unire le forze per investire nello sviluppo dell'economia circolare.

 

«Il principale punto di forza di “Legàmi di vite” risiede nel fatto che, per la prima volta, le aziende partecipanti, concorrenti sul mercato, hanno scelto di fare sistema per creare insieme un modello di business sostenibile - ha commentato Carlo Dalmonte -. La sensibilità, il bisogno, di recuperare valore dagli scarti della filiera vitivinicola è ben radicata e la natura cooperativa, che accomuna tutte le aziende partecipanti, è già orientata positivamente all’idea di unire gli sforzi in vista di un risultato più grande. L’affinità tra i partecipanti è stata eccellente, sin dall’inizio».

 

Le imprese coinvolte quotano oltre il 25% del fatturato italiano del mondo vino e oltre il 21% del fatturato sull’export e sono: Caviro, Caviro Extra, Terre Cevico, Agrintesa, Cantina Forlì-Predappio, Le Romagnole, Medici Ermete e Figli, Cantina di Carpi e Sorbara, Cantine Riunite & Civ.

 

Il progetto prevede investimenti in economia circolare per oltre 90 milioni di euro di cui il 40%, circa 36 milioni di euro, sostenuti da finanziamenti pubblici a in quota capitale. L’impatto occupazionale di questi interventi è di circa 70 unità lavorative annue.

 

Nel dettaglio i progetti sono indirizzati al potenziamento e all’efficientamento delle attività di lavorazione dei singoli partecipanti, con un focus specifico sull’aumento della capacità di stoccaggio dei sottoprodottiefficientamento energetico e realizzazione di nuovi depuratori. Caviro Extra, società che già si occupa della circolarità del Gruppo Caviro e che dai sottoprodotti produce prodotti nobili, energia e ammendanti, ha il compito di far rientrare questi investimenti in un contesto di economia circolare quindi ritirare i sottoprodotti delle cantine partecipanti, valorizzarli e restituirli alle stesse sottoforma di acido tartarico e ammendanti. Allo stesso tempo anche Caviro Extra sta realizzando degli investimenti, in particolare nel settore della business unit alcoli e sottoprodotti.

 

Caviro Extra è presente a Ecomondo nel Padiglione D1 - Stand 028. In fiera presenta le novità relative agli impianti recentemente inaugurati a Faenza, quali il Teleriscaldamento che produce calore a partire dagli scarti della filiera vitivinicola e l'impianto di compostaggio per la produzione di un fertilizzante naturale di nuova generazione: l'Ammendante Compostato da scarti della Filiera Agroalimentare (ACFA). Racconta inoltre del progetto in corso, per la costruzione di un impianto per produrre BioMetano Liquefatto (BioLNG) da scarti della filiera agroalimentare.

Alta la partecipazione di Caviro Extra agli eventi e ai workshop organizzati in occasione di questa fiera internazionale dell'economia circolare e della green technology: «Visioni di futuro: le imprese italiane e la corsa alla neutralità climatica» (in collaborazione con Italy for Climate); «Black to the future: un progetto biennale EIT Food su Biochar, le sue applicazioni e lo sviluppo»; «Energie circolari: i materiali al servizio della transizione energetica».

Durante l’assemblea annuale di Confcooperative hanno preso la parola alcuni cooperatori e cooperatrici. In ogni intervento è stato espresso grande cordoglio per le persone di Cuore 21 che hanno perso la vita nell’icindente stradale delle scorse settimane.

Il dibattito è stato anche un’occasione di riflessione comune in cui la platea ha potuto ascoltare le istanze della base sociale. I temi trattati sono stati tanti: dalla difficoltà di reperire personale alla crisi energetica, dall’inclusione ai contratti nazionali.

Di seguito viene riportato un sunto di ogni intervento.

 

Mirca Renzetti - La Formica

“Ci vuole coraggio a essere ottimisti in un periodo di crisi come questo, che arriva dopo una pandemia che ci ha messo a dura prova. Eppure è nostro dovere provare a esserlo.

Abbiamo bisogno di rinsaldare le relazioni con le istituzioni e tra le cooperative. Solo riprendendo il principio di cooperazione tra cooperative riusciremo a far fronte a questa crisi economica, sociale e ambientale. È un nostro dovere verso le nuove generazioni, non possiamo accantonare il tema ambientale per affrontare le criticità contingenti. Dalle criticità ne usciremo, e lo faremo rinsaldando la solidarietà e dando valore al nostro ruolo sociale. Non dobbiamo accantonare ciò che abbiamo appreso con la pandemia, dobbiamo fare rete e avere coscienza ognuno del proprio ruolo: questo a beneficio di tutti noi, senza lasciare indietro nessuno, specie i più fragili, che ora sono all’angolo e hanno paura.

Il tema di questa assemblea, ‘Genere e Generazioni’, mi tocca da vicino, sono una rappresentante giovane e donna, che da qualche mese ha l’onore di rappresentare la Federazione. Questo è un messaggio giusto e coerente che è stato voluto mandare. Si guarda al futuro solo se si investe sui giovani, mettendoli in condizione di assumersi responsabilità”.

 

Andrea Sangiorgi - Giovani Imprenditori Confcooperative Romagna

“Questa assemblea ci tocca profondamente per la situazione di crisi che stiamo vivendo in questi anni, e che vede le giovani generazioni tra quelle più colpite. La cooperazione è intergenerazionale per sua natura, dobbiamo incentivare questo scambio e far crescere le persone, i giovani. Un primo passaggio è stato fatto in Romagna, altri se ne possono fare nei prossimi anni, lo auspichiamo. Perché questo avvenga, il movimento cooperativo deve investire sui giovani, accompagnarli, formarli. Quando oggi parliamo di transizione, innovazione, sostenibilità, di giovani, spesso parliamo di futuro. Invece dovremmo parlare di presente.

Un tema molto sentito in Italia è anche la crisi demografica. Siamo destinati, guardando i dati, a scomparire se non facciamo qualcosa. La verità è che le condizioni sociali ed economiche esistenti non mettono le nuove generazioni in condizione di fare figli. Il sistema cooperativo deve essere di supporto in questo. Come associazione Giovani Imprenditori di Confcooperative Romagna abbiamo fatto molto in questi anni per sensibilizzare su questo tema, anche a livello internazionale. Abbiamo partecipato a tanti eventi, ci stiamo prodigando per lavorare anche in ambito di Alleanza delle Cooperative.

Chiudo con una considerazione: sento dire che nei periodi di crisi solo le aziende grandi resistono. Non possiamo accettare questa teoria, la diversità e la vicinanza ai soggetti più fragili è ciò che ci contraddistingue come cooperazione. Sarà nostro compito far sì che nessuna cooperativa resti indietro, dobbiamo andare avanti tutti insieme”.

 

Matteo Guaitoli - Mpda Girasole

“Confcooperative ha dato a questo incontro annuale il titolo di ‘Genere e Generazioni’, indicando la valorizzazione delle diversità come uno strumento utile allo sviluppo. A partire da questo spunto, vorrei indicare tre priorità per i prossimi, difficili anni che ci aspettano; la prima è valorizzare e custodire le piccole cooperative. Affinché ciò avvenga dev’esserci un patto di co-responsabilità: da una parte Confcooperative dovrà aiutarle a fare rete con altre realtà del territorio, dall’altra parte le stesse cooperative dovranno sposare questa scelta e lavorare insieme.

Seconda priorità, i territori. Non dobbiamo dimenticarci dei singoli territori, dobbiamo mantenere alta ed efficace la rappresentanza di ogni realtà locale.

La terza priorità sono i nostri soci lavoratori, linfa delle nostre attività. Anche loro passeranno un periodo difficile e noi come sistema abbiamo il dovere di non lasciarli soli. Se, come auspichiamo, il nuovo Governo destinerà dei ristorni alle cooperative, potremo riservarne una parte ai lavoratori.

Ci sono, infine, due preoccupazioni che vorrei condividere. La prima riguarda la scarsa considerazione che l’ente pubblico rivolge alla cooperazione sociale, riservandovi sempre meno appalti: qui la voce di Confcooperative sarà fondamentale. La seconda preoccupazione è per il sistema educativo privato. Le scuole paritarie cattoliche sono oggi in difficoltà e pur essendo un servizio non remunerativo non possiamo esimerci dal sostenerle.

Sento dire che nei periodi di crisi sopravvivono solo le migliori aziende e quelle marginali vengono espulse dal mercato. Noi non possiamo accettare questa modalità, per noi la diversità e la solidarietà sono valori imprescindibili e nessuno va lasciato indietro”.

 

Sauro Bettoli - Arco Trasporti

“Oggi si è parlato di inclusività e devo ammettere che la cooperativa che rappresento va in tutt’altra direzione, perché conta un numero di socie donne pari a zero, anche in cda. Purtroppo la presenza femminile nel mondo dell’autotrasporto è molto rara, e oggi lo è anche quella maschile. Facciamo fatica a trovare autisti, i giovani non si avvicinano a questa professione e la responsabilità principale è nella burocrazia, tutto il resto viene dopo.

Mi aspettavo che qualcosa si muovesse per cercare di ridurre la burocrazia, per provare a rendere la nostra categoria un po’ più attrattiva anche per le nuove generazioni. Invece è stato fatto poco o niente. Un Paese che non si cura dell’autotrasporto è un Paese che non si vuole bene. Mi aspetto un’organizzazione forte che sappia interpretare i nostri bisogni”.

 

Marco Ragazzini - Medicoop

“Sono un medico, presidente di una cooperativa medica e connesso a Federsolidarietà. Ascoltando gli interventi di oggi mi sono sentito in dovere di fare una riflessione: c’è un forte collegamento tra ciò che voi cooperative sociali fate e ciò che poi si riverbera sul sistema sanitario. Solidarietà e sanità sono due aspetti dello stesso insieme, tutto ciò che non viene erogato sotto forma di solidarietà ricade sul sistema sanitario. Ogni persona fragile che non viene accompagnata, sarà una persona malata.

Il Covid è stato terribile per le cooperative sociali ma quello che sono riuscite a fare è stato importantissimo. Lo Stato parla di rimborsare le spese psicologiche alle persone non fragili, che va benissimo, ma pensiamo ai disagi che ha subìto una persona fragile, con disabilità, con autismo. Ha bisogno di ricostruire il suo mondo ben oltre i colloqui con uno psicologo. Ciò che mi stupisce è che non si stia parlando di ristori per il sociale, visto che arriveranno anche dei costi immensi per l’energia, il riscaldamento, eccetera. Pensiamo anche alle residenze per anziani, che hanno spese molto alte. Ogni ritardo in questi aiuti si trasformerà in costi dieci volte maggiori, da un punto di vista sanitario. È un investimento, non una spesa”.

 

Antonio Buzzi - Consorzio Solco Ravenna

“Dati Istat alla mano, le famiglie nel 2023 pagheranno in media 3000 euro in più. Sono i nostri soci, i nostri lavoratori. Quanti di loro non riusciranno a trovare queste risorse agevolmente? Le cooperative si trovano nelle stesse condizioni. Il sistema è già in grave sofferenza, gli interventi e gli aiuti servono ora, servivano ieri. Se teniamo aperti i nostri servizi socio-sanitari non è perché ci conviene, è perché sono necessari alla comunità. Siamo sottodimensionati, abbiamo bisogno di personale e non si capisce perché le Università continuino a tenere il numero chiuso nei corsi di laurea a indirizzo sanitario. Le risorse ci sono, le stiamo disperdendo per trovare personale all’estero, investiamole invece per formare i nostri giovani.

Nonostante le difficoltà siamo chiamati a guardare al futuro. Il Covid ci ha insegnato che nelle difficoltà ci si salva solo uniti. Potremo farcela solo se metteremo a frutto la nostra capacità di fare rete, a livello intersettoriale. La rappresentanza sarà essenziale per darci una mano, penso al partenariato pubblico-privato, al dialogo con i sindacati che ci chiedono di alzare gli stipendi al personale e abbassare i costi dei servizi: le due cose sono incompatibili, bisogna decidere su cosa puntare. Dobbiamo potenziare i servizi domiciliari e le comunità, snellire la burocrazia, valorizzare l’inclusione. Siamo in una società che purtroppo esclude, invece la diversità va considerata come una risorsa, come fanno le cooperative di tipo B: un sistema che nel mondo ci invidiano e che invece è messo in discussione nel suo contratto collettivo proprio qui, in questa regione, dov’è nato.

È ovvio che per fare tutto questo servono risorse. Il nostro sistema sociale non produce ricchezze, la ridistribuisce. Occorre cercare queste risorse, il cuneo fiscale è lo strumento giusto per retribuire di più le professioni senza far crescere l’inflazione. Ci sono extra-profitti ingiustificati che rimangono concentrati nelle mani di pochi, dobbiamo chiedere al nostro sistema politico di andare a recuperare quei crediti e usarli come si conviene”.

 

Aristide Castellari - Agrintesa

“C’è stata una battaglia importante per le rese nei nostri campi, l’abbiamo portata a casa grazie alla rappresentanza a Roma, dove abbiamo difeso il reddito dei nostri soci cooperatori. Di battaglie ce ne sono altre, oggi principalmente ne abbiamo davanti due, oltre ai cambiamenti climatici: il fabbisogno di manodopera, che ci vede sguarniti nelle campagne, e il costo dell’energia, che ci mette in ginocchio. Servono aiuti, agevolazioni al credito d’imposta, misure che ci vengano incontro e diano ossigeno alle nostre aziende, ai produttori. Altrimenti a vincere sarà lo scoramento, ci sono già ruspe all’opera per espiantare frutteti che non verranno più ripiantati. C’è un’altra questione su cui vorrei puntare l’attenzione: la nuova politica ‘ambientalista’ del farm to fork. Si vuole imporre una riduzione dei fitofarmaci del 62% e questo non metterà più nelle condizioni di produrre frutta, che già oggi produciamo con il massimo dell’attenzione. Non usiamo i fitofarmaci con leggerezza, anche perché hanno un costo molto elevato. La nostra frutta è sana e buona per il consumatore. Noi siamo i primi a salvaguardare l’ambiente in cui lavoriamo, piuttosto chiediamo di investire nella ricerca, superando ogni freno ideologico. Le alternative ci sono, rendiamole accessibili. Impegniamoci a difendere una filiera sana, anche per il futuro”.

 

Andrea Galli - Nuova Edilspada

“Rappresento una cooperativa edile e siamo in grave difficoltà, abbiamo oltrepassato il momento dell’emergenza. Non troviamo materiali, manodopera, trasporti. Nessuna impresa accetterà di fare appalti ai prezzi che ci sono oggi. Non siamo in condizione di lavorare, di programmare.

Vogliamo essere ottimisti e andare avanti, anche perché il problema è trasversale e comune a tutti. Ci vogliono amministrazioni che supportino, scuole edili che formino personale qualificato, anche dall’estero. Le persone che arrivano in Italia vanno considerate come una risorsa”.

 

Bruno Piraccini - Orogel

“I problemi sono già stati evidenziati, mi preme sottolineare un aspetto: quello del ruolo che le nostre cooperative hanno in un momento così drammatico. Siamo in prima linea, abbiamo il compito di dare l’esempio e di essere protagonisti, coinvolgendo in modo totale le nostre attività e la nostra filiera. Dobbiamo mettere tutti in condizione di farcela, trovare le forze per superare questo momento. Per questo è necessario rinsaldare la coesione nel movimento, tra cooperative dello stesso settore e tra cooperative di settori diversi. Solo se lavoriamo insieme, con coesione e collaborazione, possiamo dare quel contributo importante che serve al Paese e garantire la nostra sopravvivenza. Occorre responsabilità, da parte nostra ma anche da tutte le istituzioni, dallo Stato, dalla politica. Non serve competere, serve coesistere”.

Con l’apertura del Nucleo Alzheimer e l’arrivo dei primi ospiti previsto per il 21 novembre si completa l’avvio della Rosa dei Venti, il centro residenziale polifunzionale dedicato alla popolazione non autosufficiente di Ravenna.

La Rosa dei Venti è un progetto cooperativo nato dal Consorzio Solco Ravenna e dalla cooperativa Il Cerchio in stretta collaborazione con il Comune di Ravenna e l’Ausl della Romagna. Da oggi la struttura mette a disposizione del territorio anche un centro residenziale altamente specializzato per la gestione temporanea delle persone con Alzheimer.

Il nucleo ha a disposizione 18 posti in altrettante camere singole. È stato progettato tenendo conto dei bisogni delle persone che verranno a risiedere: ha un percorso circolare, una cucina da utilizzare anche per le attività di riabilitazione, un giardino dedicato con un percorso sensoriale e piante officinali che sarà terminato nelle prossime settimane insieme agli ospiti, che verranno coinvolti nel giardinaggio. I corridoi, che assumono la veste di ‘vie’ che circondano il giardino pensile e sulle quali affacciano le camere, sono stati nominati con parole che ricordano la storia romagnola, come via del Sangiovese o del Cappelletto. Infine, il Nucleo ha a disposizione una palestra e una stanza Snoezelen, cioè un ambiente multisensoriale che stimola il rilassamento e contrasta il deterioramento cognitivo.

Anche il team del Nucleo, interamente dedicato ai 18 ospiti, ha una formazione specifica per assistere le persone affette da questa malattia. “Ringraziamo l’AUSL della Romagna con la quale abbiamo lavorato in stretta sinergia per la formazione dei professionisti e delle professioniste che lavoreranno nel Nucleo Alzheimer - sottolineano Antonio Buzzi e Maria Grazia Cortesi, presidente e vicepresidente del Consorzio Rosa dei Venti -. Il gruppo di lavoro è composto da un medico, uno psicologo, un coordinatore, circa 15 operatori tra infermieri e oss e un terapista occupazionale. La loro formazione, guidata da professionisti di Ausl Romagna, è terminata negli scorsi giorni e ora sono pronti ad accogliere i primi ospiti”.

Gli inserimenti avverranno per gradi: si partirà con 10 persone per poi raggiungere la piena capienza a metà febbraio. “Il Nucleo è pensato per ospitare persone con Alzheimer per un periodo massimo di 6 mesi, il tempo necessario per aiutare la persona e la sua famiglia a gestire alcuni stadi critici della malattia e recuperare alcune funzionalità - aggiungono Buzzi e Cortesi -”.

L’apertura del Nucleo è stata possibile grazie alla stretta collaborazione con il Comune di Ravenna e l’Ausl della Romagna e anche grazie a un generoso contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna di 108mila euro per l’arredo e le attrezzature del nucleo.

 

I numeri della Rosa dei Venti

La Rosa dei Venti ha nel suo insieme una capacità di 136 posti residenziali, dispone di 35 camere doppie e 48 camere singole e di un nucleo Alzheimer con 18 camere singole. 78 posti in casa residenza sono convenzionati con l’ente pubblico, mentre i restanti 39 sono a libero mercato. Gli abitanti della Rosa dei Venti possono contare su assistenza socio-sanitaria 24 ore su 24, su 200 figure professionali impiegate e su una struttura progettata e realizzata a partire dai loro bisogni.

 

Il complesso sorge su una superficie di 15.000 metri quadrati, di cui 7.000 sono dedicati alla struttura e 8.000 alle aree verdi e ai 90 posti auto. La peculiare forma architettonica a raggiera, da cui il nome Rosa dei Venti, è stata ideata tenendo conto del giusto rapporto tra spazi interni ed esterni, degli spostamenti del personale tra un nucleo e l’altro, dell’equilibrio tra luoghi di privacy e luoghi di convivialità, dell’apporto di luce naturale. 

La struttura è sostenibile dal punto di vista ambientale grazie all’impiego di infissi a risparmio energetico, all’utilizzo di luci a led, all’impianto solare termico e all’impianto solare fotovoltaico. Inoltre, la particolare facciata ventilata, unita al cappotto termico, favorisce un microclima interno ideale per il comfort di chi vi abita, con un energetico molto contenuto.

Il 14 ottobre sono ricorsi i 72 anni dalla fondazione della cooperativa agricola Libertà e Lavoro di Ravenna. Il direttore tecnico Gabriele Zavatta racconta l’evoluzione del lavoro zootecnico e spiega le prospettive per il futuro, complice anche l’imminente partenza della nuova sala di mungitura al Centro Zootecnico a Sant’Alberto di Ravenna.

Zavatta, quali sono i passaggi-chiave nella crescita della cooperativa, che oggi produce 72mila ettolitri di latte all’anno e ha un allevamento di circa 1070 capi?

“Sicuramente la scelta più azzeccata è stata quella di focalizzarsi sulla produzione di latte vaccino, abbandonando le attività di vivaismo e frutticoltura. Siamo stati in grado di prevedere e rispondere alle esigenze del mercato. Anche impegnarci da subito in un business attento alla sostenibilità ambientale è stata una decisione che oggi ci permette di continuare a investire in questa direzione”. 

In che modo Libertà e Lavoro si è adeguata alla necessità di rendersi sostenibile dal punto di vista ambientale?

“Produciamo energia da fonti rinnovabili: sopra ai tetti di stalle e fienili sono installati pannelli fotovoltaici; abbiamo un impianto a biogas alimentato a biomasse prodotte in azienda e dalle deiezioni della mandria. Il foraggio viene coltivato in gran parte sui 450 ettari di terreno attorno alla stalla, quindi con un basso impatto ambientale. A chiudere il cerchio di questo modello di economia circolare c’è l’utilizzo del prodotto di risulta del biodigestore, che diventa concime”.

Entro fine anno si concluderanno i lavori per la nuova linea di mungitura meccanizzata: di cosa si tratta e perché avete fatto questa scelta?

“Si chiama batch milking, è una sala dotata di robot che svolgono le operazioni di mungitura al posto dell’uomo. Le vacche vengono accompagnate in una sala di attesa e poi, in maniera volontaria, accedono ai robot. Tre anni fa ci siamo resi conto di avere difficoltà a reperire manodopera specializzata, così abbiamo deciso di risolvere facendo un passo in avanti in funzione anche del benessere animale: il robot, a differenza dell’uomo, opera in tempi e modi standard e questo si traduce in meno stress per l’animale, di conseguenza anche in una maggiore produttività. Inoltre, il robot raccoglie in tempo reale i dati sulla qualità del latte, permettendo di monitorare le condizioni di salute della bovina e intervenire prima dell’insorgere delle malattie”.

Quali sono gli obiettivi per il futuro?

“Nel breve periodo abbiamo in programma la costruzione di una stalla nuova e un aumento della mandria di circa 150 capi. L’obiettivo è raggiungere i 100mila ettolitri annui di produzione. Nei prossimi anni vorremmo aumentare la superfice irrigua dell’azienda da 260 a 320 ettari: il clima è notevolmente cambiato e non possiamo permetterci carenza o cattiva qualità degli alimenti a causa della siccità, ne andrebbe di mezzo la salute degli animali”.

La cooperativa è un modello vincente, capace di dare prospettive occupazionali e crescita professionale ai giovani, un’impresa etica che coniuga il perseguimento dei princìpi mutualistici con la valorizzazione delle competenze, mettendo al centro la persona. Una forma imprenditoriale che deve però farsi conoscere sempre di più per fornire nuove risposte ai bisogni delle comunità.  

È quanto emerso ieri pomeriggio all’incontro “Sì, ne vale la pena! Giovani cooperatori a confronto su futuro e lavoro”, l’iniziativa (che ha registrato un’importante partecipazione di ragazzi) promossa dai Giovani Imprenditori di Confcooperative Emilia Romagna a La Polveriera di Reggio Emilia nell’ambito del festival “Polveriera Cinque”. 

“Ci siamo risposti che sì, vale la pena impegnarsi ogni giorno nelle nostre cooperative perché qui possiamo dare concretezza a quei valori di mutualità, solidarietà e sostenibilità che sentiamo nostri” ha detto in apertura Mirca Renzetti, presidente del Gruppo Giovani regionale di Confcooperative che rappresenta oltre 900 amministratori under 40 di cooperative (un terzo donne) e può contare su 118 cooperative a governance giovanile. 

“Il ruolo dei giovani cooperatori – ha aggiunto nel suo saluto il presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza - è fondamentale nella nostra organizzazione, perché è grazie a loro se possiamo diffondere in maniera più efficace la cultura cooperativa e fare conoscere sempre di più questo modello di impresa mutualistica e solidale”. A ricordare la sua lunga esperienza da giovane cooperatore – iniziata ad appena 20 anni – è stato inoltre Valerio Maramotti, presidente del Consorzio Oscar Romero, che ha fatto gli onori di casa spiegando ai presenti l’importanza di trovarsi in un luogo rigenerato e restituito alla città come La Polveriera. 

 

Nel dialogo con la giornalista Diana Cavalcoli del Corriere della Sera, è toccato poi a due esperti di cooperazione come Leonardo Becchetti (Università Tor Vergata di Roma) e Paolo Venturi (direttore Aiccon) indicare le principali sfide che i giovani cooperatori sono chiamati oggi ad affrontare. 

“Le cooperative si contraddistinguono dal resto delle imprese innanzitutto per la loro generatività – ha detto Becchetti -, generano un valore economico e sociale che viene redistribuito, rimane nei territori e resta nel tempo; non fanno parte di quell’economia che depreda le comunità per portare via la ricchezza. Per questo vale davvero la pena per i giovani impegnarsi nella cooperazione partendo dalle sfide odierne, come quella dell’economia green e delle energie rinnovabili nella declinazione delle comunità energetiche, ma anche delle piattaforme digitali che devono trovare governance democratiche, così come nelle aree interne che con le cooperative di comunità possono contrastare lo spopolamento. Sono queste le principali sfide – ha sottolineato Becchetti – che devono vedere protagonisti i giovani cooperatori, i quali non possono pensare di vivere su rendite ormai non più attuali”. 

Secondo Venturi, “la nuova generazione di cooperatori ha il compito di rompere gli schemi dei settori per affermarsi come portatori sani di mutualismo in ogni ambito produttivo e dei servizi”. “Non basta rispondere che sì, ne vale la pena e poi continuare a fare come sempre si è fatto – ha scandito il direttore di Aiccon –, occorre subito dopo alzarsi dal divano e mettersi all’opera per collocare il mutualismo dentro le grandi sfide odierne, dalla digitalizzazione all’abitare fino al consumo consapevole”. “Tutti attribuiscono al lavoro in cooperativa un valore aggiunto – ha chiosato Venturi – ma da una recente indagine svolta da Aiccon su un campione di cooperatori sociali under 35 abbiamo scoperto che nemmeno questo basta: c’è certamente un tema legato alle retribuzioni che richiede di essere affrontato, ma soprattutto c’è una tema di prospettive, di futuro, di relazioni e qualità del lavoro che i giovani chiedono sempre di più, anche dentro le cooperative”. 

Infine, i giovani volontari del Servizio Civile nelle sedi di Confcooperative in Emilia-Romagna hanno presentato il format “Le faremo sapere” avviato da alcuni mesi con incontri nei territori e dialoghi social per raccogliere le istanze della generazione che si affaccia al mondo del lavoro. 

“Siamo convinti che la cooperativa rappresenti oggi ancora più di ieri un ascensore sociale per i giovani – ha concluso il direttore di Confcooperative Emilia Romagna Pierlorenzo Rossi -, uno strumento che crea coesione e può aiutare a sovvertire gli schemi economici rendendo i ragazzi protagonisti, dandogli cioè la possibilità di concretizzare in prima persona quella grande sensibilità sui valori di solidarietà, risetto dell’ambiente e inclusione sociale che dimostrano sempre più di avere”. 

 

L'obiettivo di Dopodomani è fornire agli studenti delle classi quinte, della Scuola secondaria di secondo grado di Faenza, alcune indicazioni per affrontare adeguatamente la scelta delicata circa la strada da intraprendere una volta ottenuto il diploma: essere pronti, superato il traguardo della maturità, a intraprendere un nuovo percorso formativo o professionale.

 

Sono in programma nei prossimi giorni gli eventi conclusivi rivolti agli studenti - sempre delle classi V - che desiderano un maggiore approfondimento.

Ogni serata è dedicata a un tema specifico, con l'intervento di relatori e lavori di gruppo:

  • 25 novembre: strumenti per cercare le info utili, ma soprattutto per vagliarle con la propria testa, a Faventia Sales;
  • 2 dicembre: testimonianza di ragazzi più grandi che lavorano o hanno fatto scelte originali da cui prendere spunto, al Rione Verde.

 

L'attività è consistita in un duplice intervento presso le Scuole aderenti:

  • una sessione di 1 ora per classe: presentazione, da parte di orientatori esperti, delle possibilità di studio, formazione e inserimento lavorativo che si aprono dopo la scuola superiore, i criteri per raccogliere adeguatamente le tante informazioni senza perdersi, i criteri per affrontare per tempo una indagine e quelli per giungere a una decisione finale;
  • uno sportello individuale (di sabato mattina) nel quale gli studenti hanno a disposizione un orientatore che li aiuta a mettere a fuoco il proprio progetto post diploma e fornisce loro ulteriori indicazioni informative e metodologiche per intraprendere il percorso di scelta.

Il risultato che si intende perseguire è che la scelta degli studenti sia consapevole, fondata su una corretta indagine e comprensione delle tante informazioni esistenti e aperta a diverse possibilità; tra queste:

  • -          gli studi universitari
  • -          le altre possibilità di formazione non universitaria
  • -          la ricerca attiva di un lavoro

Dopodomani viene realizzato da un team di formatori e orientatori (Studio Officina di Faenza) che uniscono a una esperienza presso diverse realtà aziendali e organizzative una competenza specifica nel rapportarsi al mondo dei giovani.

L'attività si svolge nel periodo ottobre/novembre.

 

Edo Miserocchi, Presidente della Fondazione Dalle Fabbriche – Multifor ETS, ha affermato che “Il progetto Dopodomani continua per realizzare i suoi obiettivi: dal lato pratico, divulgare le informazioni basilari per orientarsi tra le diverse possibilità che si presentano dopo la Maturità; dal lato educativo, stimolare gli studenti a un'autovalutazione delle proprie capacità e attitudini, oltre a imparare un metodo per raccogliere, esaminare e “setacciare” informazioni e utilizzarle per giungere a una decisione finale su quale strada intraprendere dopo il diploma”.

Il gruppo Amadori ha avviato un importante percorso di ricerca personale e assunzione per oltre 700 persone da oggi e per i prossimi mesi, su tutti i siti principali della sua filiera integrata: in particolare in Romagna, per gli stabilimenti produttivi di Cesena e Santa Sofia (FC), per i siti in Abruzzo, a Mosciano S. Angelo (TE) e per le altre sedi in tutta Italia.

 

L’azienda sta cercando figure ad ogni livello professionale: dagli addetti alla produzione ai magazzinieri, da figure tecniche e ingegneristiche legate alla manutenzione a diversi ruoli tecnico-amministrativi, oltre a figure in ambito HR, Marketing, IT e commerciale.

 

Per facilitare il processo di selezione, Amadori ha riprogettato tutta la sezione “Lavora con Noi” del sito, all’interno del quale si possono trovare tutte le opportunità di lavoro e a cui ci si può candidare.

 

La sezione è completata da una serie di informazioni integrative e interviste ai dipendenti, che mirano a raccontare nel dettaglio la diversificata offerta professionale che Amadori propone lungo tutta la sua filiera integrata.

 

Questa importante campagna di recruiting conferma la strategia di sviluppo e crescita che Amadori sta perseguendo da diversi anni e che intende portare avanti attraverso importanti investimenti strategici, che stanno rendendo sempre più innovative e tecnologicamente avanzate le strutture produttive del Gruppo.

 

“Il gruppo Amadori dà lavoro oggi a quasi 9.500 persone, di cui 51% donne e il 49% uomini, in rappresentanza di oltre 80 nazionalità differenti: una comunità varia e integrata, che rappresenta la nostra forza ed esprime al meglio i valori aziendali”, ha dichiarato Flavio Amadori, presidente di Amadori S.p.A. “Investiamo da anni nella formazione professionale, attraverso la nostra Amadori Academy che, nel solo 2021, ha erogato oltre 54 mila ore di formazione ad ogni livello. Continueremo a investire in questo ambito strategico per tutti i dipendenti. Il nostro obiettivo è crescere insieme alle nostre persone.”

 

Questo piano di assunzioni su larga scala è coerente con la crescita a doppia cifra di Amadori che, grazie a un ambizioso piano di investimenti, punta a raggiungere i 2 miliardi di euro di fatturato nei prossimi 5 anni.

Condividere una passione, non perdere entusiasmo e saper liberare la creatività, quella stessa che hanno scelto per il nome della cooperativa: ecco Made Officina Creativa, vulcanica realtà cooperativa del riminese.

“Collaboriamo con artisti nazionali e internazionali di teatro, musica, danza e animazione di strada - racconta Otello Cenci, che cura regia e direzione artistica di ogni progetto -. La passione per i progetti che si mettono in lavorazione, l’entusiasmo con cui li si porta avanti, la cooperazione per concretizzare quelli più importanti, la cura delle sinergie con i partner: per noi tutto questo è Made”.

Così questa piccola realtà, in termini numerici sono solo 4 soci, sa allargarsi alle infinite collaborazioni con le professionalità di volta in volta richieste dalle produzioni e dai progetti messi in campo. Il cuore di Made, insieme alla realizzazione di eventi, è infatti la produzione cinematografica e teatrale.

Tra gli ultimi lavori il film che racconta l’eccezionale storia di Padre Marella e della sua opera a favore dei fragili e degli ultimi a Bologna. “La Sorpresa”, così si intitola la pellicola di cui Otello Cenci è regista, è nata da un laboratorio cinematografico che ha coinvolto 350 ragazzi.

Il periodo pandemico per Made Officina Creativa, pur duro come per tante altre realtà attive nel mondo della cultura e dello spettacolo, non è stato inattivo. Tutt’altro.

Per il teatro, solo per fare un esempio, è nato “Liberi Tutti”, spettacolo inaugurale di Meeting22, andato in scena al Teatro Galli di Rimini, poi in replica a Lugano e riproposto nei cartelloni anche per questa stagione. Tra i fiori all’occhiello va ricordato il Musleo - l’Ecomuseo Multimediale permanente di San Leo, realizzato nella rocca da Made Officina Creativa per il Comune di San Leo. Attraverso suggestive proiezioni multimediali, si va alla scoperta del patrimonio storico, naturalistico e ambientale che circonda la fortezza insieme a tre illustri viaggiatori: Dante, Cagliostro e San Francesco.

Ma l’attività vulcanica di Made ha già predisposto una fitta agenda anche per il 2023 come ci racconta Otello Cenci: “Parte quest’anno anche un progetto di cinema nelle scuole, con l’obiettivo di alfabetizzare i più giovani al linguaggio cinematografico attraverso l’icona riminese per eccellenza, Federico Fellini. Stiamo organizzando per il Carnevale, partiamo nuovamente con il lavoro per il Meeting. Passione e entusiasmo sono i nostri compagni di strada”.

Solco Ravenna ha attivato un servizio speciale dedicato proprio a questa circostanza: Solco per Te - la porta di accesso alla rete dei servizi per anziani del Consorzio. Qui ogni persona interessata a un posto privato in una casa residenziale per anziani potrà trovare le risposte che cerca e anche qualcosa di più: persone capaci di ascoltare, di capire il bisogno e di trovare la soluzione più adatta alle esigenze espresse all’interno della rete del consorzio.

“L’obiettivo di questo nuovo servizio è lavorare insieme a chi si rivolge a noi alla costruzione di un nuovo progetto di vita - afferma la responsabile di Solco per Te, Silvana Piolanti -. Non ci limitiamo a fornire una lista di strutture con posti disponibili o informazioni su come fare ad accedervi. Cerchiamo di analizzare il bisogno, ascoltiamo le esigenze e le particolarità, valutiamo la soluzione più adatta, offriamo supporto nel momento del disbrigo delle pratiche, siamo al fianco della persona anziana e dei suoi familiari nel momento di inserimento in struttura e, successivamente, monitorando il loro grado di soddisfazione e dialogando con i coordinatori dei servizi per ottimizzare al meglio la proposta residenziale”.

Silvana Piolanti è una professionista con tanta esperienza nel campo della residenzialità per anziani. È stata tra l’altro coordinatore responsabile della casa residenza anziani Maccabelli di Russi, instaurando un ottimo rapporto con ospiti e comunità. Fa parte inoltre dell’Otap della provincia di Ravenna, l’organismo che si occupa di verificare che le case residenza anziani convenzionate abbiano e mantengano i requisiti necessari per avere l’accreditamento regionale.

“La base per un buon lavoro in queste situazioni è l’ascolto - continua Piolanti -. Non dobbiamo  mai sottovalutare il sentimento che in quel momento anima la persona che si rivolge a noi in una fase di difficoltà. Magari è un familiare che non riesce a gestire più il suo anziano, oppure è una persona che si ritrova spesso sola in casa perché figli e nipoti vivono lontano. Ci sono tante situazioni e, purtroppo, per molti l’assistenza domiciliare privata non è la soluzione più semplice da trovare”.

In questa prima fase di avvio, il servizio si dedicherà esclusivamente alla residenzialità per anziani non autosufficienti, ma l’obiettivo è di renderlo un luogo capace di dare risposte e supporto a diverse situazioni, grazie agli innumerevoli servizi che la rete delle associate a Solco mette a disposizione per il welfare del territorio.

Solco per Te è aperto su appuntamento tramite richiesta a piolanti@solcoravenna.it.

BCC Innovation Festival, al via la seconda edizione che individua le migliori idee imprenditoriali nel campo dell’Innovation Technology per facilitarne la crescita e il posizionamento sul mercato; i progetti più meritevoli concorreranno per l’assegnazione di un percorso di incubazione o accelerazione d’impresa del controvalore di 30 mila euroLe candidature sono da presentare entro il 31 gennaio 2023.

La prima edizione del Festival ha visto coinvolte tutte le banche del Gruppo BCC Iccrea, con la partecipazione di 55 idee imprenditoriali, iniziativa al termine della quale sono risultati vincitori quattro progetti distribuiti in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.

 

Nella precedente edizione BCC ROMAGNOLO aveva presentato l’azienda cesenate Tulips Market, che si è classificata tra i primi 20 finalisti. In questa seconda edizione, oltre alle idee imprenditoriali in fase di avvio, potranno partecipare anche i progetti d’impresa con un po' di storia alle spalle ma che si trovano nella cosiddetta “fase growth”, vale a dire in quel delicato periodo di sviluppo e di crescita della propria potenzialità ed efficacia d’azione.

 

Anche quest’anno BCC ROMAGNOLO presenterà le proprie proposte selezionandole dai progetti che partecipano ad Accademia delle Idee l’incubatore della banca che aiuta i giovani potenziali imprenditori e startupper a sviluppare le proprie intuizioni innovative; al momento le due nuove proposte che entrano in Accademia delle Idee sono “Anime in fermento”, un progetto che si occupa della produzione e distribuzione di una bevanda biologica artigianale e “Blencer” una piattaforma di e-commerce per privati, professionisti ed influencer.

 

Accademia delle Idee è un progetto ideato da BCC ROMAGNOLO, un luogo fisico per lavorare e creare situato all’interno dei locali di Cesena Lab (beneficiando così anche delle opportunità messe a disposizione da questa realtà cesenate), promosso dall’Associazione Giovani BCC Romagnolo, con l’obiettivo di offrire a giovani imprenditori under 40 la possibilità di “testare” la propria idea di business, totalmente a costo zero, mettendo a loro disposizione spazi di coworking debitamente attrezzati, consulenza e formazione con l’obiettivo di favorire la nascita e lo sviluppo di nuove idee imprenditoriali. Accademia delle Idee ha ricevuto importanti riconoscimenti come il “Premio nazionale per l’innovazione”, il “Premio dei Premi” istituito dalla Presidenza della Repubblica e il “Premio ABI Lab”.

L’agenzia Winner Mestieri di Forlì è un progetto del Consorzio di Solidarietà Sociale che si occupa di aiutare giovani, donne e persone straniere in difficoltà a entrare nel mondo del lavoro. Lo fa seguendo due strade: l’orientamento e la creazione di una rete con gli enti del territorio che si occupano di politiche attive del lavoro, il tutto tenendo alta l’attenzione sulla singola persona da aiutare e il suo vissuto.

“In questi anni di attività abbiamo creato un team composto da figure con qualifica in orientatore e una formazione specifica per la presa in carico di soggetti vulnerabili - racconta Noemi Tangreda di Winner Mestieri -. Sono 4 professioniste con l’approccio tipico dell’operatrice sociale che conosce i bisogni ma anche il territorio e le sue risorse, capaci di costruire percorsi personalizzati e attivare la giusta rete che possa supportare i progetti di inserimento lavorativo”.

Quali sono i progetti attivi al momento?

“Abbiamo due progettualità su cui siamo particolarmente concentrati e che stanno dando buoni risultati: Gol - Garanzia Occupabilità Lavoratori, attivo da luglio 2022 e inserito nella sezione del Pnrr dedicata alle politiche attive del lavoro, e Re-source, un progetto che rientra nel Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (Fami), operativo già da alcuni anni”.

In cosa consistono?

“Il progetto Gol prevede un sistema di profilazione, in carico al centro per l’impiego di Forlì, che individua 4 percorsi differenti basati sul livello di occupabilità dei beneficiari. L’obiettivo del programma, che viene realizzato attraverso una serie di colloqui individuali, è quello di supportare le persone nella ricerca di un’occupazione adatta alle loro competenze e ai loro desideri attraverso tre fasi: l’orientamento specialistico, l’accompagnamento al lavoro (tramite tirocinio o contratto) e il supporto all’autoimpiego. I beneficiari del programma sono molteplici, tra cui persone disoccupate, percettori di Naspi e percettori di reddito di cittadinanza”.

E Re-Source?

“Il progetto Re-Source è destinato alle persone straniere e ha 4 obiettivi principali: migliorare l’accesso ai servizi al lavoro presenti sul territorio, validare le competenze non formali acquisite durante il percorso migratorio, rafforzare la messa in rete di sistemi informativi/gestionali dei servizi e incentivare la cooperazione con il sistema di accoglienza. Dal 2019 fino ad oggi abbiamo accolto 440 utenti con i quali sono state svolte diverse attività: stesura di una lettera di presentazione, simulazione di colloquio, creazione dello Spid e apertura del portale Lavoro per Te”.

La situazione internazionale attuale ha portato dei cambiamenti?

“È cambiata molto l’utenza del progetto Re-source: se fino allo scorso anno era prevalentemente maschile, da quest’anno ha registrato un’impennata del numero di donne, dovuta soprattutto all’arrivo delle profughe ucraine”.

Il lavoro svolto al terminal crociere di Porto Corsini ha dato molte soddisfazioni a Colas Vigilanza, che temeva un calo di lavoro dovuto alla riduzione dei servizi straordinari attivati durante l’emergenza sanitaria. La divisione “sicurezza” della cooperativa Colas Pulizie Industriali di Ravenna ha infatti registrato un incremento dei servizi, in particolare quelli che richiedono un’alta specializzazione. “La cosa più interessante - evidenzia il direttore di Colas Vigilanza Andrea Avellone - è che siamo riusciti a bilanciare rapidamente la riduzione, attesa e fisiologica, di tutti i servizi straordinari. Un contributo rilevante è arrivato dal lavoro al terminal crociere che ha impegnato la nostra squadra a partire da aprile 2022 e che andrà avanti fino a metà novembre”.


Per Colas Vigilanza il servizio di sicurezza portuale agli sbarchi è particolarmente importante perché si tratta di una delle prestazioni più qualificanti e a maggior valore aggiunto del settore. “Siamo contenti di essere riusciti a svolgere al meglio questo incarico e le prospettive sono incoraggianti - aggiunge Avellone -. Gli sbarchi termineranno a novembre 2022 per poi riprendere ad aprile 2023 e contiamo di confermare la nostra posizione. Nel frattempo le guardie che sono state impiegate nei servizi concluderanno la stagione con un esame di abilitazione molto importante, che si terrà presso la Commissione provinciale per la verifica dei requisiti di Addetto alla Sicurezza Sussidiaria”. 


Un altro particolare rilevante rispetto al servizio a Porto Corsini è la collaborazione avviata con altri istituti di vigilanza del territorio: “Il servizio al terminal richiede tra le 10 e le 25 guardie per turno e per rispondere al meglio a questa esigenza abbiamo chiesto a Coop Service e a Cittadini dell’Ordine (Cdo) di collaborare con noi - spiega Avellone -. Abbiamo così unito le forze e siamo riusciti a fronteggiare egregiamente le richieste, operando fianco a fianco con correttezza e professionalità”. 


La squadra, infine, ha risposto con “solidarietà e spirito di servizio” alle nuove richieste di lavoro e, in tanti, hanno partecipato volentieri a un progetto un po’ diverso dal mestiere tradizionale di guardia, solitario e spesso notturno. “L’attività di security al terminal è faticosa perché richiede tanta concentrazione ma è anche un’attività di squadra e per molti è stato piacevole ritrovarsi a lavorare insieme e in un modo diverso dal solito. Il sostegno e la coesione di soci e dei lavoratori è un fattore fondamentale per la nostra cooperativa e vale sia per i momenti positivi che per quelli più difficili che, probabilmente, arriveranno. L’incremento esponenziale dei costi di carburante ed energia - conclude Avellone - hanno colpito anche noi e sicuramente incideranno sul bilancio 2022 in modo netto”. 
 

“LA BCC ravennate, forlivese e imolese, pur essendo una BCC senza fini di speculazione privata, conferma indicatori di bilancio molto positivi”, afferma Franco Giorgioni, vice direttore e responsabile del credito della Banca (nella foto); “avere un bilancio sano e virtuoso è la prima rassicurazione per soci, clienti e depositanti.  Produrre utile per noi significa capitalizzarci per poter concedere credito ad imprese e privati e svolgere pienamente il nostro ruolo di cooperativa di credito locale anche supportando attraverso erogazioni liberali le associazioni del territorio e le comunità locali di riferimento. Nel corso del 2022 abbiamo stanziato ben 1,8 milioni di euro per iniziative meritevoli confermando il nostro “dividendo sociale” per il territorio”.

 

“Ci fa piacere che il nostro modo di operare, oltre che essere condiviso dai nostri soci e clienti, numericamente sempre crescenti, è stato certificato come virtuoso anche da Altroconsumo, che ci ha confermato in classifica tra le banche con il massimo dei voti (cinque stelle su cinque) e quindi fra quelle che danno la massima garanzia di tranquillità ai depositanti”.

 

Altroconsumo è l’associazione dei consumatori che in Italia dichiara oltre 318.000 soci. Nata nel 1973 con il nome di Comitato Difesa Consumatori, si occupa essenzialmente di curare gli interessi degli iscritti attraverso inchieste, materiale informativo e azioni di tutela.

Investi di Altroconsumo si qualifica come informazione finanziaria indipendente e stila annualmente una classifica delle banche operanti in Italia, attribuendo un numero di stelle in base all’affidabilità e solidità degli istituti, dando un punteggio numerico ai valori percentuali dei due indicatori, Common equity tier 1 e Total capital ratio, dando valore alla trasparenza nelle informazioni e, per l’attribuzione del punteggio massimo, il Texas ratio deve tassativamente essere inferiore a 1.

Ha restituito eccellenti risultati la ricerca sperimentale che il Gruppo Caviro ha realizzato in qualità di soggetto capofila nell’ambito di “Black to the future - Biochar and compost as soil amendment”, il progetto che ha coinvolto quattro Paesi europei (Italia, Spagna, Belgio e Cipro) nella produzione e sperimentazione in campo di un nuovo tipo di fertilizzante denominato CBMix. I dati ottenuti dai test sono stati presentati questa mattina durante un convegno organizzato al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. In questa giornata di convegno il Gruppo ha fatto il punto sulle attività di ricerca nel mondo degli ammendanti con il focus sul progetto Black to the future e con la presentazione di diversi casi pratici dove agronomi ed agricoltori hanno raccontato la loro esperienza nell’uso di questi ammendanti.
 
“Questi progetti tracciano le linee per il futuro agronomico e vitivinicolo grazie agli investimenti che il nostro Gruppo mette in campo nell’area di ricerca e sviluppo – ha sottolineato Carlo Dalmonte, presidente Caviro -. Queste iniziative sono espressione e evidenza concreta dell’impegno che la Cooperativa porta avanti in ottica di economia circolare con ricadute tangibili per la nostra filiera. La collaborazione e il fare sistema tra realtà diverse del settore sono la chiave e il valore che rendono possibile questi progetti”.
 
Il CBMix è una miscela ottenuta dall’unione di ammendante e biochar, la potenzialità di questo nuovo ammendante è quella di unire due fonti carboniose: una biodisponibile quale il compost che va ad aumentare la sostanza organica utile alla vita della pianta ed una recalcitrante che funge da serbatoio di carbonio nel suolo.
Il Biochar è un materiale carbonioso che deriva dalla degradazione termica delle potature agricole che diventa fonte di riserva dei nutrienti, dell’acqua e del carbonio. L’utilizzo di questo prodotto riduce l’impoverimento del suolo, migliorando la resa delle piante, la resilienza ai cambiamenti climatici ed in particolare alla siccità.  “CBMix permette al suolo di accumulare acqua e restituire nutrienti alle piante - spiega Rosa Prati, Senior Research Development Manager di Caviro -, stimolando la crescita di microflora positiva, rendendo il terreno più resistente alla siccità e alla desertificazione, e portando la pianta a un maggiore equilibrio”. Il valore aggiunto di questo progetto si ritrova anche nel modello di economia circolare che promuove il Gruppo, dal momento che gli agricoltori sono sia i fornitori della materia prima ma anche gli utilizzatori del prodotto finale.
 
Questo prodotto è l’ultimo nato fra gli ammendanti di Caviro, dove nel 1995 era stato prodotto su un impianto sperimentale il primo ammendante compostato misto (ACM-Econat) e che è stato seguito dall’ammendante compostato verde (ACV) ed infine dall’ammendante compostato da scarti della filiera agroalimentare (ACFA) per il quale Enomondo, società del gruppo, ha inaugurato a metà 2022 un impianto di circa un ettaro di superficie.
 
Nei due anni di sperimentazione CBMix, che viene realizzato dalla società Enomondo presso gli stabilimenti di Faenza, è stato distribuito su alcuni terreni in Italia e nei paesi partner per testarne la resa in diverse condizioni climatiche e ambientali, e su colture differenti. A seguire la sperimentazione in Emilia Romagna è stato il “Centro ricerche produzioni vegetali” in collaborazione con l’Università di Bologna, mentre gli enti partner negli altri Paesi sono il “Consejo superior de investigaciones cientìficas” in Spagna, il “Cyprus university of technology” a Cipro e l’“Urban crop solutions” in Belgio. 
 
Il riconoscimento ufficiale di questa tipologia di ammendanti dovrà comunque attendere il recepimento della normativa comunitaria anche nel nostro paese e, per ora, la commercializzazione è legata ai 2 prodotti ammendante e biochar separati in attesa che l’Italia recepisca il RegEU 2019/1009.
   
«Black to the future» è stato finanziato da EIT Food - European Institute of Innovation and Technology (project ID:21217). Maggiori informazioni sono disponibili sul sito blacktothefuture.eu.
 
Black to the future è l’ultima delle esperienze della Cooperativa sulla sperimentazione sul compostaggio. Tra le più recenti si citano i progetti SOSTINNOVI (http://www.sostinnovi.eu/), VAL.SO.VITIS (https://progetti.crpv.it/Home/ProjectDetail/26), SOSFERA e, infine,  il progetto di valorizzazione del compost in vigneto (progetto autofinanziato per dimostrare l’efficacia in vigneti in fase produttiva e non sperimentali).
  
Importante anche il ruolo della Fondazione Navarra, un istituto scolastico e sperimentale che mette a disposizione terreni e personale per testare gli ammendanti, con cui Caviro collabora da tempo che ha testato su cereali l’efficacia dell’ACFA.
 
“La Regione Emilia-Romagna crede e investe sui progetti di economia circolare da filiere agricole come quello che abbiamo visto oggi e continuerà a farlo con il nuovo coPSR (il PSR regionale all'interno del PSP Piano strategico  della Pac) - ha evidenziato in conclusione dell’incontro Valtiero Mazzotti, Direttore Generale Agricoltura Caccia e Pesca Regione Emilia-Romagna -. Abbiamo un problema di impoverimento del suolo in sostanza organica soprattutto in Romagna. Il progetto presentato questa mattina è una possibile soluzione, ma non ancora inserita nelle indicazioni europee. Siamo in fase di mediazione e di definizione delle schede attuative che saranno presenti nel nuovo PSP. La nostra Regione lavorerà con il Ministero per l’Agricoltura affinché prodotti come quelli presentati oggi siano ammessi”.
 

Il forte aumento dell’inflazione sta rendendo la situazione sociale ed economica sempre più difficile, con migliaia di italiani a rischio di scivolare dalla povertà relativa alla povertà assoluta. In questo contesto, Amadori ha deciso di donare a Banco Alimentare un contributo economico per recuperare prodotti alimentari pari al valore di 200.000 pasti*, da distribuire alle persone in difficoltà in tutta Italia.

In coerenza con i suoi impegni sociali in ambito CSR, che lo vede coinvolto a diverso titolo a sostegno delle comunità locali in cui opera con la sua filiera produttiva, il gruppo Amadori ha deciso di sostenere chi ogni giorno aiuta e nutre chi è in difficoltà.

Questa iniziativa nasce da un’esperienza già fatta negli anni passati con Banco Alimentare ma, mentre prima era circoscritta ai territori di Teramo, Cesena e Brescia, dove hanno sede alcuni dei principali siti produttivi del Gruppo, quest’anno si è deciso di estenderla a tutto il territorio nazionale.

 

“Amadori è da sempre attenta ai bisogni delle persone, nonché delle comunità in cui è presente, come esplicitato anche nel nostro Report di Sostenibilità - ha commentato Denis Amadori -. In questo momento di difficoltà economica per molte famiglie il lavoro svolto dal Banco Alimentare è ancora più prezioso, per questa ragione siamo orgogliosi di sostenerlo con un aiuto concreto”.

 

“Siamo felici e grati di poter avere al nostro fianco Amadori, soprattutto in questo momento di incertezza e profonda crisi in cui le persone in difficoltà continuano ad aumentare. Grazie al prezioso sostegno da parte di imprese di prim’ordine come Amadori, Banco Alimentare potrà rispondere in modo concreto alle migliaia di richieste di aiuto che giungono ogni giorno sempre più numerose. Iniziative come questa non possono far altro che rafforzare la nostra alleanza con il mondo delle aziende.” Così Giovanni Bruno, presidente Fondazione Banco Alimentare Onlus.

 

*Un pasto equivalente corrisponde a 500g di alimenti in base ai LARN (Livelli di Assunzione di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana)

Gli strumenti giuridici del durante e dopo di noi” è il tema del ciclo di incontri gratuito che il Consorzio Solco Ravenna e la cooperativa sociale La Pieve organizzano in favore di tutte le famiglie e caregivers interessati.

Gli incontri sono tre, tenuti tutti da Francesca Vitulo, avvocata esperta in Diritto della famiglia e tutela dei diritti dei soggetti deboli e si terranno dalle 10 alle 12 nella sala del centro RicreAzioni in via Carlo Sala 7 a Ravenna. Si inizia mercoledì 7 dicembre con “La capacità giuridica e di agire. Chi può agire nell’interesse della persona non autonoma? Disabilità fisica e disabilità psichica”, durante il quale si parlerà anche di amministrazione di sostegno, inabilitazione, interdizione giudiziale, incapacità naturale e procura.

Il secondo appuntamento è previsto per venerdì 16 dicembre e si parlerà degli “Strumenti per garantire la destinazione del patrimonio per la realizzazione del progetto personalizzato per il Durante e Dopo di Noi. Atti dispositivi del patrimonio”, approfondendo i temi della successione-testamento, donazione, contratto di mantenimento, rendita, vincoli di destinazione. Infine, il terzo incontro è previsto per venerdì 13 gennaio 2023, durante il quale si approfondirà il tema degli “Atti dispositivi del patrimonio - legge 112/2016”, (come trust, l’affidamento fiduciario e il vincolo di destinazione) insieme a quello del “Ruolo degli Enti non profit nella realizzazione dei progetti per il durante e dopo di noi”.

Per tutti gli incontri è previsto, su richiesta, un servizio di navetta gratuito con partenza alle ore 9.30 da Piazza del Duomo (prenotazioni dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12, al numero 340 7027294).

L’impegno di Solco e La Pieve su un tema così delicato e sentito non si esaurisce con i tre incontri. I due enti, infatti, hanno avviato lo Sportello legale gratuito con cui si mette a disposizione di tutte le persone interessate un primo colloquio con la legale Francesca Vitulo, per un’analisi della situazione familiare e una prima valutazione degli strumenti giuridici più adatti alla specifica situazione e poter gestire così al meglio il “durante e dopo di noi”.

È stato presentato a Roma il Rapporto Welfare Index PMI 2022 sullo stato del welfare nelle piccole e medie imprese italiane, giunto alla settima edizione. 

Quest’anno hanno partecipato a Welfare Index PMI oltre 6.500 imprese - triplicate rispetto alla prima edizione - di tutti i settori produttivi, di tutte le dimensioni e provenienti da tutta Italia.

Il Consorzio Solidarietà Sociale e la Cooperativa Sociale Paolo Babini si sono classificati, rispettivamente, al secondo e al quinto posto come imprese Welfare Champion nella categoria Terzo Settore.

 

In occasione delle prossime festività natalizie CEFF e GRD hanno deciso di collaborare per la realizzazione del temporary shop Le Botteghe, quale occasione per sperimentare la possibilità di dar vita a un nuovo progetto integrato per meglio rispondere ai bisogni delle persone con disabilità del territorio.

La cooperativa CEFF gestisce infatti, tra le altre attività, L'AltraBottega, negozio di prodotti equosolidali; L'Associazione GRD gestisce, tra le altre attività, La Bottega della Loggetta, negozio laboratorio; entrambe queste attività sono finalizzate allo sviluppo di competenze personali, professionali e di autonomia di persone con disabilità.

Dal 7 dicembre, grazie alla disponibilità dell'Amministrazione comunale che ha concesso in comodato temporaneo i locali, prenderà avvio questa sperimentazione nei locali di via Pistocchi n. 10. Sarà insieme l'occasione per promuovere, attraverso gli acquisti dei regali di Natale, consumi equi e solidali e soprattutto sostenere percorsi di autonomia e integrazione delle persone con disabilità.

Per sostenere i lavoratori in un contesto di pesante incertezza economica, Confcooperative Romagna e i sindacati Flai Cgil Forlì e Cesena, Fai Cisl Romagna e Uila Forlì-Cesena hanno siglato il rinnovo del Contratto integrativo del settore avicunicolo cooperativo della provincia di Forlì-Cesena.  
La firma è avvenuta nelle scorse ore dopo una trattativa che ha unito l'Associazione romagnola e i tre Sindacati nella volontà di remunerare in modo migliorativo i lavoratori di un comparto strategico per il territorio e accrescere le loro tutele dal punto di vista della salute e della sicurezza. 

 

«Con l'inflazione al 12% e il potere d'acquisto fortemente ridotto abbiamo ritenuto necessario rivedere il contratto territoriale provinciale e riconoscere il forte valore delle oltre 6.000 persone che operano in questo settore. Ancora una volta la cooperazione è in prima linea per sostenere i soci e i lavoratori nei momenti difficili cercando di sostenerne i bisogni e superando le logiche comuni del mercato del lavoro» evidenzia Mirco Coriaci, Segretario generale di Confcooperative Romagna.  

 

Nel dettaglio il rinnovo contrattuale comporta un aumento del valore economico del lavoro (indicatore di qualità) di 150 euro suddivisi sui quattro anni, a partire da dicembre 2022. Aumento che, a discrezione del singolo lavoratore, può essere tramutato in welfare aziendale ricevendo una maggiorazione del 5%. In crescita anche gli indicatori di reddittività e produttività: +5% nel 2022, + 6% nel 2023, +7% nel 2024 e +8% nel 2025. 

 

«Esprimiamo grandissima soddisfazione per un aumento dell'indicatore della qualità del valore del lavoro che, a regime, toccherà quota 33% - sottolinea Cangini Roberto, Segretario generale di Fai Cisl Romagna -. In questo difficile momento rappresenta un aiuto concreta per i tanti lavoratori del comparto». 

 

Un altro elemento di soddisfazione è il riconoscimento dei tempi di vestizione e le maggiori tutele dal punto di vista della sicurezza: «Il nuovo contratto integrativo riconosce il ‘tempo tuta' nell'orario effettivo di lavoro in 3 minuti che diventano 4 nel 2025 - aggiungono Alessandro Scarponi, Segretario Uila Cesena e Alessandro Bandini, Segretario Uila Forlì -. Siamo inoltre molto soddisfatti degli impegni presi sul fronte della salute e sicurezza sul lavoro dove, insieme agli istituti previdenziali, condivideremo nuove soluzioni per tutelare i lavoratori di un settore fortemente incisivo sul piano delle malattie professionali».  

 

«Il nuovo contratto integrativo dà risposte importanti ai lavoratori di questo settore di tutto il territorio provinciale, da Santa Sofia a Cesena - sottolineano Lorenzo Biondi Segretario Flai Cgil di Cesena e Domenico Parigi, Segretario Flai Forlì -. Il nostro obiettivo era dare risposte concrete in un periodo socio-economico caratterizzato da forti aumenti dei costi e di inflazione alle stelle incrementando gli indicatori del premio qualità, reddittività e produttività. Grande soddisfazione anche per l'apertura del Fondo sanitario integrativo Filcoop anche ai lavoratori con poca anzianità di servizio in fascia occupazionale di 104 giornate lavorative».

LA BCC ravennate forlivese e imolese continua nel corso del 2022 il progetto di rinnovamento generazionale trasformando per 29 giovani collaboratori il contratto di lavoro in tempo indeterminato.

LA BCC è una cooperativa di credito locale, che opera sul territorio, raccogliendo risparmio ed erogando credito contribuendo allo sviluppo del territorio; è attenta ai giovani, che rappresentano il futuro e soprattutto il presente, alle loro esigenze ed aspettative, fin dal mondo della scuola (si pensi alla premiazione da parte della banca dei 100/100 agli esami di maturità e delle borse di studio erogate a favore di neolaureati).

 
Per svolgere la propria attività la banca si avvale di 654 collaboratori, impiegati presso le 50 filiali e gli uffici interni.

La banca riconosce la centralità delle risorse umane alle quali sono richieste professionalità, competenza, lealtà, onestà e spirito di collaborazione.


“La stabilizzazione di 29 giovani collaboratori, del nostro territorio, che già lavoravano per la Banca sin dall’anno precedente, è il normale percorso di crescita e di riconoscimento del valore dato alla BCC da questi ragazzi con il loro lavoro quotidiano” afferma il direttore delle Risorse Umane della banca, Maurizio Maldera.

 

“Durante il primo periodo a tempo determinato questi 29 collaboratori (21 femmine e 8 maschi), tutti laureati in materie economiche/giuridiche, hanno avuto modo di conoscere meglio LA BCC, dimostrando impegno, cortesia, attenzione a soci e clienti oltre alla necessaria competenza tecnica, condividendo i valori della cooperativa”, continua il  direttore delle Risorse Umane, “la conferma del contratto a tempo determinato rappresenta un segno di continuità che consente: ai ragazzi di  progettare serenamente il futuro; alla banca, di non disperdere un patrimonio di professionalità acquisite; al territorio, di vedere suoi giovani impegnati a crescere professionalmente”.

Per garantire un apporto qualificato di tutti i collaboratori al raggiungimento degli obiettivi aziendali, ogni anno viene svolta un’intensa attività di formazione professionale, utilizzando tutte le possibilità previste dalla normativa, in particolare a favore dei neoassunti così da farli sentire pienamente parte della “grande famiglia” della BCC.

Cantine Riunite & Civ s.c. agr., Cantina Sociale di San Martino in Rio s.c. agr., Caviro soc. coop., Terre Cevico s.c. agr., ed il Centro di ricerche Ri.Nova soc. coop., un'unione che rappresenta il 70% delle uve prodotte in Emilia-Romagna e l'11% a livello nazionale (dati vendemmiali 2022), hanno costituito il Consorzio VITIRES, ente che ha lo scopo di dare vita ad un percorso innovativo di sperimentazione e ricerca che porti alla creazione di Vitigni Resistenti Emiliano-Romagnoli.
 

Il Consiglio d'Amministrazione, che vede rappresentati tutti i soci fondatori, è composto da Claudio Biondi per Cantine Riunite & Civ, Alessandro Gallo per Cantina Sociale di San Martino in Rio, Stefano Lazzarini per Centro di Ricerche Ri.Nova, Marco Nannetti per Terre Cevico e Alessandro Patuelli per Caviro; il nuovo consiglio di amministrazione appena insediato, ha dato corso alla nomina del Presidente del Consorzio Marco Nannetti e del Vicepresidente Alessandro Gallo.

 

L'unione in forma consortile nasce dalle esperienze già maturate dai soggetti partecipanti nell'ambito dei programmi di miglioramento genetico delle varietà di vitigni locali Emiliano-Romagnoli, programmi che hanno coinvolto anche la Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige.

 

Per tale scopo, al fine di dare concretezza ai risultati delle ricerche che si andranno ad ottenere, le cooperative hanno costituito un unico soggetto, VITIRES, a cui affidare la gestione delle nuove varietà dei Vitigni di origine autoctona o locale resistenti alle malattie fungine, tramite l'integrazione ed il coordinamento della filiera nonché la promozione, tutela e valorizzazione dei vini e delle uve, agendo come fulcro di tutte le azioni rivolte ad enti, istituzioni e mercati, sul tema di nuovi vitigni resistenti e sostenibili.

 

Scopo primario della neonata società è quello di coordinare ed ampliare programmi di ricerca e sperimentazione, in sinergia con centri di ricerca pubblici e privati, riguardanti lo studio, la selezione, il miglioramento genetico e varietale di vitigni locali ed autoctoni dell'Emilia-Romagna, al fine di ottenerne cloni e fenotipi resistenti alle malattie fungine ed adatti alle tecniche di coltivazione nel territorio Emiliano-Romagnolo.

 

Sono 16 i vitigni regionali ad oggi oggetto di ricerca, oltre 700 gli incroci già eseguiti, le cui prime selezioni sono già in corso di valutazione per saggiarne le caratteristiche di resistenza ai patogeni (in particolare oidio e peronospora), l'adattabilità ai nostri ambienti di coltivazione anche in relazione ai cambiamenti climatici in atto, nonché per valutarne le potenzialità enologiche in confronto alle varietà tradizionali di riferimento.

 

VITIRES non intende limitarsi alle sole attività di sperimentazione varietale in campo, ma anche avviare alla coltivazione i Vitigni Resistenti ottenuti; curare quindi le fasi di moltiplicazione e diffusione delle varietà in accordo con i vivai selezionati, definire programmi pluriennali comuni di coltivazione e fornire assistenza tecnica, agronomica ed enologica in tutte le fasi della “Filiera dei Vitigni Resistenti”, promuovendo tecniche rispettose per l'ambiente e per la salute.

 

L'impegno del consorzio verso le nuove varietà di Vitigni Resistenti, sarà inoltre rivolto alla loro regolamentazione, anche tramite la gestione delle procedure per l'iscrizione al Registro Nazionale e Regionale delle Varietà di Vite, la messa a punto di disciplinari di coltivazione, la produzione e trasformazione delle uve, nonché la tutela dei produttori tramite licenze, marchi d'impresa e attività di vigilanza e verifica contro pratiche commerciali sleali, affinché l'accesso alle selezioni varietali di Vitigni Resistenti possa rappresentare un vantaggio competitivo per i produttori che - attraverso le proprie aziende cooperative aderenti a VITIRES - ne hanno avviato e finanziato le attività di miglioramento genetico.

 

Infine, compito di VITIRES sarà quello di promuovere strategie di marketing integrate per la valorizzazione nazionale ed internazionale delle uve e dei vini derivati, attraverso la diffusione di marchi collettivi e le attività di comunicazione, organizzazione e partecipazione ad eventi, percorsi culturali, enoturistici ed enogastronomici, il tutto allo scopo di presentare a livello nazionale ed internazionale i prodotti ottenuti dalle varietà resistenti dell'Emilia-Romagna che saranno il risultato del percorso di studio, sperimentazione e creazione posto in essere dal consorzio VITIRES.

 

Secondo l'Assessore regionale all'agricoltura Alessio Mammi “Si tratta di un'ottima iniziativa la costituzione di VITIRES, un consorzio che vede protagoniste importanti società vitivinicole del territorio dell'Emilia-Romagna e il polo di ricerca Ri.Nova che si danno l'obiettivo di operare per il rafforzamento genetico dei vitigni attraverso la ricerca e la sperimentazione in campo. La Regione Emilia-Romagna crede nella ricerca sperimentale ed è il territorio italiano che più investe attraverso il PSR nelle attività di innovazione, ovvero più del 4% delle risorse complessive. Il rafforzamento varietale è una delle soluzioni in campo per il contrasto degli agenti patogeni sulle piante da vite, contro funghi, batteri e altre forme parassitarie. I fenomeni patogeni che colpiscono le piante sono in aumento soprattutto a causa degli effetti provocati dai cambiamenti climatici. Le recrudescenze di flavescenza dorata che si sono manifestate in tutto il nord dell'Italia e anche in Emilia-Romagna a danno di alcuni vitigni ne sono la riprova, assieme ad altre patologie che colpiscono le piante da frutto. Siamo intervenuti costituendo un tavolo strategico e mettendo in campo alcune azioni condivise tra servizio fitosanitario, consorzi, produttori e vivaisti. L'obiettivo è lavorare per il rafforzamento delle piante, a garanzia delle produzioni vitivinicole e ortofrutticole, per non indebolire importanti asset del settore primario, fonte di approvvigionamento alimentare, reddito e lavoro, e il progetto di VITIRES sposa appieno questi intenti”.

 

“Il consorzio VITIRES - dichiara il neopresidente Marco Nannetti - intende dare una voce unica e partecipativa volta allo sviluppo dei Vitigni Resistenti tipici dell'Emilia-Romagna. Ad unire le nostre strutture, che complessivamente producono più del 70% delle uve conferite nella regione (11% a livello nazionale), è stato il senso di responsabilità sia verso gli operatori della filiera, sia verso i consumatori, supportando i viticoltori nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità previsti dalle politiche europee della Farm to Fork.”

Bcc Romagnolo tra gli Innovatori Responsabili. L’Istituto di credito locale che da poco ha cambiato denominazione (ex Credito Cooperativo Romagnolo), ma da oltre 120 anni opera sul territorio cesenate e dintorni, ha ricevuto una menzione speciale nell’ambito del Premio “Innovatori Responsabili” indetto dalla regione Emilia-Romagna, nella categoria “Lavoro, imprese e opportunità” grazie all’impegno profuso negli ultimi anni a sostegno dell’economia locale a chilometro zero con i progetti di Cashback territoriale.

Il Premio, un’iniziativa promossa dalla regione Emilia-Romagna, quest’anno ha visto la partecipazione di 80 progetti, distribuiti sui quattro pilastri del “Patto per il Lavoro e per il Clima”, ovvero lavoro, imprese e opportunità, diritti e doveri, conoscenza e saperi e transizione ecologica. Alla premiazione, avvenuta a Bologna presso la Fondazione Golinelli, mercoledì 14 dicembre 2022, si sono presentati Daniele Bagni, Direttore Generale, e Roberto Romagnoli, Presidente della banca dal maggio scorso, che hanno ricevuto il premio per aver saputo “Fare comunità creando valore tramite il Cashback territoriale”, uno strumento rivolto a esercenti e cittadini, enti locali e associazioni di categoria per creare reti e sostenere i negozi di vicinato.

Il Presidente Romagnoli spiega che: “Il nostro modo di fare banca da sempre si è contraddistinto per la volontà di impiegare le proprie risorse verso iniziative che possano sostenere e migliorare l’economia locale e la qualità della vita nel territorio in cui operiamo. Gli ultimi anni ci hanno visto impegnati su diversi fronti, nel campo dell’Innovation Technology, nell’economia a chilometro zero fino alla sostenibilità ambientale”.

“Siamo onorati ed orgogliosi di aver conseguito la menzione speciale al Premio Innovatori Responsabili della regione Emilia-Romagna per il nostro impegno verso la comunità. – spiega il direttore Bagni – grazie ai nostri tre progetti di cashback territoriale “LaVantaggiosa” a Bagno di Romagna, “IoSonoCesena cashback” a Cesena e quello, in fase di avvio, denominato “Insieme Conviene” sui nove Comuni dell’Unione Rubicone-Mare), esempi virtuosi di innovazione nel percorso verso la sostenibilità”.

Come per le precedenti edizioni la Regione darà ampia visibilità ai progetti pubblicando le esperienze raccolte nel volume Innovatori responsabili 2022 e attivando una campagna comunicativa per condividere le esperienze virtuose regionali.

 

Ulteriori informazioni

 

BCC Romagnolo è il nuovo marchio della banca Credito Cooperativo Romagnolo, che ha aggiornato il proprio logo in linea con la campagna nazionale di comunicazione del Gruppo BCC Iccrea di cui fa parte dal 2019. BCC Romagnolo è sempre la stessa banca del territorio, con sede a Cesena, con 24 filiali situate in zona mare, Valle del Rubicone e Valle del Savio. Le nostre origini risalgono al 1897 e si fondano sui principi mutualistici della cooperazione, coesione e democrazia economica che tutt’ora perseguiamo. Una banca che mira al benessere della comunità locale, al suo sviluppo economico, sociale e culturale, favorendo la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile, a favore di Soci e Clienti, imprese, privati e associazioni del nostro territorio.

 

BCC Romagnolo fa parte del Gruppo BCC Iccrea.

Il Gruppo BCC Iccrea è costituito oggi da 120 Banche di Credito Cooperativo, presenti in oltre 1.700 comuni italiani con quasi 2.500 sportelli, e da altre 20 società bancarie, finanziarie e strumentali controllate dalla BCC Banca Iccrea. Le BCC del Gruppo al 30 giugno 2022 hanno realizzato su tutto il territorio italiano circa 90 miliardi di euro di impieghi netti e una raccolta diretta da clientela ordinaria pari a circa 120 miliardi di euro, contando più di 3 milioni di clienti e circa 850 mila soci. Il Gruppo ha registrato un CET 1 Ratio del 17,8% e un TCR del 19,0% (dati al 30 06 2022).

Caviro ha approvato questa mattina in assemblea il bilancio al 31 agosto 2022. Gli eccellenti risultati hanno consentito al Gruppo di consolidare ulteriormente la struttura portando il patrimonio netto a quota 136 milioni di euro (+10,7% sul 2021) e all’approvazione di un bilancio in positivo con utile complessivo di 9,6 milioni di euro. Buono anche l’Ebitda che si è attestato a 36,2 milioni di euro, pari all’8,7% del fatturato mentre la PFN, pari a 73,8 milioni di euro, in crescita rispetto allo scorso anno principalmente per effetto dei notevoli investimenti in economia circolare e sostenibilità.

 

L’anno fiscale 2021-2022 di Caviro, che si conferma leader di mercato in Italia e all’estero, è stato trainato soprattutto dai risultati di Caviro Extra. La società con sede a Faenza, che concretizza l’economia circolare del Gruppo trasformando i sottoprodotti della vinificazione in alcol, prodotti nobili, energia e fertilizzanti, ha infatti confermato le ottime performance dell’ultimo triennio e sostenuto la Cooperativa in un periodo complesso dal punto di vista macro-economico.

 

Molto buoni anche i risultati del Gruppo ottenuti sul fronte export in oltre 80 Paesi nel mondo con un fatturato complessivo di 123 milioni di euro. I mercati che hanno dato maggiore soddisfazione sono stati GB, USA, Svizzera, Germania e Francia.

 

«Gli investimenti realizzati sul fronte della sostenibilità a sostegno del nostro modello di economia circolare ci hanno premiato anche nell’esercizio 2021-2022 - commenta Carlo Dalmonte, Presidente di Caviro -. Una propensione all’innovazione continua che abbiamo confermato anche in questo esercizio con i forti investimenti nell’ambito del progetto Legàmi di Vite, il contratto di sviluppo che abbiamo presentato in qualità di capofila insieme ad altre 9 cantine della regione e che prevede investimenti complessivi per oltre 90 milioni di euro e un impatto occupazionale di circa 70 persone». Legàmi di Vite si è aggiudicato il Premio per lo Sviluppo Sostenibile, assegnato nell'ambito della Fiera Ecomondo, e si concentra sul potenziamento delle attività di lavorazione e recupero dei sottoprodotti, sull’efficientamento energetico e la realizzazione di nuovi depuratori.

 

Più incerto, invece, lo scenario sull’anno fiscale in corso a causa di un forte aumento dei costi dell’energia e delle materie prime che si teme andrà a incidere sui margini d’esercizio.

 

«L’aumento indiscriminato dei costi di produzione ha generato anche una pesante contrazione dei consumi e tutti i canali del mondo vino, dalla Grande Distribuzione all’Horeca, mostrano segnali di recessione - evidenzia SimonPietro Felice, Direttore Generale di Caviro -. Una situazione pesante che temiamo interesserà presto anche gli altri mercati in cui siamo presenti con la produzione Caviro Extra. Il nostro approccio al 2023 sarà, quindi, di massima prudenza e ci concentreremo sul contenimento e riduzione dei costi e sulla massima valorizzazione dei nostri prodotti, anche in termini di prezzo di vendita, sul mercato».

La cooperativa Colas Pulizie Locali si occupa di servizi di pulizia e di igiene urbana e ambientale dal 1975. Opera soprattutto in provincia di Ravenna e di Rimini con 540 lavoratrici e lavoratori, di cui 305 sono socie. Come tante imprese ha affrontato un 2022 difficile per via del forte incremento dei costi, ma questo non ha impedito alla cooperativa di stare vicino al personale. Per Natale è stato infatti erogato un premio produzione ai soci lavoratori tramite un buono spesa. “Cerchiamo sempre di sostenere i nostri lavoratori e le nostre lavoratrici, che sono il cuore e l’anima della cooperativa - commenta la presidente Nicoletta Montanari -. Gli ultimi due anni di emergenza sanitaria sono stati particolarmente difficili a livello operativo ma ci siamo tutti rimboccati le maniche e, insieme, abbiamo superato brillantemente anche i problemi più grandi”.

Dal punto di vista dei costi, Colas Pulizie Locali ha avuto incrementi su tre fronti: carburante, attrezzature e prodotti, energia. “È stato un anno impegnativo - continua Montanari -. Fortunatamente ci siamo aggiudicati diversi nuovi appalti importanti: mi riferisco alle pulizie nella Questura e Prefettura di Ravenna e in tutte le caserme ravennati, oltre alle tante conferme di clienti storici. Questo ci ha consentito di crescere e controbilanciare l’aumento dei costi”.

Nel 2023 sono attese nuove gare d’appalto e c’è un po’ di preoccupazione perché sono in aumento le aziende che fanno concorrenza sleale proponendo servizi a tariffe molto basse. Colas Pulizie Locali è in prima linea per sensibilizzare l’ente pubblico e i clienti privati rispetto a queste realtà: “Sono necessari maggiori controlli - sostiene Montanari -. Tante società, spesso cooperative, arrivano dal nulla e si propongono a tariffe insufficienti a coprire anche solo i costi vivi del lavoro. Oggi riescono a entrare anche in appalti delicati come le pulizie scolastiche o degli edifici comunali. Noi lavoriamo nel pieno rispetto delle regole e tutelando al massimo il lavoratore e queste società sono molto pericolose per noi e per la qualità del lavoro sul territorio”.

La tutela dei lavoratori e delle lavoratrici dallo sfruttamento e l’attenzione alla sicurezza e alla salute sul luogo di lavoro sono infatti assi portanti della filosofia di Colas Pulizie Locali. “L’attenzione in cooperativa è massima - evidenzia Marco Pallaoro, responsabile qualità di Colas Pulizie Locali -. Visite mediche, formazione obbligatoria e non, fornitura di dispositivi di protezione individuale sempre più efficaci sono la nostra priorità. E questo vale per tutti i cantieri, da quelli più a rischio a quelli più ordinari”.

Sul fronte degli investimenti, infine, stanno andando avanti i lavori per la costruzione della nuova sede operativa di Riccione. Uno spazio acquistato dalla cooperativa per servire l’appalto di igiene urbana e ambientale di quel territorio: “L’investimento per questa nuova sede è di diversi milioni di euro - continua Pallaoro -. Uno sforzo importante che abbiamo fatto per rispondere al meglio a un appalto cruciale per dimensione territoriale, fatturato e risorse umane impiegate, circa 200. Al momento siamo in fase di proroga e attendiamo la gara Atersir che speriamo si concluda positivamente e che premi gli investimenti fatti e l’attenzione che poniamo nel nostro lavoro, anche dal punto di vista della tutela ambientale”.

LA BCC ravennate forlivese e imolese ha conseguito la certificazione per la parità di genere ai sensi della UNI/PdR 125:2022. La certificazione si basa sulle Linee Guida del sistema di gestione per la parità di genere, pubblicate a marzo 2022, in attuazione del PNRR Missione 5 “Inclusione e Coesione”, che ha l’obiettivo di incorporare il nuovo paradigma relativo alla parità di genere nel DNA delle organizzazioni per produrre un cambiamento sostenibile e durevole nel tempo. Il processo di valutazione è stato condotto da IMQ Spa che ha valutato le macro-aree: cultura e strategia, governance, processi risorse umane (HR), opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda, equità remunerativa per genere, tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

 

LA BCC si è distinta per il percorso di coinvolgimento e sviluppo ben consolidato in materia di diversità ed inclusione, partecipato dai vertici aziendali ed articolato sul principio della centralità della persona e sulla valorizzazione dei talenti e delle pari opportunità.

 

Emanuela Bacchilega, amministratrice della BCC ravennate forlivese e imolese e delegata alla Sostenibilità, nell’esprimere grande soddisfazione per il risultato conseguito, ha dichiarato: “Abbiamo intrapreso questo percorso di certificazione volontaria per attestare il nostro impegno passato, presente e futuro sul tema della parità di genere e della valorizzazione delle diversità. Le nostre radici affondano nei principi della Carta dei Valori del Credito Cooperativo, che riconosce la centralità della persona, come valore a cui orientare le relazioni con i collaboratori, con i Soci e i clienti e nei confronti della nostra comunità di riferimento. Nel 2022 abbiamo definito, nell’ambito della Politica di Diversità e Inclusione, un Piano Strategico che raccoglie tutti gli strumenti concreti adottati per favorire la parità di genere in azienda, come gli interventi di conciliazione vita lavoro (part-time, flessibilità oraria, smart working). Abbiamo investito nella formazione dei collaboratori sulla parità di genere, anche in relazione ai temi delle molestie e della violenza contro le donne. Altrettanto intensa è stata l’attività di sostegno alle iniziative sul territorio, perché è nella nostra missione di Banca locale sensibilizzare, promuovere e diffondere una cultura inclusiva. Esprimo, infine, un ringraziamento particolare al team che ha lavorato intensamente per ottenere questo risultato.”

Milano Finanza, nella sezione dedicata alle eccellenze regionali della tradizionale classifica di fine anno pubblicata nell’Atlante delle Banche Leader 2022 (ricavata sulla base dei bilanci 2021), mette LA BCC ravennate, forlivese e imolese al primo posto della graduatoria regionale.

LA BCC ha ottenuto un MF Index (*) di 9,03 che la colloca ai vertici degli Istituti dell’Emilia-Romagna e tra le prime 6 migliori banche di tutto il Paese (considerando le banche commerciali con mezzi amministrati inferiori a 60 miliardi).

I dati definitivi del bilancio 2022 arriveranno solo tra qualche settimana, ma il Direttore Generale Gianluca Ceroni anticipa “soddisfazione per il trend di crescita evidenziato da LA BCC anche nell’ultimo esercizio, in particolare per quanto riguarda i finanziamenti concessi a imprese e famiglie. Nuovo record per i mutui casa, ne sono stati concessi ben 3.089 (+251 rispetto al dato record del 2021)”.

Compiaciuto anche il Presidente Giuseppe Gambi “siamo orgogliosi del lavoro svolto dalla nostra cooperativa di credito nell’ultimo anno con un incremento di oltre 2.300 Soci che ha portato il numero complessivo oltre i 35.000 e con interventi a favore dei territori e dei Soci per oltre 2,4 milioni di euro; numeri che confermano la nostra capacità di interpretare il ruolo di banca locale e di credito cooperativo. Questi importanti risultati sono stati conseguiti grazie all’impegno ed all’attenzione a Soci e clienti mostrati dal personale”.

 

*Il MF Index su cui si basa la classifica delle eccellenze regionali è un indicatore che coniuga diversi parametri di bilancio “con l’obiettivo - si legge nell’Atlante - di individuare gli Istituti che hanno saputo abbinare allo sviluppo della massa amministrata la capacità di fare cassa e generare profitti”. Il MF Index si ricava infatti dalla media ponderata dei punteggi attribuiti ai valori di massa amministrata, cash flow e indice di redditività.

Nonostante la situazione nazionale e internazionale sia ormai definibile con il neologismo permacrisis (lo stato di crisi permanente), il 2022 è stato un anno positivo per la cooperativa; non solo sono stati rispettati gli obiettivi di budget ma sono stati raggiunti altri importanti risultati:

1. sono stati acquistati due mezzi di trasporto integralmente elettrici, per dimostrare l’attenzione all’ambiente avendo uno sguardo rivolto al futuro;

2. sono stati realizzati gli interventi previsti dal Progetto europeo Erasmus ACTION di confronto con altre esperienze europee sui profili professionali e la formazione del personale addetto a favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità e fragilità;

3. è stato rimodulato il progetto Palazzo Borghesi Living Lab dopo i primi 6 anni di sperimentazione;

4. è stato completato, con la nomina dell’Organismo di Vigilanza, il percorso di adozione del Modello organizzativo 231 per la disciplina della responsabilità delle società;

5. è stato completato il progetto Industria 4.0, con l’acquisizione dei relativi finanziamenti, per il miglioramento organizzativo e produttivo dell’Officina CNC con l’acquisto di nuove attrezzature e la gestione informatizzata di parti significative della produzione;

6. è stata accelerata la riflessione sulla gestione dell’AltraBottega con la sperimentazione del temporary shop Le Botteghe, in collaborazione con l’Associazione GRD.

Per questi risultati bisogna ringraziare tutti coloro, personale, volontari, amministratori, che si sono impegnati in un anno difficile per garantire i servizi, la produzione e per dare prospettive di sviluppo alla Cooperativa per il 2023.

Il Consiglio di Amministrazione, come riconoscimento di questo impegno, ha deliberato in occasione delle festività di fine anno, un riconoscimento al personale, nella forma di buoni acquisto, per un valore fino a € 500,00 da ripartire per scaglioni, in proporzione alle ore lavorate durante l’anno, per un importo complessivo di oltre € 30.000,00.

Lo spettacolo racconta la storia di un pianista, Wladyslaw Szpilman, sopravvissuto all’orrore nazista anche grazie al suo amore per la musica. Dei quattrocentocinquantamila Ebrei polacchi rinchiusi nel ghetto di Varsavia dai tedeschi, solo ventimila sopravvissero, tra cui questo pianista soprannominato “Wladek”.

 

È stato anche grazie al regista Roman Polanski  e al suo film "Il Pianista" se oggi la figura di Szpilman, che ci ha lasciato nel luglio del 2000, ha mantenuto la sua visibilità.

 

Il concerto del 23 gennaio 2023 alle ore 21:00 nella Sala Corelli del Teatro Alighieri avrà come interpreti il pianista Francesco Nicolosi - allievo del grande Vincenzo Vitale -  e la Voce Recitante di Stefano Valanzuolo, musicologo e giornalista di riferimento a Radio Tre, che presenteranno brani di Chopin, Liszt-Wagner, Debussy, Rachmaninov e dello stesso Szpilman.

 

Al concerto saranno presenti anche gli studenti del Liceo Classico Dante Alighieri di Ravenna che, in apertura, esporranno un documento/testo per sensibilizzare il pubblico alla serata commemorativa in onore delle vittime della Shoah.

 

I biglietti sono disponibili presso la biglietteria del Teatro Alighieri – telefono 0544 249244, IAT di Ravenna e Cervia, Filiali de La Cassa di Ravenna spa e la sera del concerto nella biglietteria del Teatro Alighieri, aperta dalle 20:00.

Il costo dei biglietti è Intero: euro 10; Ridotto: euro 7; Giovani: euro 5. Diritto alla riduzione “Ridotto” agli Under 26, Over 65 e i possessori di carta Socio Coop.

 

Il concerto è reso possibile dai contributi del Ministero della Cultura, del Comune di Ravenna, Eni – main sponsor, Gruppo SAPIR, CIDIM, Olympia di Navigazione e Coop.

 

Per info: erconcerti1@yahoo.it

Anche quest’anno BCC Romagnolo ha mantenuto fede al proprio impegno sociale verso il terzo settore, le famiglie e le imprese del territorio cesenate, come fa da oltre 120 anni. Nel corso del 2022 infatti la banca ha effettuato contributi pubblicitari, sotto forma di sponsorizzazioni, per oltre 300 mila euro ad associazioni ed enti locali.

 

Sono appunto tantissime, ben oltre 180, le associazioni del territorio sostenute da BCC Romagnolo in ambito sportivo, culturale, sociosanitario: tali sponsorizzazioni spesso risultano determinanti per permettere a queste realtà di continuare la loro opera. I contributi pubblicitari sostengono anche iniziative promosse da scuole, parrocchie ed enti comunali e tante altre importanti organizzazioni che sono il motore dello sviluppo sociale della comunità locale.

 

Da sempre l’Istituto di credito sostiene il territorio, reinvestendo parte della ricchezza prodotta attraverso l’attività bancaria a famiglie e imprese, in iniziative e progetti che sostengono le associazioni locali attive nel mondo culturale, sociale, sanitario e sportivo nella propria zona di competenza territoriale, un’area che parte da Cesena, dove si trova la sede direzionale, per toccare le zone territoriali limitrofe della Valle del Savio e dei Comuni dell’Unione Rubicone-Mare.

 

Parallelamente sono state portante avanti altre iniziative di solidarietà tramite il progetto di crowdfunding “Coltiviamo Buone Idee”, che la Banca ha lanciato nel 2018. L’iniziativa consente alle associazioni che vi partecipano di raccogliere donazioni per il sostegno dei loro progetti, sfruttando la piattaforma ideaginger.it. Un progetto aperto a tutte le associazioni non profit del territorio e che vedrà il lancio della 10° edizione la prossima primavera. Nelle 9 edizioni passate di “Coltiviamo Buone idee”, sono stati completati 41 progetti, con una raccolta complessiva di oltre 330.000 euro, raccolti grazie al contributo di oltre 5.500 donatori.

 

"L'anno 2022 è stato caratterizzato da una ripartenza generale delle attività sportive, culturali e scolastiche – interviene Anna Grazia Giannini, consigliera BCC Romagnolo con delega in ambito ESG – dopo due anni complicati dalla pandemia, e con soddisfazione siamo tornati ad accompagnare queste straordinarie realtà sociali che fanno della nostra comunità un’eccellenza. Sosteniamo da sempre associazioni ed enti che operano sul nostro territorio a beneficio di tutti, specialmente dei giovani e delle categorie più deboli della popolazione, anche attraverso queste tipologie di investimenti. I clienti e i Soci che operano con il nostro Istituto sanno bene come le risorse che produciamo vengano in buona parte reinvestite sul territorio in diverse forme. Non solo con i contributi erogati e con il crowdfunding, ma anche per esempio con il programma di loyalty CCR Premium, l’app che premia la fedeltà dei Soci della nostra banca. Anche nel 2022 abbiamo riconosciuto ai nostri Soci tanti regali e buoni sconto da spendere presso esercenti convenzionati a chilometro zero, che sono, a loro volta, clienti e soci della Banca”.

Prosegue il progetto Dante nei cinque continenti con cui Marco Martinelli e Ermanna Montanari si prefiggono di portare il Poeta e la sua opera nel mondo “creando una comunità temporanea che possa condividere un’esperienza precisa, compiere un viaggio insieme, formando una polis che forse proprio nel teatro può ritrovare, oggi, una vocazione pubblica”.

 

Dopo Buenos Aires, meta che ha inaugurato il progetto nell’autunno del  2022 - lunedì 16 gennaio i due direttori artistici del Teatro delle Albe, Marco Martinelli e Ermanna Montanari, sono partiti per la tappa americana che prevede due appuntamenti: Philadelphia e New York.

 

A Philadelphia Martinelli e Montanari saranno ospiti dell’Università della Pennsylvania/dipartimento di Italianistica per una serie di lezioni e seminari su Dante e la poetica della compagnia, oltre che per un incontro pubblico presso Annenberg center. A Philadelphia verrà inoltre portato, sempre nel programma dell'Annenberg "Penn live arts", il loro fedeli d'amore, polittico in sette quadri per Dante Alighieri, musica di Luigi Ceccarelli con Montanari (voce) per la quarta volta premio Ubu miglior attrice proprio per questo lavoro, Simone Marzocchi (tromba), testo di Martinelli. 

 

Successivamente si sposteranno a New York dove, oltre allo spettacolo fedeli d’Amore, porteranno incontri, proiezioni e un laboratorio a tema dantesco a La Mama Theatre, uno dei palchi più importanti per la sperimentazione e l’avanguardia nel teatro contemporaneo internazionale. 

 

Il progetto fedeli d'amore, polittico in sette quadri per Dante Alighieri, verrà presentato negli Stati Uniti con il supporto del Ministero della Cultura e Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, ATER Fondazione, Regione Emilia - Romagna/Cultura d’Europa, University of Pennsylvania,Teatro delle Albe/Ravenna Teatro; in collaborazione con il Consolato Generale d'Italia a Philadelphia e a New York, Com.It.Es, Italian and American Playwrights Project e Casa Italiana Zerilli Marimò NYU. 

 

«Pensiero critico, pensiero laterale, competenze trasversali» è il titolo di un corso di formazione rivolto a docenti ed educatori che vogliono specializzarsi in competenze dell’apprendimento e del pensiero divergente potenziando la propria capacità di affrontare problemi complessi.

Il corso è organizzato dalla cooperativa sociale Kaleidos di Faenza in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno e sarà curato dalla docente di Filosofia Teoretica Daniela Calabrò, dal docente di Storia della Filosofia Francesco Piro, dal Pedagogista Fabio Taroni avvalendosi inoltre della collaborazione di altri docenti dell’Università di Salerno.

Le lezioni saranno divise in sei moduli che si svolgeranno on line con due appuntamenti in presenza, un weekend di marzo ed un weekend di maggio (vitto e alloggio in convenzione). Il monte ore complessivo è di 500 ore di impegno per lo studente (di cui 105 di aula e altre 395 di impegno individuale) equivalenti a 20 CFU ed è valutabile 1 punto per le graduatorie GPS. L’attestato di diploma viene rilasciato al termine dell’ultima lezione.

Commentano gli organizzatori: «Vi è una continuità naturale tra la capacità di “apprendere ad apprendere” e quella di “intraprendere” ed è posta in quella capacità di valutare le risposte altrui e le proprie allo stesso modo che viene chiamata pensiero critico. Allo stesso modo, il “pensiero laterale” (termine che preferiamo a “pensiero creativo”) lega la capacità di affrontare i problemi con la capacità di iniziativa. A loro volta, queste risorse sono interagenti con le capacità di comunicare e di immaginare il punto di vista altrui».

 

Scadenza iscrizioni: 30 gennaio 2023

 

Per informazioni: casakaleidos@gmail.com, gruppopensierocritico@unisa.it

 

 

I quaranta sono strani: si inizia a fare i conti, ma con lo sguardo ben rivolto al domani. Come ha fatto Comes, con una serie di iniziative per raccontare i quarant’anni della cooperativa e analizzarne le prospettive future. Il primo passo è stata la realizzazione del documentario “Da cammino s’apre cammino”, diretto da Nicola Gamberi con lo scrittore Àlen Loreti: a partire dalle interviste al fondatore don Nilo Nannini e ai quattro ragazzi che con lui diedero vita alla Comunità Sasso-Montegianni; Loreti ha ricostruito la storia della Comunità e delle cooperative sorelle Comes, Comil e AgriComes. Il trailer è stato presentato in dicembre, durante il convegno “Chiamati a camminare insieme” al Teatro degli Animosi di Marradi, davanti a un pubblico di oltre 180 persone, fra cui i rappresentanti di Confcooperative delle due regioni tra cui Marradi è situata.

“Abbiamo organizzato l’evento con spirito di riflessione e ascolto per interpretare al meglio il futuro della cooperazione sociale” commenta Angelo Filipponi, presidente di Comil. All’appuntamento, moderato da Alberto Grilli, presidente di Federsolidarietà Toscana, erano presenti alcuni tra i maggiori esperti del settore, che hanno affrontato il tema dal generale al particolare. Un punto ha trovato tutti i relatori concordi: la cooperazione sociale funziona quando crea rete con le altre realtà locali e si concentra sulla valorizzazione della comunità.

Gianfranco Marocchi, direttore della rivista Impresa sociale, è intervenuto sottolineando che “se Comes smettesse di essere quello che è per Marradi, non riceverebbe il supporto che l’ha resa quella che è oggi”. In un video registrato per l’occasione, Felice Scalvini, tra le voci più autorevoli nella cooperazione sociale degli ultimi trent’anni, ha affermato l’esigenza di un approccio analitico ai cambiamenti del settore e dei bisogni locali per mantenere la risposta delle cooperative moderne e efficaci: “Non bisogna perdere occasione di studiare e approfondire il funzionamento, la storia e le teorie dell’esperienza cooperativa. È decisivo studiare a fondo le problematiche dell’area di bisogno nella quale si intende intervenire e studiare le dinamiche sociali, demografiche, economiche del proprio territorio”. E proprio questo è stato il fulcro dell’incontro: Federico Melchionna ha esposto lo studio sul “modello Comes-Comil e Agri.Comes”, svolto grazie a una borsa di studio stanziata dalla cooperativa in collaborazione con il Dipartimento di Economia dell’Università di Bologna: “Abbiamo chiesto di esaminare il nostro lavoro in relazione alle ricadute sul territorio, e di confrontare l’evoluzione dei nostri bilanci con quella delle altre cooperative sociali in Toscana e in Italia - spiega Filipponi -, per capire se la rotta fosse giusta e come proseguirla”.

I giovani e le giovani sono la scommessa che Cape ha deciso di fare in quest’ultimo biennio. La cooperativa di Faenza specializzata nell’autotrasporto di liquidi alimentari ha infatti assunto diverse figure con meno di 25 anni nel proprio organico.

“I nuovi e le nuove assunte lavorano negli uffici della cooperativa e si occupano di organizzare la logistica e dell’amministrazione - racconta il presidente della cooperativa Ilir Hodaj -. Sono davvero fiero di raccontare del successo di questo ricambio generazionale, all’inizio non tutti pensavano che sarebbe stata una scelta proficua per la nostra realtà, e invece ha dato subito i suoi frutti. Le nuove persone assunte sono molto motivate, guardano al domani della cooperativa e il loro guardare avanti è risultato contagioso. Questo ricambio si è rivelato un ottimo investimento per il futuro di Cape”.

La cooperativa ha una lunga storia alle spalle e nel 2023 si prepara a festeggiare i quarant’anni di età. Attualmente Cape conta 35 soci, 9 dipendenti e 50 mezzi. Nonostante le difficoltà degli ultimi anni e l’aumento dei costi di energia e carburante, chiude un 2022 con numeri positivi e un fatturato in aumento. “La cooperativa va bene. Siamo contenti, abbiamo buoni risultati sia con i trasporti, che svolgiamo sempre per aziende del territorio in tutta Italia, sia con il lavaggio mezzi. Nell’ultimo biennio abbiamo investito sulla nostra sede di via Pana a Faenza, raddoppiando la metratura e aumentando l’area destinata al parcheggio mezzi. Le difficoltà, ovviamente, ci sono state, ma siamo riusciti, anche grazie alla nostra organizzazione del lavoro, a superarle e a offrire un servizio di qualità ai nostri clienti”.

Il 2023 sarà l’anno dei festeggiamenti dei 4 decenni di storia ma anche di valutazione di nuovi investimenti: “Stiamo valutando di investire nell’energia solare per la nostra sede per migliorarne sempre di più l’efficienza - conclude il presidente -. Per quanto riguarda l’anniversario contiamo di fare una festa nel mese di marzo in via Pana invitando tutte le persone che hanno contribuito a fare di Cape la cooperativa che è oggi”.

Linker Romagna, il centro servizi di Confcooperative Romagna, è una delle società più specializzate in regione nel campo dei servizi fiscali, legali, giuslavoristici e societari alle cooperative. Una leadership che si è ulteriormente rafforzata dopo la fusione dei tre centri servizi romagnoli avvenuta nel 2021 e che ha dato vita a una realtà di 72 persone presenti in cinque sedi: Cesena, Faenza, Forlì, Ravenna e Rimini. “La struttura è uscita molto bene dalla fusione - commenta il direttore Roberto Righetti -. I risultati lo dimostrano e siamo soddisfatti. Anche a fine 2022 siamo riusciti a erogare un premio di produzione al personale e, come nel 2021, ci sono i presupposti per assegnare un buon ristorno alle cooperative socie”.

Per il 2023 la società di sistema di Confcooperative Romagna si è data l’obiettivo di sostenere le cooperative in due percorsi fondamentali per il buon andamento dell’impresa: la gestione delle risorse umane nelle strutture medio-grandi e il sostegno all’adozione dei giusti assetti amministrativi e contabili, introdotti come obbligo dal nuovo Codice della Crisi d’impresa, ma fondamentali per tutte le cooperative.

Un controllo più efficiente delle risorse umane nelle grandi imprese

L’esigenza di gestire in modo efficiente le risorse umane è vera per tutte le aziende, in modo particolare per quelle di media-grande dimensione e ad alto utilizzo di manodopera (cooperative sociali, della logistica, dei trasporti, agricole, della ristorazione, ecc). In questi casi infatti spesso il costo del personale arriva a rappresentare anche il 70-80% del totale dei costi del bilancio. “Tenere sotto controllo le risorse umane è fondamentale per una gestione vantaggiosa - sottolinea Roberto Righetti -. Purtroppo, per motivi soprattutto ‘storici’, il personale viene amministrato in modo piuttosto disomogeneo e raramente sono coordinate le varie aree. Grazie alla tecnologia e all’utilizzo di strumenti specifici è oggi possibile rendere fluido ed efficiente il controllo delle risorse umane. Con un’unica anagrafica si possono gestire, ad esempio, pianificazione dei turni, tempi di lavoro, presenze, infortuni e malattie, sicurezza sul lavoro, formazione obbligatoria e non, piano delle carriere, fino a far dialogare il lavoratore con l’azienda tramite app su telefono”.

Linker Romagna, grazie alla sinergia con la cooperativa Seled, è concessionaria Zucchetti e, tramite piattaforma, può accompagnare le aziende in questo cambiamento culturale. “Lo abbiamo già sperimentato con successo in diverse grandi cooperative - aggiunge Righetti -. Gemos, Solco e Agrintesa, ad esempio, hanno già introdotto questo nuovo sistema e diverse altre realtà romagnole hanno avviato il percorso negli ultimi mesi. Per una grande cooperativa è una rivoluzione ma i risultati in termini di efficienza, controllo e contenimento dei costi sono eccellenti”.

Il Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza

A luglio 2022 è entrato a regime il Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza, una normativa che impegna tutte le imprese di tutti i settori e di tutte le dimensioni a dotarsi di un assetto adeguato a riconoscere e prevenire le crisi. “Tutti devono adeguare la gestione, pena la responsabilità diretta dell’amministratore nel caso in cui la cooperativa incorra in una crisi. È un punto importante, soprattutto nel caso delle cooperative, che per definizione sono a responsabilità limitata - spiega Righetti -”.

Adeguare la struttura significa introdurre il controllo di gestione, predisporre un budget economico e di tesoreria che, come impone la normativa, consente di “guardare avanti” e pianificare. Programmando anche controlli periodici infrannuali: “Inoltre è opportuno creare un sistema di gestione delle deleghe definendo i compiti e le responsabilità aziendali - aggiunge il direttore di Linker -. I due elementi più importanti sono, pertanto, il controllo di gestione, fondamentale per supportare l’azienda anche in un percorso di crescita continua, e la formazione degli amministratori che, come prevede il codice civile, stanno svolgendo un vero e proprio mestiere, diverso da quello che normalmente svolgono in cooperativa (infermieri, operatori della logistica, cuochi, trasportatori, ecc). Su di loro pesa tutta la responsabilità della gestione, con le criticità personali che ne potrebbero seguire in caso di insolvenza della cooperativa”.

È il 24 febbraio 2020 ed è già pomeriggio quando la compagnia Teatro Europeo Plautino di Sarsina scopre che, quella sera, il sipario non potrà alzarsi. Niente Menecmi, niente Nuvole. Aristofane e Plauto devono attendere: in Italia il Covid ha appena iniziato la sua corsa. Si ferma, invece, la compagnia di Cristiano Roccamo, una media di 30mila spettatori all’anno, 200 spettacoli portati in scena in tutta Italia, matinèe di grandi classici nei teatri per gli studenti di liceo. Dal quel momento saranno tre anni difficili, come ricorda il regista e attore in questa conversazione, mentre la sua compagnia è in Toscana, ad Altopascio, in scena, oggi come - avrebbe dovuto essere - allora, proprio con Le Nuvole di Aristofane, oltre al Miles gloriosus di Plauto.

“Dopo tre anni difficili - racconta Roccamo, fondatore e direttore artistico di TEP - questa è la ripartenza vera. Solo da marzo 2022 siamo andati in scena con continuità, ma con le mascherine. E ridere così è difficile, si perde l’effetto catartico. Ora, invece, siamo di nuovo nei teatri, senza paura”. Nella compagnia, però, qualcosa è cambiato: “Da un lato si è sfilacciata - due o tre elementi hanno dovuto cambiare lavoro, per necessità - dall’altro riconsolidata”. Come è stato ricominciare? “La piazza, il palcoscenico: un’emozione autentica, ma anche una rinascita. Perché la nostra categoria - i lavoratori dello spettacolo - è stata la più vessata dalla pandemia. In tanti in Italia sono stati costretti a reinventarsi”. Dalla politica, sottolinea Roccamo, sono arrivati pochi aiuti, ma il pubblico dei ragazzi e dei docenti dei licei italiani non vedeva l’ora di tornare in platea. “Una risposta eccezionale: se nella stagione mai conclusa 2019-2020 la previsione era di battere il record di 30mila spettatori, quest’anno è di 36mila”. Un alto indice di gradimento, perché “Plauto lo trovano attuale, a prescidere che abbiano letto o meno il testo: il tipo fisso plautino fa sempre ridere perché la società contemporanea ne è piena; il senex - l’uomo anziano, ricco, con forte attrazione sessuale per le giovani donne - ci è famigliare”. Aristofane? “È più complesso, satirico. Infatti ‘Le Nuvole’ lo proponiamo solo a chi fa il classico, ma ci chiamano anche da Scienze Umane”. La classicità è per tutti? “Secondo me sì. Quando mettiamo in scena la Mandragola di Machiavelli, in sala si siedono tanti studenti di istituti tecnici e professionali. Andare a teatro è utile perché aiuta a sviluppare il senso critico: non ne abbiamo bisogno tutti?”. I ragazzi come vivono il teatro? “Molti entrano in sala immusoniti: ‘Il teatro è noioso, troppo intellettuale’, dicono; sono lì perché costretti; quando entrano respiri anche tu il loro obbligo; alla fine ringraziano i prof, escono con il sorriso. Ciò è per me fonte di grande motivazione”.

Vi sentite sostenuti? “A livello regionale abbiamo finalmente avuto accesso ad un finanziamento per realtà culturali di poco più di 26 mila euro. È un buon aiuto. Il Comune di San Giovanni in Marignano ci elargisce invece un contributo di 20mila euro per la gestione e direzione del Teatro Massari. Eppure, dopo anni di attività e di riconoscimenti, siamo stati ancora una volta esclusi dai fondi ministeriali, pur avendone tutti i requisiti, senza una motivazione vera”. “Le realtà teatrali - continua Roccamo - dovrebbero essere finanziate non a livello qualitativo, ma per i contributi che versano. Altrimenti il sistema non è democratico, ma si basa sul giudizio di un terzo che magari non conosce nemmeno il nostro lavoro”. Come il progetto ‘Plauto nelle Scuole’, patrocinato da Commissione Europea, Rappresentanze Italiane di UNESCO, Pontificio Ufficio per la Cultura; oltre alla gestione del Teatro Massari di San Giovanni in Marignano ealla cura della stagione teatrale del Teatro Moderno di Savignano.

Ma sul tavolo di Roccamo ci sono altri temi importanti da dibattere nell’agorà: il taglio dell’IRAP e la lotta alla precarietà. Perché il Teatro Europeo Plautino, proprio come i drammaturghi dell’antichità, non teme il confronto con la politica.

La chiusura dell’anno solare per Agrintesa non coincide con la fine della campagna perché la commercializzazione dei prodotti autunno-invernali prosegue fino a maggio. Ma le ultime settimane dell’anno coincidono con la fine dei conferimenti dei soci e sono un buon momento per fare il punto della situazione: “Le previsioni produttive sono state confermate e, dopo anni di difficoltà, il 2022 ha registrato un livello produttivo ordinario con 250mila tonnellate di ortofrutta ritirata cui si aggiungono 150mila tonnellate di uva” commenta il direttore di Agrintesa Cristian Moretti.

Un ritorno alla normalità che si è esteso anche a magazzini e cantine di nuovo in piena occupazione: “Siamo contenti di questo risultato che, tra l’altro, si inserisce in un contesto particolarmente difficile per quanto riguarda il reperimento di manodopera e di personale specializzato - aggiunge Moretti -. Anche durante l’inverno il livello occupazionale rimarrà alto perché abbiamo stoccato in magazzino buoni quantitativi di mele, pere e kiwi”.

In parallelo Agrintesa è andata avanti con gli investimenti deliberati ed è al lavoro per l’inserimento di nuove linee di lavorazione ma anche di nuovi impianti fotovoltaici che andranno ad aumentare la produzione energetica della cooperativa di ulteriori 6 milioni di kwatt di energia. “I nuovi impianti fotovoltaici hanno un duplice obiettivo: percorrere la strada della sostenibilità ambientale riducendo i consumi e producendo energia da fonti rinnovabili e diminuire la dipendenza energetica da fonti esterne con una conseguente riduzione dei costi” evidenzia Moretti.

Accanto all’impennata dei costi, avvenuta su varie componenti e servizi, c’è un’altra fonte di preoccupazione per la cooperativa con sede a Faenza: il rallentamento dei consumi che, come racconta Moretti, “rasenta circa il 10% e si traduce in una minor propensione all’acquisto da parte della clientela e di consumo da parte dei consumatori. Una condizione che - spiega - ha generato un mercato ‘stanco’ che difficilmente riconosce i maggiori costi subìti e, spesso, anche il giusto valore della produzione. D’altronde stiamo vivendo una situazione complessa sia dal punto di vista economico che di scenario geopolitico ed è inevitabile che si rifletta sui consumi”.

I primi mesi dell’anno, quelli in cui la campagna in qualche modo si “ferma”, saranno dedicati alla formazione e alle attività sociali. Già in dicembre, infatti, ha preso il via un ciclo di webinar tecnici per i soci che proseguirà anche in gennaio e durante i quali vengono affrontati argomenti quali sviluppo di nuovi progetti e modalità per affrontare specifiche situazioni fitopatologiche che si verificano in campagna.

Nel mese di febbraio, infine, prenderanno il via le assemblee zonali nei territori in cui opera la cooperativa, da Castelfranco a Gambettola. “Siamo contenti di poter tornare a fare le zonali in presenza dopo la sosta forzata causa covid. Sarà una bella occasione per tornare a incontrare i soci e confrontarci con loro sulle questioni attuali e sulle linee di indirizzo future. Nella stessa occasione - conclude Moretti - i soci saranno chiamati a rinnovare i propri delegati di zona che formano il comitato consultivo, un organo molto importante per la cooperativa perché è chiamato a rappresentare e mantenere il legame tra la cooperativa e la base sociale”.

Tutte le date, gli orari e i luoghi dei prossimi appuntamenti sono pubblicati sul sito agrintesa.it.

L’evoluzione del mercato, i cambiamenti di gusto e di stili di vita non hanno fermato Cem, la Cooperativa Esercenti Macellai, nel suo cinquantennale cammino professionale al servizio delle carni di qualità. Un’attività di trasformazione, confezionamento e commercializzazione del prodotto, sia suino che bovino, che impiega gli addetti, più di 150, nello stabilimento. Un tempo il rapporto era con i punti vendita degli esercenti soci, oggi le carni della cooperativa si trovano prevalentemente sui banchi della grande distribuzione, perché Cem, come racconta il direttore Marco Magnani, ha saputo dare risposte efficaci ai cambiamenti.

Siamo nati negli anni Settanta nel cesenate, Cooperativa di Esercenti Macellai, come dice il nome per fare sinergia in attività che andavano a beneficio di tutti i soci, allora 120. Organizzavamo gruppi di acquisto, macellazioni, poi con il primo nucleo di stabilimento/magazzino iniziammo la lavorazione delle carni. Oggi siamo 15 soci e 160 addetti, perché il nostro ruolo e la nostra attività sono cambiati rispondendo alle evoluzioni dei consumi e del mercato”.

Oggi Cem è una grande realtà del settore della trasformazione e lavorazione delle carni, suina e bovina, nel grande laboratorio di Cesena. Destinazione principale sono appunto i banchi della grande distribuzione, dove la maggior parte dei consumatori fa le scelte d’acquisto. Perché nei decenni sono cambiate anche le modalità di fare la spesa: “Negli anni Novanta abbiamo creato la società commerciale per la vendita dei prodotti anche ai clienti non soci e abbiamo implementato l’attività del laboratorio, facendo investimenti tecnologici che ci consentissero di potenziare le linee di taglio e confezionamento e l’informatizzazione dell’attività - prosegue Magnani - abbiamo avviato collaborazioni importanti come quella con Bovinitaly, la cooperativa di allevatori che commercializza carni bovine certificate”.

E oggi Cem produce con grandi numeri. Un esempio? La produzione degli insaccati freschi di suino dove si preparano 500 quintali di salsicce alla settimana. Accanto al maiale c’è la lavorazione delle carni rosse porzionate, confezionate e etichettate con il proprio marchio direttamente a disposizione del consumatore, oppure pronte per la vendita come private label.

Negli anni sono aumentate le linee di produzione e Cem si è sempre più orientata a proporre prodotti con ampio contenuto di servizio, i cosiddetti pronti da cuocere (come involtini, panatini, prodotti arricchiti di formaggio, prosciutto e condimenti), con un posto speciale per la preparazione di hamburger, anche di bovini di razze pregiate, che hanno assunto un ruolo da protagonisti sulle tavole delle famiglie italiane.

Allargare la rete delle conoscenze, aumentare i partner con cui confrontarsi e definire una metodologia ancora più consolidata: sono questi gli obiettivi che la cooperativa sociale Ceff Francesco Bandini di Faenza si è data partecipando al progetto europeo Action - accompagnamento dei lavoratori in inserimento lavorativo.

Ceff è uno dei 6 partner del progetto insieme al Consorzio Evt (che aderisce alla rete europea Ensie). Tra gli altri partner ci sono la cooperativa sociale Coos Marche, due realtà del Belgio e due della Francia. Il progetto, che fa parte della rete Erasmus +, prevede una sovvenzione dall’Unione Europea di 253mila euro e ha una durata di 32 mesi, da febbraio 2022 a settembre 2024.

“Il progetto Action prevede la realizzazione di 4 prodotti intellettuali da sviluppare, 5 incontri transnazionali dove visitare le realtà partner e le esperienze di inserimento lavorativo, e un evento divulgativo alla fine dei due anni e mezzo - spiega Marcella Montesano, responsabile dei percorsi lavoro di Ceff -. L’iniziativa ha l’obiettivo di arricchire e formalizzare i metodi di sostegno nei percorsi di inserimento lavorativo di persone adulte con difficoltà sociali o disabilità, mettendo a disposizione della figura di accompagnatore dell’inserimento lavorativo una metodologia ben definita. Ceff si occupa di questo fin dalla sua nascita e abbiamo messo a punto un sistema che funziona, è certificato e dà i suoi frutti. Partecipare a questo tipo di progettualità ci dà però la possibilità di migliorarci e di mettere a disposizione degli altri le nostre esperienze”.

I 4 prodotti intellettuali che i partner del progetto devono realizzare sono: la definizione del ruolo dell’accompagnatore per l’integrazione; la definizione del percorso ideale di integrazione; la costruzione del percorso formativo individuale per le persone in inserimento lavorativo; la costruzione di una sorta di cassetta degli attrezzi a disposizione dell’accompagnatore, con i passi da seguire, gli strumenti da utilizzare e le buone prassi a cui ispirarsi.

“Al momento abbiamo appena terminato il primo prodotto intellettuale e stiamo lavorando al secondo. Si va in ordine e stiamo rispettando i tempi del progetto - continua Montesano -. Nel frattempo ci sono stati già alcuni incontri internazionali, siamo stati ospiti a Bruxelles dal capofila del progetto e poi in Italia ospiti ad Ancona dalla cooperativa sociale delle Marche. Tra settembre e ottobre del 2023 inviteremo i partner a Faenza a conoscere la Ceff. Siamo molto soddisfatti di questa esperienza e il desiderio condiviso è che venga presto riconosciuta la figura professionale dell’accompagnatore. Dai confronti e dalle interviste fatte dai vari partner del progetto è emerso quanto questa figura sia importante nei percorsi di inserimento lavorativo. Le persone con disabilità e/o svantaggio hanno bisogno di una guida per orientarsi e le imprese possono contare su una professionalità che le aiuti nelle relazioni con i propri dipendenti”.

Corofar, cooperativa di servizi alle farmacie, ha festeggiato da poco 40 anni di vita, avviando un'importante trasformazione della sua attività. L'azienda forlivese, sviluppatasi per decenni nella distribuzione del farmaco con uno stabilimento altamente automatizzato, è entrata a far parte di un importante gruppo, conferendo la propria parte distributiva all'ingrosso alla newco controllata per il 51% da So.Farma.Morra, società con oltre 6.200 farmacie clienti. I risultati non si sono fatti attendere e sono significativamente lusinghieri come conferma il presidente Pier Luigi Zuccari, che ha assunto anche la presidenza di Corofar Distribuzione: “Abbiamo raggiunto un fatturato di 150 milioni di euro, nonostante i rincari e i costi di energia che ovviamente quest'anno hanno gravato sull'attività logistica.

Per il 2023 è previsto un investimento di 3 milioni di euro per il potenziamento dello stabilimento di Forlì, siamo decisamene soddisfatti della scelta compiuta. Con questa operazione abbiamo potuto concentrare la nostra strategia in uno specifico settore, quello del network Corofar Salute, e comunque, voglio precisarlo, senza lasciare del tutto la distribuzione, visto che nella newco rimaniamo comunque con una partecipazione soltanto di un punto inferiore al 50%”.

Grazie alle economie di scala, Corofar è riuscita inoltre a ridurre i costi a carico dei soci per le attività distributive e ha accresciuto il valore della cooperativa, aumentando l'impegno a favore dei servizi alle farmacie, tra cui assistenza hardware e software, contabilità e organizzazione e corsi di formazione.

Sono oltre 200 le farmacie che fanno parte del network Corofar, in prevalenza si trovano in Romagna, ma con un bacino che si allarga alle province di Arezzo e Bologna e al ferrareseCon il ramo Corofar Salute la cooperativa garantisce alle farmacie anche un ricco ventaglio di servizi: telemedicina, tele-cardiologia, screening dell'osteoporosi, autoanalisi del sangue, misurazione della pressione intraoculare, screening della funzionalità respiratoria, screening del benessere della circolazione venosa, analisi della pelle e del capello.

E per tutte queste attività gestisce sia la parte di comunicazione che quella organizzativa. Molto impegnativo è stato il ruolo assunto nel periodo pandemico con la campagna vaccinale. “Durante la pandemia - precisa Zuccari - abbiamo gestito l'hub vaccinale di Forlì e la parte informatica attraverso software dedicati per quelli di Ravenna e Rimini. È stata un'esperienza impegnativa ma abbiamo raccolto molti apprezzamenti”.

Conserve Italia accoglie con soddisfazione l’aggiudicazione in suo favore, avvenuta oggi da parte del Tribunale di Ferrara – Sezione Fallimenti, del complesso aziendale ex O.P.O.E. (Organizzazione Produttori Ortofrutticoli Europa) situato in località Dodici Morelli di Cento (FE).

Tale sito produttivo, specializzato nella lavorazione del pomodoro, era già stato assegnato in via provvisoria al Gruppo cooperativo agroalimentare nel maggio 2021 con un affitto di due anni; in questo modo si è potuta garantire la continuità aziendale, sia nei confronti dei lavoratori che degli agricoltori conferenti.

“Con la conclusione positiva di questa procedura, lo stabilimento di Dodici Morelli può rientrare a pieno titolo all’interno delle politiche di sviluppo e crescita aziendale – dichiara Maurizio Gardini, Presidente di Conserve Italia -. Due anni fa, sollecitati da più parti, siamo intervenuti con grande tempestività in una situazione di emergenza per salvaguardare i posti di lavoro e fornire prospettive alla filiera agricola locale”.

“Come già accaduto in questi due anni, mettiamo a disposizione degli agricoltori locali tutta la nostra struttura produttiva, commerciale e di marketing per valorizzare al meglio le produzioni conferite. E lo continueremo a fare anche grazie ai nostri marchi del pomodoro 100% italiano come Cirio, Valfrutta e Jolly Colombani” aggiunge il Direttore Generale di Conserve Italia, Pier Paolo Rosetti.

I percorsi di inserimento lavorativo di persone con disabilità o svantaggio non sono tutti uguali. Lo sa bene la cooperativa Dovadola 3000 di Forlì che nei giorni scorsi ha presentato, insieme a CSQA e al dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, una nuova certificazione che premia gli inserimenti lavorativi che si basano sulla valorizzazione della persona e sulle relazioni umane.  

La nuova certificazione si chiama PEEPI - Percorso Educativo per l’Espressione delle Potenzialità Individuali e ha già un proprio disciplinare depositato presso l’ente certificatore CSQA.  

Paola Boattini, presidente di Doadola 3000, racconta: «Da tempo lavoro nel sostegno scolastico, strutturando dei Pei (progetti educativi individualizzati) basati proprio sulla valorizzazione delle competenze - racconta Paola Boattini -. Allo stesso modo, una volta entrata in cooperativa, ho continuato ad applicare questo modello, creando inserimenti lavorativi personalizzati e fortemente relazionali per le persone con disabilità. A un certo punto mi sono interrogata sulla possibilità di far diventare questo sistema un disciplinare ben definito, disposizione di qualsiasi ente o azienda che voglia creare valore attraverso l’inserimento lavorativo».  

Grazie al supporto di Confcooperative Romagna e del dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, è stato definito il protocollo e depositato il disciplinare presso CSQA: «Ora siamo in una fase sperimentale del progetto, necessaria per perfezionare il protocollo sul campo, ma chiunque può già fare richiesta di certificazione - evidenzia Riccardo Nascè, responsabile servizio certificazioni di Confcooperative Romagna -. L’ente, la cooperativa o l’azienda richiedente farà un corso di formazione con Irecoop Emilia-Romagna, durante il quale potrà recepire i fondamentali del percorso PEEPI, poi riceverà la documentazione necessaria per certificarsi. Successivamente avverrà la visita ispettiva che, se avrà esito positivo, si concluderà con il rilascio della certificazione e del relativo marchio». 

Il modello di inserimento valoriale certificato da PEEPI si fonda su tre componenti principali: la scoperta e il riconoscimento dei talenti della persona; la costruzione di un percorso di inserimento lavorativo basato sul confronto; l’appoggio morale e relazionale tra educatore e persona da inserire. «Idealmente Peepi è un percorso che non finisce mai perché, una volta effettuato l’inserimento lavorativo, l’acquisizione di competenze e il confronto non devono fermarsi - spiega Boattini -. Ovviamente, per valorizzare il potenziale della persona inserita occorre assicurarsi l’affiancamento di educatori esperti».  

Per candidarsi alla certificazione occorre compilare il modulo sul sito www.dovadola3000.it.  

Contrastare il fenomeno del massimo ribasso negli appalti: è questo l'obiettivo della firma che sindacati e cooperative sociali hanno apposto in un contratto, che riguarda 10.000 cooperative sociali e oltre 400.000 lavoratrici e lavoratori.

Le parti concordano che nei contratti relativi ai servizi sociali e di inserimento lavorativo – come definiti dall'articolo 2, comma 1, lettera e), dell'allegato I.1 – va prevista un'autonoma clausola di revisione del prezzo dell'appalto a seguito dell'aumento del costo del lavoro derivante dal rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro applicabile. I sindacati e le cooperative concordano che «vada mantenuta nel nuovo Codice la previsione dell'art. 95 comma 10 bis presente in quello vigente che prevede un tetto massimo per il punteggio economico, attualmente fissato al 30 per cento. Questa soglia andrebbe confermata o abbassata. Lo schema di decreto legislativo del Codice ha eliminato tale vincolo e legittima di fatto gare nei fatti basate principalmente sul fattore prezzo anche in relazione alla rimozione della clausola di concorrenzialità dell'offerta tecnica. Negli appalti di servizi ad alta intensità di manodopera, è concreto il rischio di spostare la competizione sul costo del lavoro (che rappresenta spesso oltre l'80% dell'importo complessivo dell'offerta) con prevedibili effetti sulla tutela delle condizioni dei lavoratori».

Sindacati e Cooperative ribadiscono che, al fine di valorizzare il contratto della cooperazione sociale e più in generale contrastare il fenomeno del dumping contrattuale, nei contratti di appalto «il riferimento alla contrattazione collettiva nazionale e territoriale di settore comparativamente più rappresentativa deve essere chiaro ed inequivocabile, per offrire maggiori tutele garanzie alle lavoratrici e ai lavoratori nonché al settore in termini più ampi, valutando l'inserimento di opportuni richiami all'articolo 51 del D.Lgs 15 giugno 2015, n. 81, a partire dall'articolo 57 che fa riferimento alle clausole sociali».

Le parti si impegnano in considerazione dell'importanza che riveste la richiesta a illustrare i contenuti dell'Avviso Comune anche in sede di confronto con il Ministero delle Infrastrutture, del Lavoro e delle Politiche Sociali, oltre che alla Conferenza Stato Regioni e all'Anci.

Il progetto è diretto a riconoscere i “percorsi formativi migliori, job oriented”, presentati dai giovani candidati che hanno svolto i corsi di laurea nell’ambito delle facoltà universitarie previste.

I candidati che risulteranno assegnatari delle borse di studio, selezionati dalla Fondazione tramite l’apposito organismo di valutazione, avranno la successiva possibilità di essere chiamati, entro il semestre seguente l’assegnazione, a svolgere anche un percorso di tirocinio presso le Aziende co-promotrici e finanziatrici del bando, secondo i percorsi indicati nelle schede aziendali allegate, al fine di fornire loro nuove competenze attraverso la conoscenza diretta del mondo del lavoro.

 

Le borse sono rivolte a:

laureati delle facoltà di Economia e management, Scienze Statistiche, Scienze, Scienze Agro alimentari, Tecnologie Agrarie o Alimentari, in materie STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), in ambito tecnico gestionale, Prevenzione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, e/o Ingegneria per l’ambiente e il territorio, Ingegneria Gestionale, Ingegneria informatica e delle telecomunicazioni, entro il 31 marzo 2023 e nei 30 mesi precedenti.

 

Candidature:

da presentare entro il 12 aprile 2023 sul sito della Fondazione Giovanni dalle Fabbriche – Multifor ETS inserendo il proprio cv, completo di tutte le informazioni utili a far conoscere il percorso formativo svolto, a questa pagina.

 

Per info:

Dr. Antonella Como tel. 0543/22146 (dal lunedì al venerdì dalle 9,00 alle 12,00), che resta disponibile anche per colloqui online di approfondimento sui documenti da presentare.

mail: a.como@dallefabbriche-multifor.it

 

La Commissione Europea ha definito il 2023 come “l’anno delle competenze”, invitando le imprese a valorizzare persone e talenti. Con l’associazione dei Giovani Imprenditori Cooperativi di Confcooperative Romagna vogliamo abbracciare questo tema per crescere come organizzazione, essere di stimolo alle cooperative e arrivare preparati alla prossima stagione congressuale. Continueremo a promuovere l’innovazione, che oggi è fondamentale in ogni ambito - digitale, ambientale e sociale - oltre che come mezzo per raggiungere gli obiettivi del Pnrr e mantenere la competitività sul mercato.

Oggi il mondo dell’impresa cooperativa si trova in difficoltà, pur essendo un settore che più di altri ha saputo reggere alle criticità degli ultimi anni. Oltre alla crisi demografica generale italiana, sulla quale si dovrà fare ancora molto, stiamo assistendo a una crisi demografica legata al movimento cooperativo: nascono sempre meno imprese cooperative. È quindi indispensabile cercare di invertire questa tendenza.

Per farlo è necessario adattare i nostri principi e valori alle nuove sfide che in particolare i giovani si trovano ad affrontare per avere una vita dignitosa. Al centro di molte scelte delle nuove generazioni c’è il raggiungimento di una realizzazione personale data da un buon lavoro e da una conciliazione dei tempi vita/lavoro giusti, e c’è la sostenibilità ambientale.

Questi processi di cambiamento sono di lungo periodo, necessitano del coinvolgimento di tutta la base associativa e, in modo particolare, del confronto tra generazioni. Dobbiamo quindi aprirci a nuovi schemi ed è per questo che con l’associazione dei Giovani nel 2023 lavoreremo per rafforzare le relazioni con il mondo accademico e universitario. L’intento è di consolidarci come ponte tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro e avvicinare le nostre imprese cooperative a quel bacino di capitale umano che servirà per rimanere competitivi e continuare a investire nelle nostre comunità.

Inoltre, ci proponiamo di definire nuove forme di governance e di leadership, per ragionare assieme su come dovranno coesistere, all’interno delle nostre imprese, l’etica e il business. Intendiamo mantenere una presenza sui tavoli regionali, nazionali e anche internazionali, al fine di portare sul territorio tematiche di rilevanza europea, che nei prossimi anni influenzeranno nuovi settori di mercato e richiederanno di investire su nuove competenze. Un esempio sono le comunità energetiche, le cooperative di dati e ogni altro aspetto legato all’economia sociale. Ambito, quest’ultimo, che ci permette più di altri di portare il nostro know-how di imprenditori cooperativi italiani oltre i nostri confini, instaurando così relazioni con altri Paesi.

Il nostro auspicio è che tutto questo porti a costruire una comunità più giusta e più equa, per noi che dobbiamo disegnare il nostro futuro e per le nuove generazioni.

Andrea Sangiorgi

*Presidente Associazione Giovani Imprenditori Cooperativi di Confcooperative Romagna

La richiesta di impiego nel settore sanitario e socio-assistenziale, sia pubblico che privato, è in larga crescita. Per rispondere a questa esigenza, Irecoop Emilia-Romagna organizza due corsi denominati “Operatore socio-sanitario: formazione iniziale”, al termine dei quali verrà rilasciato ai partecipanti, previo superamento dell’esame finale, il Certificato di qualifica professionale di Operatore Socio Sanitario con valore su tutto il territorio nazionale (ai sensi della L.R. 12/2003 e dell’Accordo nazionale Conferenza Stato Regioni del 22/02/2001). La figura dell’Oss è indirizzata a un impiego negli ospedali, nelle case residenza, nei centri diurni, nelle comunità-alloggio e nei servizi domiciliari.

I due corsi si differenziano solamente per la sede - uno è in programma a Imola (22 posti) e l’altro a Bologna (altri 22 posti) - e sono propedeutici a svolgere attività di cura e assistenza socio-sanitaria verso persone in condizione di non autosufficienza sul piano fisico o psichico.

Un grande vantaggio per i partecipanti è che questa edizione del corso beneficia di un finanziamento della Camera di Commercio di Bologna che copre circa l’80% delle spese a carico degli iscritti: il contributo individuale è pari a circa 560 euro, anziché gli oltre 2500 che vengono richiesti di norma.

La durata complessiva è di 1000 ore, suddivise tra 550 ore di aula o esercitazioni e 450 ore di stage in strutture socio sanitarie del territorio. Il corso ha durata annuale e si svolgerà indicativamente tra febbraio 2023 e febbraio 2024 (previo raggiungimento del numero minimo di iscrizioni previste). Al termine, i partecipanti saranno supportati nell’inserimento professionale attraverso attività di orientamento, di relazione e di incrocio tra domanda e offerta con i referenti delle cooperative socio-sanitarie del territorio.

Possono partecipare persone in possesso dei seguenti requisiti: età superiore ai 18 anni, possesso di un titolo di istruzione secondaria di primo grado (licenza media) o un titolo di studio estero equivalente, residenza o domicilio in Emilia-Romagna. Per i cittadini stranieri, oltre alla conoscenza della lingua italiana, è richiesto un permesso di soggiorno in corso di validità e anche la traduzione giurata o dichiarazione di valore del titolo di studio. La verifica dei requisiti di accesso verrà realizzata dal coordinatore del corso attraverso l’acquisizione e la valutazione di documenti tramite un colloquio con il candidato. Se il numero di iscritti sarà maggiore di 22, verranno effettuate delle selezioni (prove scritte e colloqui motivazionali) che terranno anche conto di alcuni criteri preferenziali di accesso: persone inoccupate o disoccupate, under 30, over 45 e donne.

Per info e iscrizioni: Monia Cesaratto | 051 7099037 | cesarattom@irecoop.it | www.irecoop.it.

È attivo il servizio di consegna delle cassette di frutta e verdura biologica del podere OrtInsieme, il progetto di agricoltura sociale che la cooperativa Il Mulino porta avanti a Russi.

Le cassette hanno due formati: Small e Large.

Possono essere ritirate direttamente a Russi al Podere OrtInsieme in via Provinciale Molinaccio 30 (da mercoledì a sabato dalle ore 11 alle ore 13), oppure presso la Bottega Villaggio Globale in Corso Farini, 84 (mercoledì dalle ore 16:00 alle ore 19:00).

A Ravenna il martedì pomeriggio dalle ore 15 alle ore 19.30, presso il Biomarché in piazza San Francesco.

Per chi invece vuole ricevere la cassetta direttamente a casa propria è possibile attivare la consegna a domicilio, con un piccolo sovrapprezzo. La consegna viene effettuata il mercoledì nei comuni della provincia di Ravenna e a Cesena e dintorni.

All’interno di ogni cassetta si trovano prodotti freschi di stagione, del Podere o di aziende con cui la cooperativa è in contatto e che condividono valori etici e di sostenibilità ambientale.

Il servizio è molto semplice: ogni settimana a tutti gli interessati viene inviato un messaggio su whatsapp con i prodotti della settimana. Per chi lo desidera si possono aggiungere anche prodotti extra. L’ordine viene effettuato via whatsapp al numero 331 430 5398 indicando tipo di cassetta, città, metodo di consegna, nome e cognome e indirizzo.  

OrtInsieme è un progetto di agricoltura sociale e di cohousing. All’interno della casa che si trova all’interno del Podere, infatti, vivono 6 persone in situazione di criticità abitativa a cui viene data la possibilità di avere un domicilio e di poter lavorare negli orti del progetto, sviluppando competenze nel campo dell’agricoltura biologica.

Per maggiori informazioni visitate la nostra pagina Facebook: www.facebook.com/Podere.Ortinsieme

 

C’è tempo fino al 12 aprile per candidarsi alle borse di studio promosse dalla Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche – Multifor Ets in occasione del trentennale della scomparsa di Giovanni Dalle Fabbriche. L’iniziativa è sostenuta anche da importanti cooperative del territorio: Agrintesa, Caviro e LA BCC ravennate, forlivese e imolese.

Il valore di ogni borsa di studio è di 2000 euro, diretto a riconoscere i “percorsi formativi migliori, job oriented”, presentati dai giovani candidati (laureati entro il 31 marzo 2023 e nei 30 mesi precedenti) che hanno svolto i corsi di laurea nell’ambito delle facoltà universitarie previste dal bando.

 

La Fondazione, tramite una commissione istituita ad hoc, valuterà le domande pervenuta. I candidati idonei riceveranno la borsa di studio e avranno la possibilità di essere chiamati, entro il semestre seguente l’assegnazione, a svolgere anche un tirocinio presso le aziende co-promotrici e finanziatrici del bando. I percorsi di tirocinio sono orientati a fornire ai giovani assegnatari nuove competenze attraverso la conoscenza diretta del mondo del lavoro.

 

Le domande per partecipare al bando devono essere presentate entro il 12 aprile 2023 sul sito della Fondazione Giovanni dalle Fabbriche - Multifor ETS al seguente link:  https://www.dallefabbriche-multifor.it/proponi-la-tua-candidatura. Per completare la domanda è necessario inserire il proprio curriculum completo di tutte le informazioni utili a far conoscere il percorso formativo svolto.

 

Possono partecipare al bando i neo laureati delle facoltà di Economia e management, Scienze Statistiche, Scienze, Scienze Agro alimentari, Tecnologie Agrarie o Alimentari, in materie STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), in ambito tecnico gestionale, Prevenzione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, e/o Ingegneria per l’ambiente e il territorio, Ingegneria Gestionale, Ingegneria informatica e delle telecomunicazioni, entro il 31 marzo 2023 e nei 30 mesi precedenti.

 

Per maggiori informazioni: https://www.dallefabbriche-multifor.it/ Oppure contattando la dottoressa Antonella Como della Fondazione allo 0543 22146, dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 12 o scrivendo a a.como@dallefabbriche-multifor.it.

Ha oltre 200 mezzi sulle strade e le autostrade del Centro e Nord Italia, che ogni giorno sono impegnati nella costruzione e nella manutenzione delle sedi stradali: è la Cooperativa di trasporti di Santarcangelo (Cts), che ha all’attivo una storia ultra quarantennale.

Iniziò tutto nel 1979 grazie a un’intuizione di Mauro Magnani (che oggi ne è presidente) quando decise di sviluppare l’attività del padre, che possedeva dei mezzi di trasporto: Mauro avrebbe concentrato i suoi sforzi sul lato commerciale, impegnandosi nel reperire appalti da distribuire poi ai soci.

La scelta si è rivelata vincente, e oggi Cts è una realtà consolidata a livello nazionale, che dà lavoro a oltre 200 famiglie e vanta un turn over bassissimo: un dato positivo che si affianca al fatto che molti trasportatori soci sono già arrivati alla terza generazione.

“Cts è come una grande famiglia - racconta Emanuela Magnani, laurea in Economia e commercio, impegnata in amministrazione da oltre 20 anni - perché siamo un’azienda capace di dare sicurezza e nella quale la figura del presidente, mio padre Mauro, è ancor oggi centrale, perché tutti prima o poi si rivolgono a lui per chiedere consigli”.

Una galassia composta da 7 dipendenti, 50 soci, 200 trasportatori con partita iva e mezzi propri, oltre a quelli che vengono in aiuto - i gregari - nei momenti di picco stagionale. Positiva la chiusura del bilancio 2022, con ricavi attorno a 26 milioni di euro, gli stessi che si prevedono per il 2023. Un anno già pieno di progetti: “Parteciperemo alle gare per la costruzione della quarta corsia della A14 - sottolinea la responsabile amministrativa - e già forniamo e trasportiamo materiale per il primo lotto da Osteria Grande (Bo) allo svincolo della A14 bis tra Imola e Faenza. Stiamo lavorando al primo lotto, costruendo il campo base e le strade di accesso alla piattaforma autostradale. Ci occupiamo già dei lavori di manutenzione di Amplia Infrastructures, la società che gestisce le autostrade, sui tratti della A14 da Cattolica a Bologna, della A13 da Bologna a Padova, della A1 da Bologna a Parma. In associazione temporanea di impresa (Ati) inoltre facciamo manutenzione e attività antighiaccio e neve nel tratto da Cattolica a Imola”.

Non mancano però le preoccupazioni. “Si sono allungati i tempi di riscossione dallo Stato e dagli Enti pubblici in generale. Noi invece paghiamo i trasportatori in modo veloce - evidenzia Emanuela Magnani -. Il carburante in particolare incide oltre il 30% sul costo del nostro lavoro ed è una variabile importante: speriamo nel bonus accise. Ma è la quotazione stessa del nostro lavoro che cambia in modo estemporaneo: confidiamo in qualche aiuto da parte dello Stato, perché il trasporto su gomma è decisivo per il nostro Paese ed è quindi un settore da gestire con cura”.

Nel corso degli anni la Cooperativa di trasporti di Santarcangelo ha comunque accantonato risorse, capitalizzando e investendo anche in tema di innovazione tecnologica e sostenibilità: “Con Icr Impianti Cave Romagne, di cui siamo soci dalla fondazione, a fine estate 2020 abbiamo inaugurato un impianto per il conglomerato della Marini Master Tower. È una partecipazione strategica perché ci consente di vendere il pacchetto completo: fornitura del materiale e trasporto dello stesso. È un impianto - conclude - che ricicla oltre il 50% del materiale recuperato dalla fresatura dell’asfalto”. Una buona notizia per l’ambiente.

FOTO Giorgio Salvatori

LA BCC aumenta sensibilmente il sostegno a soci e territorio grazie agli importanti risultati ottenuti nel corso del 2022, che hanno trovato sintesi nel bilancio di esercizio approvato dal Consiglio di Amministrazione della Banca nei giorni scorsi.
Il sostegno in termini di solidarietà e beneficienza al territorio e i riconoscimenti in termini di benefit, dividendi e rivalutazione a favore dei soci hanno infatti superato complessivamente la cifra record di 5,5 milioni di euro.

 

“Il 2022 rappresenta per LA BCC un anno molto positivo che si chiude con un risultato di esercizio che supera i 73 milioni di euro – dichiara il Direttore Generale Gianluca Ceroni - a conferma della capacità reddituale della nostra Banca, destinata ad un ulteriore rafforzamento del patrimonio di vigilanza che raggiunge i 488 milioni di euro e rappresenta da sempre il principale elemento a tutela di Soci e clienti.
Il Total Capital Ratio (coefficiente patrimoniale calcolato come rapporto tra Fondi Propri e attività ponderate per il rischio) ha superato il 21,6% e ci permette di rafforzare quel sostegno all’economia del territorio che ha, da sempre, contraddistinto la nostra Banca.”

Con una raccolta totale di 6,2 miliardi di euro e 3,5 miliardi di euro di impieghi verso clientela continua l’incremento del totale del prodotto bancario lordo che ha superato i 9,7 miliardi di euro, a conferma della fiducia dimostrata negli anni da soci e clienti.
 

Inoltre, nel corso del 2022, LA BCC ha confermato il sostegno alle imprese del territorio con ulteriori 275 milioni di euro di finanziamenti.
Sono oltre 3.070 i nuovi mutui casa concessi nell’anno, numero che rappresenta un ulteriore importante incremento rispetto ai dati, già in forte crescita, registrati negli esercizi precedenti. Il risultato assume particolare rilevanza se si tiene conto della flessione registrata dal mercato, soprattutto nel corso del secondo semestre, per effetto della crescita dei tassi.

Il Direttore Generale ricorda che LA BCC ha confermato la massima attenzione al presidio sulla qualità del credito. La prudente gestione e gli interventi straordinari hanno permesso alla Banca di proseguire il percorso di miglioramento dell’incidenza del credito deteriorato netto, portandola allo 0,94% rispetto al 1,8% dell’anno precedente.

Con queste parole il Presidente della BCC, Giuseppe Gambi commenta i risultati dell’anno 2022: “Voglio ringraziare gli oltre 35.300 soci per la fiducia riservata alla nostra cooperativa di credito. L’ottimo risultato del 2022 ci permette di aumentare a 2 milioni di euro il plafond da destinare alle erogazioni liberali di beneficenza e sponsorizzazioni, che rappresenta il nostro “dividendo” al territorio, e di consolidare i benefici offerti ai Soci in particolare per promuovere adeguati livelli di coperture assicurative e previdenziali.

Inoltre, il Consiglio di Amministrazione ha proposto di distribuire parte dell’utile agli azionisti sotto forma di dividendo in misura del 2,9% e di destinare un’ulteriore quota a rivalutazione, ai sensi dell’art. 7 della Legge 59/1992, in ragione del 7,10% del capitale sociale esistente all’inizio dell’esercizio 2022, per un totale di valorizzazione della quota sociale del 10%”.

I percorsi di inserimento lavorativo di persone con disabilità o svantaggio non sono tutti uguali. Lo sa bene la cooperativa Dovadola 3000 di Forlì che nei giorni scorsi ha presentato, insieme a CSQA e al dipartimento di Scienze dell'Educazione dell'Università di Bologna, una nuova certificazione che premia gli inserimenti lavorativi che si basano sulla valorizzazione della persona e sulle relazioni umane.

 

La nuova certificazione si chiama PEEPI - Percorso Educativo per l'Espressione delle Potenzialità Individuali e ha già un proprio disciplinare depositato presso l'ente certificatore CSQA.

 

Paola Boattini, presidente di Doadola 3000, racconta: «Da tempo lavoro nel sostegno scolastico, strutturando dei Pei (progetti educativi individualizzati) basati proprio sulla valorizzazione delle competenze - racconta Paola Boattini -. Allo stesso modo, una volta entrata in cooperativa, ho continuato ad applicare questo modello, creando inserimenti lavorativi personalizzati e fortemente relazionali per le persone con disabilità. A un certo punto mi sono interrogata sulla possibilità di far diventare questo sistema un disciplinare ben definito, disposizione di qualsiasi ente o azienda che voglia creare valore attraverso l'inserimento lavorativo».

 

Grazie al supporto di Confcooperative Romagna e del dipartimento di Scienze dell'Educazione dell'Università di Bologna, è stato definito il protocollo e depositato il disciplinare presso CSQA: «Ora siamo in una fase sperimentale del progetto, necessaria per perfezionare il protocollo sul campo, ma chiunque può già fare richiesta di certificazione - evidenzia Riccardo Nascè, responsabile servizio certificazioni di Confcooperative Romagna -. L'ente, la cooperativa o l'azienda richiedente farà un corso di formazione con Irecoop Emilia-Romagna, durante il quale potrà recepire i fondamentali del percorso PEEPI, poi riceverà la documentazione necessaria per certificarsi. Successivamente avverrà la visita ispettiva che, se avrà esito positivo, si concluderà con il rilascio della certificazione e del relativo marchio».

 

Il modello di inserimento valoriale certificato da PEEPI si fonda su tre componenti principali: la scoperta e il riconoscimento dei talenti della persona; la costruzione di un percorso di inserimento lavorativo basato sul confronto; l'appoggio morale e relazionale tra educatore e persona da inserire. «Idealmente Peepi è un percorso che non finisce mai perché, una volta effettuato l'inserimento lavorativo, l'acquisizione di competenze e il confronto non devono fermarsi - spiega Boattini -. Ovviamente, per valorizzare il potenziale della persona inserita occorre assicurarsi l'affiancamento di educatori esperti».

 

Per candidarsi alla certificazione occorre compilare il modulo sul sito

Sono tanti gli utenti, da tutta Italia, che chiedono di usufruire dei servizi di Luce sul Mare di Bellaria-Igea Marina (RN), la sola cooperativa a livello nazionale a gestire posti letto accreditati a livello ospedaliero in ambito riabilitativo: oggi sono 190 le persone ricoverate, con un servizio di copertura sanitaria 24/h. 

 

La notizia dell'ultima ora è l'adesione nel 2022 ad Aiop, l'Associazione Italiana Ospedalità Privata. Lo racconta Massimo Marchini, classe 1964, vicepresidente dal 2005 e presidente dal 2014: “Pur avendo dal 1980 aderito a Confcooperative, Legacoop e Agci, nel tempo i nostri servizi si sono sempre più differenziati, sia in ambito sanitario che ospedaliero, ben rappresentato da Aiop, che è una ‘voce' importante a livello regionale e nazionale”.

 

L'arrivo del Covid ha creato difficoltà ma anche opportunità. “Nel 2020 la cooperativa è stata individuata a livello regionale nel piano ospedaliero di gestione della pandemia - spiega - per accogliere pazienti che avevano superato la fase acuta del Covid ma non erano ancora dimissibili”. A ospitarli, il reparto di riabilitazione intensiva e neuroriabilitazione dell'Ospedale Franchini di Santarcangelo, dove la cooperativa gestisce, in virtù di un rapporto pubblico-privato, 30 posti letto.

 

Le difficoltà? “A Igea Marina siamo stati costretti a chiudere alcune attività e a limitare gli accessi a esterni per tutto il 2020, fino a inizio 2021. Questo perché i nostri pazienti sono soprattutto disabili con livello cognitivo basso: fanno fatica a gestire i Dpi o ad attuare il distanziamento”. Così molti utenti e gli stessi operatori sono risultati positivi.

 

“Inoltre - continua Marchini - l'Ausl della Romagna ha precettato molti infermieri e altri operatori sanitari per la necessità di coprire l'emergenza, che di fatto è stata così scaricata sulle strutture private”. Una situazione che ha coinvolto anche il Poliambulatorio Malatesta, che è anche Car - Centro ambulatoriale di riabilitazione di Rimini: “Durante il lockdown siamo riusciti ad accogliere, in urgenza, solo pazienti prioritari, per ecografie e situazioni straordinarie”.

 

Reinventate le ex attività stagionali, tra spiaggia e mare: “Abbiamo rivolto i nostri servizi a utenti diversi - aggiunge il presidente di Luce sul Mare -, passando dal ricovero di disabili psicofisici alla cura di ragazzi con disturbi cognitivo-comportamentali, autismi, che richiedono degenze più lunghe, diminuendo il rischio di contagi e cluster”.

 

Tra i servizi in crescita, Luce sul Mare segnala quello dedicato ai minori in età evolutiva, generalmente in carico alle cure palliative pediatriche territoriali: dal 2021 la cooperativa si è accreditata con l'Ausl della Romagna, aggiudicandosi due posti letti. “Grazie alla pluriennale collaborazione con la pediatria di Rimini abbiamo maturato un importante expertise nella gestione di questi bimbi, anche piccolissimi, che nascono con problematiche cliniche molto complesse”. Le loro famiglie, finché è possibile, si prendono cura di loro a casa, ma in caso di aggravamento o per periodi di loro sollievo necessitano di ricovero. “Oggi diversi posti letto all'interno del Reparto Pegli a Igea Marina ospitano questi piccolini. Solo a Rimini però ci sono 45 bambini, 601 in regione (dati 2018, ndr) che nascono con gravi problematiche cliniche”.

 

Foto: Giorgio Salvatori

È stato approvato dal consiglio di amministrazione in novembre il nuovo logo del Ciclat - Società consortile cooperativa stabile. Il marchio identificativo viene adottato nell’anno del settantesimo anniversario di una realtà nazionale fortemente legata al mondo dei servizi di Confcooperative e ben radicata sull’intero territorio nazionale.

Il nuovo logo intende rappresentare lo spirito che guida l’attività del consorzio e alcuni suoi valori chiave: stabilità, forza, sguardo rivolto al futuro. Il marchio si presenta bold e deciso, con un’unione, reale quanto simbolica, fra le lettere del naming per simboleggiare lo spirito cooperativo dei soci che lo compongono.

I colori si avvicinano molto a quelli storici, per mantenere un legame di continuità con le radici e con i valori aziendali, che saranno di ispirazione per il futuro del gruppo.

Supportare le imprese nel ricorso alle nuove tecnologie per una transizione digitale inclusiva e sostenibile, che non lasci indietro nessuno. È questo l'obiettivo che ha spinto Confcooperative Emilia Romagna a diventare socio di IFAB, la Fondazione su Intelligenza Artificiale e Big Data promossa dalla Regione per favorire una maggiore connessione tra le aziende del territorio e l'ecosistema che ruota attorno al Tecnopolo di Bologna, a partire dal Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing, e dal Cineca che gestisce il supercomputer Leonardo.

 

Espressione delle Unioni territoriali che raggruppano un sistema di oltre 1.500 cooperative con 234.000 soci, 86.000 addetti e un volume d'affari di quasi 14 miliardi di euro, Confcooperative Emilia Romagna è il sindacato di impresa intersettoriale che rappresenta a livello regionale la Confederazione Cooperative Italiane (la principale Associazione del movimento cooperativo fondata nel 1919) ed è presente nei territori con una capillare rete di servizi. Aderisce a Confcooperative Emilia Romagna anche la Federazione regionale delle BCC che riunisce 9 Banche di Credito Cooperativo con 145.000 soci, 2.810 dipendenti, 350 filiali e una raccolta pari a 16,6 miliardi di euro.

 

Abbiamo aderito con convinzione a IFAB per consentire a tutte le nostre imprese, da quelle più grandi alle PMI fino alle micro, di accedere alle opportunità messe in campo dall'innovazione tecnologica, in particolare nell'ambito Big Data e Intelligenza Artificiale – dichiara Francesco Milza, Presidente di Confcooperative Emilia Romagna -. Vogliamo accompagnare il sistema cooperativo regionale nella transizione digitale ormai imprescindibile per lo sviluppo, consapevoli che a noi spetti innanzitutto il compito di rendere questo processo sostenibile e inclusivo affinché non sia lasciato indietro nessuno, nel pieno rispetto del principio mutualistico che anima la cooperazione e che può trovare nuova linfa proprio in ambito digitale. Riteniamo infatti che il modello dell'impresa cooperativa, rinnovato e adattato ai nuovi scenari tecnologici, possa consentire di intercettare un mercato di beni e servizi in profonda trasformazione senza al contempo aumentare le disuguaglianze economiche e sociali, anzi riducendole”.

 

Diventando socio IFAB, Confcooperative Emilia Romagna, avrà l'opportunità di entrare nel sistema di innovazione che connette le imprese al Centro Nazionale HPC e al Tecnopolo di Bologna, che mette a disposizione del tessuto economico le capacità di calcolo offerte dal supercomputer Leonardo. Potrà, quindi, accelerare la realizzazione di progetti per lo sviluppo territoriale, nel campo dei servizi alle cooperative associate. IFAB potrà anche supportare le capacità di adattamento e di evoluzione delle cooperative associate in termini di aggiornamento, supporto e formazione”, spiega Marco Becca, Direttore di IFAB.

Brevetti innovativi e specializzazione sono stati alla base della scommessa di Soles Tech, la cooperativa che ha raccolto l’eredità di un’azienda storica di Forlì, salvaguardando un know how specializzato soprattutto in materia di interventi di adeguamento sismico, sollevamento e isolamento degli edifici. Una scommessa che, all’inizio del 2023, può dirsi vinta sia dal lato occupazionale, sia da quello delle commesse. Nata nel 2015 come cooperativa, Soles Tech, uno dei primi casi di workers buyout sul territorio, è infatti leader in Italia nell’ambito dell’ingegneria antisismica e geotecnica.

“Siamo un’impresa specializzata, con attività nell’edilizia tradizionale, ma anche in settori di nicchia come l’antisismico, l’esecuzione di fondazioni profonde, il consolidamento di edifici con problemi di cedimento strutturale - precisa l’ingegnere Luigi Patanè, direttore e uno dei soci fondatori della cooperativa -. Lavoriamo molto nelle zone colpite da terremoti alla ricostruzione degli edifici danneggiati; attualmente siamo presenti nei cantieri di diverse regioni, soprattutto nel Centro Italia”.

I numeri d’altra parte sono eloquenti: alla ripartenza la Soles Tech aveva 4 dipendenti che lavoravano a turno. Oggi i dipendenti sono 45 e altre 50 persone sono ascrivibili all’indotto. Il fatturato conferma questa crescita continua, passato dai 2 milioni iniziali ai circa 17 milioni attuali. Naturalmente anche i Sisma-bonus e gli Eco-bonus per l’efficientamento degli edifici sono state opportunità raccolte, ma l’azienda forlivese ha preferito non legarsi in modo prevalente a queste agevolazioni che rappresentano solo il 20% del fatturato. La specializzazione di nicchia di Soles Tech ha continuato ad essere la carta vincente per crescere.

“Siamo nati con l’obiettivo di mantenere la nostra attività lavorativa, volevamo continuare a lavorare insieme in un ambito molto specializzato in cui possedevamo competenze e brevetti, ma siamo dovuti partire quasi da zero - continua Patanè -. La scelta di diventare cooperativa è stata determinante soprattutto nei primi tempi, perché ci ha consentito di avere maggiore flessibilità e soprattutto di costruire quello spirito di squadra indispensabile per affrontare i problemi e le difficoltà della ripartenza. Oggi tra i 45 dipendenti ci sono numerosi ingegneri impegnati come direttori di cantiere, e tra questi 4 ingegnere donne, cosa ancora non così usuale nel nostro settore. Siamo orgogliosi di quanto siamo riusciti a costruire fin qui”.

Matteo Caramaschi, 47 anni, imprenditore agricolo di Reggiolo (RE), vicepresidente della latteria sociale Cavecchia e già presidente di Confcooperative Reggio Emilia, è il primo presidente di Confcooperative Terre d’Emilia, la più grande realtà territoriale di Confcooperative, con 640 imprese associate, 135.000 soci, 47.000 occupati e 7,8 miliardi di fatturato

 

L’elezione di Caramaschi è avvenuta a Modena, a conclusione dell’assemblea costituente della nuova realtà organizzativa della cooperazione emiliana, nata dall’integrazione tra le Confcooperative di Bologna, Modena e Reggio Emilia. Caramaschi è affiancato alla vicepresidenza da Daniele Ravaglia, già presidente di Confcooperative Bologna e presidente del centro servizi alle imprese B.MORE (140 dipendenti, 10 milioni di fatturato), e da Carlo Piccinini, già presidente di Confcooperative Modena e presidente nazionale della potente Federazione nazionale delle coop agricole, agroalimentari e della pesca di Confcooperative. Sempre ai vertici dell’organizzazione, Cristian Golinelli e Matteo Manzoni sono stati nominati, rispettivamente, Segretario generale e direttore generale

 

“Confcooperative Terre d’Emilia – sottolinea Caramaschi – nasce da tre realtà molto forti e radicate in un territorio che ha visto la cooperazione protagonista di straordinari processi di sviluppo in tutti i settori produttivi e di servizio che connotano il tessuto economico e sociale locale”. 

 

Un'affermazione, quella di Caramaschi, sorretta da cifre che dicono che nelle tre province emiliane si colloca il 50% delle cooperative attive in tutta la regione, con una quota del 57% su quelle giovanili e del 67,5% su quelle a guida straniera. In casa Confcooperative Emilia-Romagna, le coop di Terre d’Emilia esprimono il 46,5% dell’occupazione complessiva e il 53,9% del fatturato. 

“Dopo le sofferenze causate dal Covid, che hanno comunque visto la cooperazione in buona tenuta soprattutto sul fronte del lavoro – prosegue Caramaschi – abbiamo ripreso a crescere, tanto che le prime stime sul fatturato 2022 indicano una crescita del 7% rispetto al 2021, mentre nuove imprese sono nate e si sono insediate anche tante piccole comunità locali”. 

 

“E’ proprio in questo straordinario legame con il territorio – conclude Caramaschi – che oggi puntiamo a rafforzare la voce della cooperazione e i suoi progetti di sviluppo all’insegna di un’imprenditorialità che mira, primariamente, a generare lavoro, equità nelle distribuzione della ricchezza, giustizia sociale e nuovi elementi di coesione in una stagione attraversata da troppe lacerazioni sociali”. 

 

Per questi obiettivi – ha detto in assemblea il vicepresidente Daniele Ravaglia – stiamo già lavorando da alcuni mesi anche sul versante dei servizi alle imprese, grazie ad una riorganizzazione che ci ha portato alla creazione del più grande centro di servizi alle imprese in ambito cooperativo nazionale; una struttura – B.MORE – capillarmente presente nelle tre province con 11 sedi e dotata di tutte le specializzazioni necessarie a sostenere lo sviluppo delle imprese”. 

 

“Terre d’Emilia – osserva il vicepresidente Carlo Piccinini – è una realtà emblematica, a livello organizzativo, dei processi di integrazione e dei progetti di filiera sui quali da diversi anni sosteniamo le nostre imprese, puntando a livelli di efficienza, di innovazione e di capacità di investimento i cui effetti si misurano in termini di aumento dell’occupazione, di tutela di territori e categorie fragili e di competitività sui mercati”. 

 

Anche in questo senso – ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini – l’aggregazione che porta alla nascita di Confcooperative Terre d’Emilia è la direzione giusta per essere protagonisti nella competizione globale dando valore al territorio e rafforzando la cooperazione come pilastro fondamentale dell’economia e della società regionale. 

 

A salutare la nascita di Confcooperative Terre d’Emilia sono intervenuti il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (“state facendo anche voi un pezzo di cammino sinodale, perché questo è il tempo opportuno per camminare insieme”), Galeazzo Bignami, viceministro alle infrastrutture (“il principio sul quale costruire il futuro è la sussidiarietà”, ha detto, definendo poi le centrali cooperative come un “presidio di legalità”), l’assessore regionale allo sviluppo economico, Vincenzo Colla (“c’è un investimento straordinario da fare sul sapere”, ha detto ricordando la nuova legge regionale per trattenere e attrarre talenti), il Sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli (“Terre d’Emilia è un vantaggio per i nostri territori, perché la cooperazione sta nel territorio e lavora per il territorio”) e il presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini. Tra le priorità indicate al Governo, Gardini ha richiamato la necessità di sostenere il lavoro e, a proposito del dibattito sul superbonus 110%, ha osservato che certo andava rotta la spirale che ha visto troppi concorrere contro lo Stato con obiettivi fraudolenti, ma ora occorre dialogare su come accompagnare imprese e cittadini ad un nuovo sistema di incentivi.  

Da molto tempo il settore dell’autotrasporto denuncia la preoccupante mancanza di manodopera e i rallentamenti dovuti alla burocrazia. Per ovviare a entrambe le problematiche, la cooperativa Arco Trasporti di Cotignola ha ideato e fondato Arco 2: una piccola impresa artigiana, in forma cooperativa, che riunisce alcuni autotrasportatori senza partita iva. “È l’equivalente di una Snc (Società in nome collettivo) in ambito trasportistico - spiega Giorgio Segni, responsabile delle attività di Arco -, ed è una cooperativa a proprietà indivisa, cioè è la cooperativa stessa a essere titolare di partita iva e proprietaria dei mezzi. I soci autotrasportatori dunque non sono padroncini, il loro compenso deriva dalla divisione degli utili”.

Il vantaggio per i soci di Arco 2 è che non sono tenuti a superare l’esame per l’idoneità professionale: “Una delle tante burocrazie che assillano questo settore, un titolo che nulla aggiunge alle reali competenze necessarie per questo lavoro - aggiunge Segni -. Chi lavora in Arco 2 può evitare questo passaggio, perché è sufficiente che sia la cooperativa a detenere l’idoneità”.

La legge italiana ha riconosciuto formalmente la legittimità di questa soluzione, allo stesso tempo però ha fissato il limite massimo di soci a otto (mentre nelle altre imprese artigiane è diciannove).

“Gli otto soci di Arco 2 sono persone serie e motivate, che hanno voglia di avviare un’attività in questo settore - evidenzia il presidente di Arco 2, Andrei Romaniuc -, proprio come è stato per me. Io sono arrivato in Italia dalla Moldavia e Arco mi ha messo in condizione di fare l’autotrasportatore, con un mezzo di alto livello e la possibilità di autogestirmi, pur non essendo ancora in possesso di tutti i titoli necessari per fare il padroncino. Per questo quando nel 2022 mi hanno proposto di fare il presidente di Arco 2 ho accettato di buon grado. Credo nella forma cooperativa, ho fatto anche il dipendente aziendale ma è stata un’esperienza negativa”.

Ingegnere meccanico di 46 anni, Romaniuc è in Italia dal 2017. “All’inizio parlavo poco l’italiano, mi aiutavo con il traduttore automatico nel telefono - racconta -. Con il tempo mi sono sempre più inserito e oggi riesco a soddisfare tutte le esigenze della mia famiglia, proprio come io e mia moglie ci eravamo ripromessi quando siamo partiti dalla Moldavia. Di questo sono molto grato, e con il mio lavoro credo di dimostrarlo ogni giorno”.

“Andrei si dedica anima e corpo all’autotrasporto - conferma Segni -, e tiene il suo camion con la cura di un salotto. Anche grazie a lui l’esperienza di Arco 2 si sta confermando come positiva, ci consente di avere un’ulteriore flotta a disposizione. È una realtà interconnessa con Arco, quindi c’è una struttura gestionale forte e salda a ulteriore garanzia della qualità del servizio”.

Si intitola “Conoscere per competere: la cooperazione agroalimentare oggi e le sfide di domani il corso di alta formazione strategica per amministratori e soci under 45 di cooperative agricole, agroalimentari e della pesca promosso da Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna. Sette moduli con lezioni frontali, in programma al Palazzo della Cooperazione di Bologna (via Calzoni 1/3) tutti i venerdì dal 3 marzo al 14 aprile (unica eccezione giovedì 6 aprile); sette lezioni pensate per approfondire gli scenari economici internazionali, le principali filiere agroalimentari, il funzionamento delle imprese cooperative.

Il corso è stato presentato ieri pomeriggio nell’ambito di un evento tenutosi al Savoia Hotel Regency di Bologna che ha visto la partecipazione di oltre 100 soci agricoltori e una tavola rotonda con i rappresentanti di alcune tra le principali cooperative agroalimentari. A portare il suo saluto anche Ramon Armengòl, presidente Cogeca (Confederazione generale cooperative agricole europee). Ospite d’eccezione l’attore e comico Paolo Cevoli.

“La cooperazione agroalimentare in Emilia-Romagna è composta da circa 530 imprese che sviluppano un fatturato aggregato di 14,4 miliardi di euro, con 30.000 addetti e 95.000 adesioni da parte di aziende agricole” ha esordito nel suo intervento Raffaele Drei, presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna, la Federazione che riunisce la maggior parte delle cooperative agroalimentari presenti in regione. “Oltre il 90% della pesca e dell’acquacoltura in regione è gestita da imprese cooperative – ha proseguito Drei -, così come oltre l’80% dell’uva coltivata per la trasformazione in vino viene conferita alle cantine sociali e cooperative. La stessa produzione di Parmigiano Reggiano per il 70% è realizzata da caseifici cooperativi e anche in ortofrutta la cooperazione rappresenta più della metà del comparto regionale. Infine, l’industria alimentare dell’Emilia-Romagna è per il 37% di matrice cooperativa. Questi dati fotografano la forza di un sistema che nel corso dei decenni ha creato un importante valore economico e sociale per migliaia di agricoltori, distribuendo ricchezza nei territori con importanti ricadute sociali e occupazionali”.

Le cooperative – ha continuato Drei - non appartengono a qualcuno in particolare, sono un bene e un patrimonio collettivo dei soci agricoltori, chiamati a impegnarsi per gestirle al meglio e per garantire futuro a queste strutture così fondamentali per il sistema agricolo emiliano-romagnolo”. Da qui l’esigenza di “formare la nuova classe dirigente, favorendo e accompagnando un ricambio generazionale con percorsi che consentano di coinvolgere i giovani agricoltori e metterli nelle condizioni di guidare aziende chiamate ad essere sempre più competitive sui mercati, valorizzando al meglio le produzioni conferite dai soci”. “Vogliamo – ha sottolineato il presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna – che la grande tradizione cooperativa agricola regionale abbia un futuro di crescita e prosperità, a vantaggio delle nostre comunità. Senza la cooperazione, oggi l’agricoltura dell’Emilia-Romagna non avrebbe raggiunto i successi che la proiettano ai primi posti in Italia e in Europa, senza le cooperative migliaia di produttori non avrebbero trovato adeguati sbocchi commerciali sui mercati”.

Da questo punto di vista, ha concluso Drei, il corso di formazione proposto da Fedagripesca Emilia Romagna “è un tassello all’interno di un più ampio mosaico che dobbiamo comporre tutti insieme, quello del ricambio generazionale all’interno delle strutture cooperative”.

 

FOCUS SUL CORSO

La prima lezione è in programma venerdì 3 marzo con il prof. Flavio Delbono (direttore MUEC – Master Universitario Economia della Cooperazione dell’Università di Bologna) che parlerà dello scenario economico internazionale. La settimana successiva – venerdì 10 marzo – con Denis Pantini (responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma) si approfondiscono le tendenze di mercato, mentre venerdì 17 marzo sarà il prof. Francesco Capozzi (direttore Centro interdipartimentale di ricerca sull’agroalimentare dell’Università di Bologna) ad affrontare il tema della “Foodomica” come nuova frontiera della produzione. Venerdì 24 focus sulla Pac (Politica agricola comune) con il direttore generale dell’Assessorato ad Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna Valtiero Mazzotti e Teresa Schipani, responsabile del settore Programmazione; a seguire venerdì 31 marzo focus sulla cooperativa agricola (inquadramento normativo e rapporti con i soci) con Daniele Vandelli (commercialista e consulente fiscale ICN) ed Enrico Pinamonti (responsabile Ufficio legislativo e legale di Confcooperative Terre d’Emilia), e giovedì 6 aprile gli interventi di Paolo Bono (responsabile regionale Fedagripesca) e Francesco Pietrogrande (servizio Revisione Confcooperative Emilia Romagna) sull’importanza di saper leggere e interpretare i bilanci.

L’evento conclusivo del corso è in programma venerdì 14 aprile quando si parlerà dei rapporti con le istituzioni e interverranno – insieme al presidente di Fedagripesca regionale Drei - il presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza, l’assessore regionale Alessio Mammi e il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini.

 

Per BCC ROMAGNOLO il 2022 si chiude con risultati decisamente positivi; è questa la sintesi che si trae dalla presentazione e dai commenti dei dati e dei risultati conseguiti nel corso del 2022 e che saranno presentati all’Assemblea dei Soci in programma ad inizio di maggio.

 

“Nel corso dell’anno da poco concluso – evidenzia il Direttore Generale Daniele Bagni – BCC ROMAGNOLO ha confermato il proprio ruolo di Banca di riferimento per la gestione dei risparmi di Soci e Clienti, così come ha svolto un’importante azione di erogazione del credito, in particolare a supporto degli investimenti di famiglie e imprese con oltre 75 milioni di euro di nuovo credito erogato. Nel comparto degli impieghi è proseguito il programma di “derisking” del credito deteriorato che ha consentito, da un lato, di ridurre in misura significativa lo stock dei crediti di difficile riscossione, tanto da portare il rapporto sofferenze nette/impieghi netti allo 0,31% e dall’altro la marginalità prodotta è stata destinata in gran parte all’aumento delle coperture del credito anomalo con la coverage delle sofferenze attestatasi all’81,8%. La componente dei ricavi in deciso aumento è stata sostenuta in larga misura dal rialzo dei tassi e dall’incremento dei ricavi da servizi che, unitamente al contenimento delle spese amministrative, ha consentito di portare a conto economico un utile netto di 6,5 milioni di euro. Un risultato - prosegue il Direttore Bagni – che si riflette positivamente sul profilo patrimoniale di BCC ROMAGNOLO, andando a rafforzare ulteriormente gli indicatori che rappresentano la sintesi della solidità patrimoniale della Banca con il CET 1 al 17,4% e il Total Capital Ratio al 19,7%”.

 

“L’anno che ci siamo lasciati alle spalle – prosegue il Presidente della Banca Roberto Romagnoli – è stato caratterizzato da significativi cambiamenti; un nuovo sistema informativo, un rinnovato Cda, un nuovo Collegio sindacale, la nomina del nuovo Direttore Generale e anche il cambio del marchio in linea con il brand del Gruppo BCC Iccrea, che semplifica anche la denominazione della Banca in BCC ROMAGNOLO. I buoni risultati conseguiti, sia sotto il profilo patrimoniale che economico, ci confermano nella convinzione di continuare a svolgere il ruolo di Banca di riferimento del territorio, attenta alle esigenze delle famiglie e delle imprese. Buoni risultati che ci consentono di sostenere le tante iniziative di carattere sociale, culturale, sportivo che arricchiscono proprio il territorio a beneficio delle comunità locali. La nostra natura di “cooperativa di credito” – prosegue il Presidente Romagnoli – ci porta ad avere una particolare attenzione a favore dei Soci ai quali, oltre a prodotti e servizi a loro riservati, è dedicata tutta una serie di vantaggi, benefit e convenzioni gestiti nell’ambito di uno specifico programma di fidelizzazione che sarà oggetto di un rinnovato slancio”.

Il mese di febbraio significa per gli agricoltori iniziare a pensare a una copertura assicurativa per le proprie produzioni contro le calamità atmosferiche che negli ultimi anni sono state protagoniste in quasi tutte le stagioni. Assicofra è pronta e invita i propri clienti a recarsi in agenzia per comunicare le proprie esigenze assicurative e poter così programmare la campagna assicurativa del 2023.

“Il 2022 è stato tutto sommato un anno più ‘sereno’ se paragonato ai 5 che lo hanno preceduto - sottolinea Giorgio Brusa, amministratore delegato di Assicofra, l’agenzia assicurativa del Gruppo Cofra -. La nostra agenzia ha assicurato capitali per oltre 30 milioni di euro per la sola frutta, un risultato molto importante che dimostra l’alto grado di attenzione che gli agricoltori dedicano alla protezione del proprio raccolto. Sicuramente il quinquennio 2017-2021 ha contribuito ad aumentare il bisogno di assicurarsi.  Il 2020 e il 2021, in particolare, sono stati anni attraversati da gelate importanti che hanno devastato i raccolti di questo territorio. Aver assicurato le proprie produzioni in quei momenti ha fatto davvero la differenza per gli agricoltori”.

Il 2022, con l’assenza di eventi calamitosi importanti, ha dato quindi una boccata d’ossigeno alle compagnie assicurative: “Speriamo che questo possa portare a condizioni migliorative per la campagna 2023 - continua Brusa -. Salvo imprevisti dell’ultimo minuto, infatti, le compagnie assicurative mandatarie di Assicofra, hanno confermato l’avvio della campagna”.

La campagna sarà composta dai soliti due pacchetti: il pacchetto “base” grandine, vento e eccesso di pioggia, e il pacchetto più completo che oltre alle garanzie di quello “base” assicura anche contro gelo-brina, siccità e alluvione. “Per il secondo pacchetto le disponibilità sono limitate, ma saranno almeno uguali a quelle dello scorso anno - continua Brusa -. Per una gestione ottimale di tutte le risorse che speriamo siano a disposizione è importante recarsi per tempo presso le nostre agenzie, in modo da poter programmare le richieste e avere una gestione ottimizzata delle capacità assicurative”.

Salvo problemi dell’ultimo minuto la campagna assicurativa inizierà a fine febbraio, inizio marzo. Assicofra ricorda a tutti i propri clienti un passaggio importante prima di recarsi in agenzia: ritirare il documento di manifestazione di interesse presso il proprio Caa (Centro assistenza agricola) di riferimento, un attestato necessario per permettere all’agenzia di comunicare le coperture agevolate alle compagnie e renderle operative.

“Noi siamo pronti - conclude Brusa -. Ringraziamo i clienti che ci hanno dimostrato fiducia in questi anni e stiamo lavorando per essere al loro fianco anche in questo 2023”.

LA BCC Credito Cooperativo ravennate forlivese e imolese, in collaborazione con la Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche – Multifor ETS, presenta il nuovo bando per l’assegnazione di 54 borse di studio e di ricerca per un valore complessivo di Euro 61.000 e di 15 borse di lavoro-tirocinio semestrale nell’ambito del “Progetto Crescita Professionale”, per la gestione dei tirocini lavorativi nelle imprese, con un contributo di sostegno complessivo fino a Euro 37.500. E’ inoltre previsto anche il Premio Luigi e Giuseppe Piazza, del valore di Euro 1.250.

Lo scopo di queste iniziative è quello di offrire una opportunità ai giovani per conquistare un ruolo da protagonisti nell’inserimento attivo nella società e nell’economia del nostro territorio.

“LA BCC e la Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche – Multifor ETS sono fortemente impagnate a dare opportunità ai giovani del territorio: il bando annuale per le borse di studio, ricerca e tirocinio è l’iniziativa trainante di questo percorso – commenta Giuseppe Gambi, Presidente della BCC ravennate forlivese e imolese. Per la Banca è un modo per dimostrare attenzione alla base sociale; molte delle borse di studio sono infatti riservate ai giovani Soci e ai figli dei Soci che hanno terminato con risultati eccellenti il percorso universitario. Con il Progetto Crescita Professionale, inoltre si creano anche concrete opportunità di impiego dei giovani nelle aziende del nostro territorio.”

“Anche quest’anno il bando propone dei temi di ricerca legati alla sostenibilità e agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030. La Fondazione è parte attiva nell’avvio di percorsi di ricerca e formazione per le nuove generazioni, per favorire la crescita economica e sociale della nostra comunità”, sottolinea Edo Miserocchi, Presidente della Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche – Multifor ETS.

Le borse di studio, ricerca e tirocinio prevedono diversi bandi: una parte di essi è riservata a Soci e figli di Soci della BCC; un’altra parte significativa è invece aperta a tutti i giovani che risultino comunque residenti/domiciliati nei comuni delle aree di competenza della Banca e anche in quelli limitrofi. Tra le novità dell’edizione 2023 anche una borsa di studio dedicata ai laureati con percorso “Dual Career” (studente-atleta) ed una borsa di studio di gruppo riservata agli studenti del triennio finale degli Istituti Tecnici (Settore Tecnologico) e Professionali.

La data ultima per la presentazione delle candidature per le borse di studio e di ricerca è fissata al 12 aprile 2023; per le borse di tirocinio semestrale le candidature potranno essere inviate fino al 20 luglio 2023. Il bando, il modulo online di candidatura e maggiori informazioni sono disponibili sui siti internet della Banca www.labcc.it/valoreaigiovani e della Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche – Multifor ETS https://www.dallefabbriche-multifor.it.

A seguire viene fornita una sintesi delle categorie di borse previste dal bando.

Borse di studio e ricerca per i Soci e figli dei Soci della BCC

Progetti: n. 4 borse da Euro 1.250 ciascuna con priorità a progetti che affrontino argomenti concernenti l’attuazione degli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 per la sostenibilità ambientale e sociale ovvero altri argomenti di rilevante interesse scientifico e culturale, integrati da una appendice di analisi circa l’impatto sulla realtà economica, sociale e culturale nella Regione Emilia-Romagna o nel territorio locale

Tesi di laurea magistrale: n. 45 borse da Euro 1.000 ciascuna per tesi di laurea magistrale in qualsiasi indirizzo di studio con votazione 110 e lode

Tesi di laurea magistrale percorso “Dual Career”: n. 1 borsa da Euro 1.000 per tesi di laurea magistrale con percorso certificato “Dual Career”, votazione minima 100

Premio “Luigi e Giuseppe Piazza”: n. 1 premio del valore di Euro 1.250 destinato a laureati in Scienze dell’economia e gestione aziendale o Scienze economiche o Finanza o diplomati di istituti tecnici del settore economico negli anni 2021 e 2022

Borse di studio, di ricerca e tirocini per giovani residenti/domiciliati nei territori di operatività della BCC

Borse di ricerca: n. 3 borse del valore di Euro 2.500 ciascuna, sui seguenti ambiti: Direttiva CSRD e reporting di sostenibilità; parità di genere nelle imprese; progetti di turismo sostenibile

Borsa di studio di gruppo: n. 1 borsa del valore di Euro 2.500 riservata ad un gruppo di studenti delle classi del triennio finale degli Istituti Tecnici (Settore Tecnologico) e Professionali

Progetto Crescita Professionale: 15 borse di tirocinio semestrale per neolaureati, presso aziende del territorio convenzionate con la Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche – Multifor ETS. Il Progetto Crescita Professionale prevede l’inserimento nel mondo del lavoro di 15 giovani laureati in aziende del territorio attraverso un tirocinio formativo della durata di sei mesi. La BCC finanzia il progetto con un contributo di sostegno complessivo fino a 37.500 Euro.

E’ inoltre attivo lo specifico bando Borse di Studio del Trentennale: 3 Borse di studio da 2.000 euro ciascuna, cui si affianca un percorso di inserimento lavorativo, promosse in via straordinaria per ricordare i 30 anni dalla scomparsa del Presidente della “Cassa Rurale di Faenza” Giovanni Dalle Fabbriche.

 

A Rimini all’interno dello spazio “A good game space” di via Bramante 10 è attivo uno sportello gratuito di ascolto psicologico e consulenza legale per il gioco d’azzardo. Lo spazio, che si chiama “Fuori gioco” è nato all’interno del progetto “Quando il gioco non è un gioco” promosso dalla rete Gap Rimini e rientra nel Piano locale di contrasto al gioco d’azzardo patologico che coinvolge il Serd di Ausl Romagna e il Distretto di Rimini insieme all’associazione Papa Giovanni XXIII, capofila, associazione Alcantara, e le cooperative sociali Il Millepiedi, Cento Fiori e Il Gesto.

L’obiettivo è supportare i cittadini nel contrasto al gioco d’azzardo fisico e on line, offrendo ascolto e informazioni ai giocatori, ai loro familiari e a tutte le persone che entrano in contatto con chi vive problematiche legate al gioco compulsivo. Lo sportello favorisce l’invio tempestivo delle situazioni a rischio al servizio specialistico e garantisce una prima consulenza legale per stabilizzare la situazione finanziaria ed evitare problemi legati ai debiti di gioco.

Lo sportello è aperto tutti i mercoledì dalle 15 alle 18. Per Per informazioni e appuntamenti: sportellofuorigioco.rn@gmail.com e 324 8036662.

I vertici della Camera di commercio della Romagna, Carlo Battistini, presidente Roberto Albonetti, segretario generale e Maria Giovanna Briganti, vice segretaria generale, nei giorni scorsi hanno incontrato Bruno Piraccini, presidente di Orogel, il gruppo cooperativo cesenate leader nella produzione di vegetali freschi surgelati.

 

Nell’incontro sono stati affrontati, tra gli altri, i temi legati al settore agroalimentare, dell’innovazione e delle nuove tecnologie a supporto dello sviluppo imprenditoriale.

 

L’agroalimentare è un settore di particolare rilievo per l’economia del territorio Romagna Forlì-Cesena e Rimini con, al 31/12/2022, 9.265 imprese attive, che rappresentano circa il 13% del totale delle imprese (in calo del -0,8% rispetto al 2021) e che occupano 33 mila addetti. Le imprese relative alle lavorazioni industriali di prodotti agricoli sono 644 (-1,1% rispetto al 2021) e impiegano 11 mila addetti. La dimensione media di tali organizzazioni è pari a 17 addetti e sono presenti importanti realtà cooperative, sia per dimensione sia per fatturato.

 

Dall’indagine congiunturale della Camera della Romagna, emerge che nel 2022 il settore industriale alimentare ha registrato una crescita della produzione pari al +1,3% (media dei 12 mesi rispetto ai 12 precedenti) e del fatturato pari al +18,1%.

 

Le esportazioni dell'agroalimentare locale nei primi nove mesi del 2022 sono pari a 789 milioni di euro (+14,3% rispetto al medesimo periodo del 2021); il saldo commerciale è positivo e pari a 99 milioni di euro correnti.

 

La Camera di commercio della Romagna sta incontrando le imprese delle province di Forlì-Cesena e Rimini in un’ottica di ascolto e condivisione di bisogni e idee e in risposta alle esigenze manifestate dagli imprenditori che hanno partecipato alla consultazione pubblica che ha portato alla definizione del programma pluriennale per il mandato 2022-2027. Alla Camera di commercio, in particolare, è stato chiesto di essere più vicina alle imprese e di “fare squadra”. In particolare, il 57,9% di chi ha partecipato ritiene importante la partecipazione di imprese e altri soggetti (università, enti di ricerca, professionisti, etc) all’attività della Camera di commercio e ben oltre l’80% pensa che la Camera possa efficacemente agire come Agenzia di sviluppo territoriale e che possa essere un valido luogo di confronto tra i diversi soggetti dell’economia e della conoscenza.  

Miriam Nardone, insieme a Riccardo Nascè, è responsabile del servizio per la Certificazione di genere (UNI/Pdr 125:2022) in Confcooperative Romagna. Insieme a Nascè si occupa della formazione, dell’analisi documentale e informativa e della consulenza alle cooperative. In questi primi mesi di operatività del servizio ha raccolto i principali punti di forza del percorso.

Qual è la domanda più frequente che ricevete sul tema della certificazione di genere?

“La prima domanda che ci fanno sempre è: ma ne vale davvero la pena? E la nostra risposta è sì. Perché, a parte gli sgravi contribuitivi e i punteggi negli appalti, come in tanti altri processi di questo tipo, il percorso di certificazione restituisce una mole importante di informazioni sull’organizzazione. Informazioni utili per migliorare l’attività e per individuare i punti di forza e di debolezza della struttura. Inoltre, è anche una questione etica e di giustizia sociale, elemento molto sentito soprattutto in cooperativa”.

Può dirci di più?

“Quando raccogliamo i documenti e le informazioni, otteniamo un patrimonio informativo corposo. La Cooperativa ha la possibilità di indagare le condizioni di tutta la popolazione aziendale, in particolare quella femminile, su tematiche importanti quali la tutela della genitorialità, opportunità di carriera ma anche su tutto il processo di selezione e assunzione”.

Com’è strutturato il servizio?

“In due fasi: una di gap analysis e una di consulenza. Nella prima accompagniamo l’impresa nel capire lo stato di conformità ai requisiti richiesti e contestualmente valutiamo il punteggio ottenuto rispetto agli indicatori. Nella seconda fase assistiamo l’impresa a colmare le mancanze rilevate nella prima fase di analisi”.

In che modo aiutate l’impresa ad adeguare i propri assetti?

“La nostra assistenza è completa e prepara le aziende all’audit dell’ente certificatore. Un punto a nostro favore è la multidisciplinarietà perché, a volte, ci vuole creatività intersettoriale per capire cosa implementare e in che modo farlo per ottenere i risultati migliori. Occorre pensare fuori dagli schemi per modificare prassi consolidate e il team di Confcooperative Romagna, che ha competenze trasversali, può mettere in campo un’assistenza completa. Abbiamo una squadra importante e formata e non dobbiamo richiedere consulenze esterne”.

 

 

Per il settore delle costruzioni dell’Emilia-Romagna il 2022 è stato un anno segnato da una dinamica positiva, grazie alla spinta dei “bonus” e nonostante i limiti di offerta dovuti a disponibilità di imprese, lavoratori e materiali. Ma questo secondo anno “record” nasconde anche delle ombre.

“Il 2022 è stato un anno fortemente caratterizzato dall’enorme richiesta di lavori di ristrutturazione dovuta agli sgravi statali previsti per la riqualificazione energetica e sismica di condomini e case private - spiega Andrea Vignoli, presidente della Cooperativa muratori e cementisti Faenza -. Tutto ciò ha dato luogo a un aumento speculativo e indiscriminato dei prezzi di tutti i materiali edili, in particolare di quelli necessari a realizzare gli interventi soggetti a bonus edilizi, nonché alla difficoltà di reperire i materiali per poter far fronte alle commesse in essere e riuscire a realizzarle nei tempi programmati”.

Nel 2022 la cooperativa faentina ha ricevuto una richiesta di lavori molto al di sopra della reale disponibilità, nonostante avesse provveduto ad assumere diverse risorse e professionalità.

Anche per il nuovo anno le previsioni lavorative per il settore edile sembrano positive e in tendenza con quelle degli ultimi mesi: “Il 2023 vede una richiesta di lavoro ancora elevata - continua il presidente Vignoli -, anche se il Super Bonus 110% rimane solo per i condomini: al momento i prezzi sembrano essersi assestati e si nota anche qualche leggero calo anche se, a causa dei rincari di energia e carburanti, sarà molto difficile che si possa tornare ai prezzi ante 2021. Considerando tutto ciò, vogliamo essere ottimisti - prosegue -. Al momento non stiamo iniziando nuove operazioni immobiliari proprio perché già troppo impegnati per lavori presi in conto terzi”.

La cooperativa è impegnata su più fronti con diversi progetti: “A Faenza e dintorni siamo impegnati in interventi sia civili che industriali. All’interno del mondo cooperativo stiamo realizzando la ristrutturazione e l’ampliamento dello stabilimento Clai. Siamo anche a Ravenna - continua Vignoli - con la realizzazione di diverse opere tra cui la ristrutturazione del Liceo Nervi e del nuovo ‘Albergo del cuore’, un progetto innovativo, uno dei primi in Italia, che prevede la realizzazione di una struttura alberghiera ricettiva per persone con disabilità motorie e sensoriali”.

Rispetto al settore edile nel 2023, Vignoli spiega che “dovrebbe aprirsi anche la possibilità di accedere ad una miriade di nuovi appalti pubblici legati ai fondi del Pnrr che l’Italia deve utilizzare entro il 2026. Un triennio è tutto sommato un tempo molto ristretto rispetto all’enorme quantità di opere da realizzare, forse ben oltre alla ‘capacità Italia’, vista anche la mancanza di addetti specializzati da impiegare nelle nuove opere”.

Ed è proprio riferendosi agli appalti legati al Pnrr che il presidente sottolinea un’importante criticità: “La possibilità e l’opportunità di acquisire questi appalti saranno comunque vincolate alla marginalità economica degli stessi, visto che i lavori saranno legati a tariffari regionali datati giugno 2022, che già col 110% si sono rivelati non in linea coi prezzi reali di mercato di materiali e lavorazioni”.

Al via il “Festival delle Buone Idee”. Paolo Venturi, docente dell’Università di Bologna, la giornalista e data humanizer Donata Columbro e Felicita De Marco, esperta di sostenibilità del gruppo Iccrea sono solo alcuni dei nomi noti nel mondo del fundraising che interverranno al grande evento previsto per lunedì 20 marzo alle ore 17.15 al Teatro Verdi di Cesena.

 

Fare crowdfunding significa raccogliere fondi online, ma anche far convergere verso un obiettivo condiviso una comunità di persone che vive quotidianamente il territorio, ne conosce le necessità e coltiva il desiderio di realizzare progetti innovativi. Lo sa bene BCC Romagnolo, che da sette anni investe nella crescita di associazioni, cooperative ed enti del terzo settore che si adoperano in ambito artistico, sportivo, sociale e ambientale proprio tramite il crowdfunding.

Grazie al progetto “Coltiviamo buone idee!”, sviluppato in dieci edizioni nel corso di sei anni, la banca, con il supporto di Ginger Crowdfunding, mette a disposizione degli enti non profit di Cesena e provincia gli strumenti, le competenze e la tecnologia per sfruttare le potenzialità del crowdfunding e lanciare con successo la propria raccolta fondi online. L’obiettivo è quello di moltiplicare il valore delle risorse raccolte grazie al contributo della comunità, per creare insieme solidarietà, benessere sociale, cultura e sostenibilità.

 

“Questa è l’ennesima conferma che BCC ROMAGNOLO sostiene in modo concreto lo sviluppo del territorio – interviene il Presidente Roberto Romagnoli - Siamo partiti con la prima edizione nel 2017 ed oggi possiamo affermare che la cultura del crowdfunding è stata accolta e compresa da tantissime persone e associazioni. Questo lo dicono i numeri, infatti, in questi 6 anni BCC Romagnolo ha supportato 46 progetti, tutti lanciati sulla piattaforma Ideaginger.it, per un totale di 336.450 euro raccolti, (di cui oltre 18.000 euro elargiti dalla banca), grazie al contributo di 6.106 donatori coinvolti. In molti casi sono stati raccolti importi più elevati rispetto all’obiettivo delle campagne; infatti, il tasso medio di raccolta è del 146%, consentendo alle associazioni di rilanciare i progetti con nuove proposte integrative”.

 

Per presentare la nuova edizione di “Coltiviamo buone idee!” BCC ROMAGNOLO organizza lunedì 20 marzo il Festival delle Buone Idee, un evento speciale per ascoltare le testimonianze di progetti di successo e analizzare l’impatto delle loro attività sul territorio. Sarà anche un’occasione di confronto e scambio di buone pratiche sul Terzo Settore, grazie al contributo di professionisti del non profit.

L’evento rappresenta un appuntamento importante per i partecipanti che potranno ascoltare storie di successo, acquisire indicazioni e informazioni utili su come utilizzare il crowdfunding efficacemente ed essere in grado di presentare il proprio progetto alla prossima edizione dell’iniziativa.

 

COME PARTECIPARE

L’evento si svolgerà lunedì 20 marzo alle 17:15 presso il Teatro Verdi in via Luigi Sostegni 13 a Cesena. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti gli enti del terzo settore interessati, ai Soci e clienti della Banca, ma è necessario registrarsi per confermare la propria presenza. Seguirà aperitivo offerto dalla banca.

 

>>> LINK REGISTRAZIONE: BCC Romagnolo — FESTIVAL DELLE BUONE IDEE

 

PROGRAMMA

Dopo i saluti di apertura da parte di Roberto Romagnoli, Presidente BCC Romagnolo e di Carmelina Labruzzo, Assessora ai Servizi per le persone e le famiglie del Comune di Cesena interverranno anche:

 

  • Felicita De Marco - Responsabile Group Sustainability & ESG Strategy di Iccrea Banca,
  • Paolo Venturi - Direttore di AICCON Centro Studi dell’Università di Bologna,
  • Donata Columbro - giornalista e data humanizer,
  • Agnese Agrizzi - fondatrice di Ginger
  • Luca Borneo - responsabile di Ideaginger.it.

 

A seguire verranno presentate le testimonianze di successo di Martina Montalti (C.I.L.S.), Roberta Osti (Amici di Casa Insieme), Emanuele Golinucci (TRIFIT – FT Studio) e Andrea Mucciante (AssoCuore), progettisti delle passate edizioni di Coltiviamo buone idee. È previsto anche l’intervento di Arturo Alberti (Orizzonti).

Ognuno di loro analizzerà un particolare elemento chiave di quella che è stata la propria esperienza di raccolta fondi online con indicazioni concrete su come sviluppare la propria idea.

 

Il progetto è realizzato con la collaborazione di Ginger, che gestisce Ideaginger.it (www.ideaginger.it), la piattaforma di crowdfunding con il tasso di successo più alto in Italia, ed è partner di BCC Romagnolo nell’aiutare le associazioni che vogliano avviare una campagna di crowdfunding per realizzare i propri progetti.

Grazie al supporto dei professionisti di Ginger, la banca offre ai partecipanti un percorso di formazione specifica per conoscere le opportunità del crowdfunding, imparare a realizzare una campagna di raccolta fondi efficace e lanciarla sulla

piattaforma Ideaginger.it con il sostegno economico dei BCC Romagnolo e il supporto di un camping manager di Ginger.

Documenti da scaricare

Lo Sportello Impresa di Confcooperative Romagna nei giorni scorsi ha accompagnato la nascita di due nuove imprese cooperative nel territorio romagnolo: Andri Green Building di Forlì e Omnia Service di Ravenna.  

Entrambe le nuove cooperative hanno contattato Confcooperative Romagna presentando un’idea di impresa e, con il supporto dei tecnici e funzionari dell’Associazione, hanno valutato i punti di forza e di debolezza del progetto, elaborato il business plan, costruito lo statuto e infine raggiunto il notaio per la costituzione.  

Andri Green Building è una cooperativa artigiana che riunisce tre artigiani che si occupano di edilizia, dalla progettazione alla manutenzione e ristrutturazione. Oltre ai servizi legati all’edilizia, la nuova cooperativa fornirà anche servizi di pulizia industriale ordinaria e straordinaria, sanificazione, disinfestazione e derattizzazione. La cooperativa è già pienamente operativa. 

Omnia Service, invece, nasce a Ravenna per fornire servizi all’associazionismo sportivo e ai Circoli Endas (dalla consulenza alle pratiche amministrative). I soci fondatori sono nove e sono in parte persone fisiche e persone giuridiche. La cooperativa si è costituita formalmente e sta costruendo la struttura operativa. L’attività vera e propria entrerà a regime, probabilmente, già il prossimo settembre.  

Metis, cooperativa sociale dal 2004, è sempre stata impegnata su vari fronti. I servizi socio assistenziali e socio sanitari (assistenza migranti e mediazione culturale, gestione case di residenza per anziani, servizi di pulizia, oss) sono da diversi anni il core business della cooperativa riminese che ha all’attivo 24 soci (20 lavoratori e 4 volontari). Con la gestione del Bike Park, ultimo progetto in ordine di tempo, ha ampliato l’attività, aprendo un nuovo interessante capitolo sul versante turistico.

Di che cosa si tratta è specificato in poche parole: noleggio, deposito, riparazione delle biciclette, a due passi dalla stazione di Rimini. Al Bike Park si possono noleggiare tre tipi di bicicletta: monomarcia, a 6 marce o elettrica, cargo-bike, o si può lasciare la propria bici nei 200 posti disponibili del parcheggio custodito, un servizio che grazie a un codice utente risulta particolarmente rapido ed efficiente. Annessi ci sono anche un deposito bagagli e una ciclofficina per riparazione e manutenzione della bici, operativa tutti i giorni. Completano il Bike Park un negozio di accessori per ciclista e un piccolo bar.

I servizi si integrano perfettamente con la stazione di Rimini e la Metromare a pochi passi; sono quindi rivolti sia ai pendolari, per i quali sono previsti interessanti soluzioni di abbonamento, sia ai turisti che desiderano visitare Rimini anche solo per poche ore in sella a una bicicletta.

 “La gestione della Velostazione si inserisce in un processo voluto dal Comune di Rimini per sviluppare politiche e progetti di mobilità sostenibile - sottolinea Bernardi -. Tutti i servizi che Metis propone nel Bike Park hanno proprio l’obiettivo di offrire a cittadini, viaggiatori e turisti, la possibilità di spostarsi nel territorio nel massimo rispetto dell’ambiente, incentivando la fruibilità di percorsi ciclo pedonali e una mobilità sempre più integrata”.

Si è tenuta lo scorso giovedì 9 marzo 2023 in via Portogallo 2, la cerimonia ufficiale di consegna alle cooperative New Horizon e ObService di Rimini di un nuovo Fiat Ducato, un mezzo di trasporto che consentirà alle coop di accompagnare a casa, al lavoro o nei luoghi di cura, alcuni degli utenti impegnati in varie attività e laboratori. New Horizon, attiva dal 1995 sul territorio con numerosi servizi finalizzati all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate, avrà quindi a disposizione un prezioso strumento di lavoro che le consentirà di continuare a svolgere la propria missione e garantire agli utenti e alle loro famiglie un importante servizio di mobilità gratuita. ObService è una realtà di Formazione Permanente, guidata da una filosofia educativa che si può racchiudere nella frase "La Città dei Maestri", dove è prioritario l’investimento nel capitale umano. L'iniziativa è stata promossa da 'Progetti del Cuore', una società benefit che si occupa di rendere possibili i servizi erogati da Comuni, cooperative, Associazioni di volontariato di tutta Italia alle fasce più deboli della popolazione, in modo particolare bambini, diversamente abili e anziani. In particolare, 'Progetti del Cuore' si farà carico anche delle spese di gestione e mantenimento del veicolo, grazie alla partecipazione generosa delle imprese locali, ognuna secondo le proprie possibilità, che hanno reso possibile il compimento di questa 'speciale' missione per il bene della collettività. Alla cerimonia di consegna erano presenti Alessandro Ioli e Valentina Ferrini, rispettivamente vice presidente New Horizon e coordinatrice dell'inserimento lavorativo di New Horizon; Giordano Pecci, presidente ObService; assieme agli operatori, ai volontari, alle numerose famiglie beneficiarie del servizio e ai titolari delle attività sostenitrici (vedi immagine in allegato). “Per noi questo è un grande gesto - sottolinea Carlo Urbinati, presidente di New Horizon -.  Siamo una cooperativa sociale, e abbiamo tantissime attività di laboratorio, oltre a un CSO - Centro Socio Occupazionale per ragazzi con disabilità. Poter disporre di un mezzo attrezzato per ragazzi diversamente abili e con difficoltà deambulatorie per noi e per le famiglie dei ragazzi coinvolti è molto importante e lo utilizzeremo sia per il trasporto di chi deve sostenere le varie attività di produzione, ma anche per il trasporto della merce stessa. I nostri giovani infattisvolgono attività di laboratorio e confezionamenti: piccole e semplici lavorazioni, ma decisive per una positiva percezione di se stessi e per il recupero della propria dignità lavorativa”. “Per noi ricevere un mezzo del genere significa tanto - spiega Giordano Pecci di OBService -. Questo è stato veramente un gesto inaspettato. Oggi nelle nostre realtà avere delle risorse come questa è fondamentale. I ragazzi con disabilità fisiche e psichiche più o meno gravi che li rendono non autonomi in termini di spostamenti, devono essere accompagnati nelle location per le varie attività e hanno bisogno di assistenza; svolgono dei tirocini di inclusione grazie ai quali vengono aiutati a entrare in contatto con la società. Con la nostra attività e con il mezzo che ci è stato fornito da 'Progetti del Cuore' aiuteremo sia questi ragazzi che le loro famiglie, affinché possano avere una migliore prospettiva futura. Il nostro impegno è vincolato ad una mancanza di servizi pubblici. Un mezzo del genere dà opportunità in più e prospettive migliori per tutti”. Tra i testimonial di 'Progetti del Cuore' figurano nomi noti dello sport e dell'impegno sociale, tra cui Annalisa Minetti, Beppe Signori e Andrea Devicenzi: esempi di persone vere, piene di passione, campioni fortemente impegnati nel sociale, che sfidano ogni giorno i propri limiti e combattono contro i pregiudizi, mettendo la loro popolarità al servizio del prossimo. Un immenso GRAZIE a tutti coloro che a vario titolo hanno intrapreso questo viaggio insieme a noi. Da soli possiamo fare poco. Insieme possiamo fare molto.


 

 

Confcooperative Romagna ha incontrato nei giorni scorsi l’Onorevole della Lega Jacopo Morrone e la deputata di Fratelli d’Italia Alice Buonguerrieri, eletti nell’ultima tonata elettorale nei collegi romagnoli. Al centro dell’incontro con i due parlamentari del centro-destra  la situazione  economica locale, le prospettive  di sviluppo e le criticità delle imprese cooperative. Temi illustrati dal presidente di Confcooperative Romagna  Mauro Neri che ha  ringraziato i parlamentari per aver accolto l’invito e ha sottolineato il ruolo e l’importanza socio-economica della cooperazione in questi territori, auspicando un confronto e una collaborazione con la politica e con  gli eletti.

Erano presenti all’incontro Andrea Pazzi e Mirco Coriaci,  rispettivamente direttore e  segretario generale di Confcooperative Romagna, e  numerosi referenti territoriali dei vari settori.

In particolare sono state sottolineate le problematiche dell’ agroalimentare, il comparto più significativo in termini di peso economico di Confcooperative, che  da tempo sconta le difficoltà  di reperimento della manodopera e oggi sempre di più la prospettiva di una pesante crisi idrica. Anche il Sociale, sia  quello di cura e assistenza sia quello di inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, ha   espresso preoccupazione per l’insostenibile aumento dei costi e  la mancanza di personale.

Erano presenti anche i responsabili  dell’Associazione Giovani Imprenditori Cooperativi  che hanno illustrato l’impegno per la promozione del modello cooperativo tra le nuove generazioni.

Confcooperative Romagna, insieme al proprio centro servizi Linker Romagna, promuove tre momenti di approfondimento destinati alle cooperative associate sul tema «Bilancio e crisi d’impresa». Per andare incontro alle associate gli incontri si svolgeranno a Faenza lunedì 27 marzo dalle 9 alle 13 (Sala Dalle Fabbriche via Laghi 81), a Rimini sempre il 27 marzo dalle 14 alle 18 (Sala Banca Malatestiana via XX Settembre 1870) e a Cesena il 28 marzo dalle 9 alle 13 (Sala Malatesta via Dismano 3845).

Il programma si concentrerà sui seguenti temi: nuova normativa della crisi d'impresa in vigore dai bilanci 2022, gestione degli errori contabili in bilancio, sospensione degli ammortamenti e delle perdite, nuova nota integrativa, gestione dei crediti d'imposta e dei bonus fiscali, ristorni.

I relatori saranno i tecnici di Linker e Confcooperative Romagna: Roberto Righetti, Silvia Battara, Elena Santoro, Giuseppe Agus, Stefano Bargossi, Mauro Mancini, Simone Ferri.

Cape - cooperativa autotrasporti prodotti enologici - nasce nel 1983 da un gruppo di imprenditori faentini che decidono di unire le forze per creare una realtà che si occupasse del trasporto dei prodotti vinosi delle numerose cantine sociali presenti sul territorio.  
“La cooperativa inizia a crescere fin da subito - racconta l’attuale presidente Ilir Hodaj - aumentando la base sociale e ampliando la propria sede. Negli anni ’90 subisce una battuta d’arresto perché risente della crisi del settore vitivinicolo, ma questo momento di incertezza dà ai soci la spinta per diversificare attività e servizi”.  
Sono anni di importanti investimenti in nuovi mezzi con cisterne coibentate che permettono a Cape di trasportare, oltre al vino, anche altri prodotti alimentari e, con altri tipi di cisterne, anche merci pericolose e rifiuti. Nel 2017, visto l’aumento delle commesse, Cape investe nell’acquisto di un’area di 800 metri quadrati dove realizzare un proprio impianto di lavaggio, pulizia e sterilizzazione delle cisterne. 
 
“Le scommesse per la nostra cooperativa non sono finite - continua il presidente Hodaj -. Nell’ultimo biennio c’è stato un cambio generazionale importante all’interno del nostro organico. Abbiamo deciso di investire sui giovani assumendo diverse figure con meno di 25 anni che oggi lavorano nei nostri uffici occupandosi di logistica e amministrazione. È stata una scommessa che si è rivelata proficua e di cui sono orgoglioso perché ha dato subito ottimi frutti. Le nuove persone assunte sono molto motivate, guardano al domani della cooperativa e il loro guardare avanti è risultato contagioso”.  
Oltre all’investimento sul personale gli ultimi due anni sono stati anche caratterizzati da un altro importante progetto per la cooperativa: l’acquisto di una nuova area adiacente alla storica sede di via Pana da destinare al parcheggio dei mezzi. “La nostra cooperativa sta bene - conclude il presidente - anche se le difficoltà non sono mancate, né ieri né oggi. Penso che la nostra organizzazione, il nostro essere cooperativa, ci abbia aiutato a superarle. Per questo ci è sembrato doveroso festeggiare questo importante anniversario insieme a tutte le persone che hanno contribuito a farci arrivare fin qui”. 
 

Il viaggio solidale di CLAI continua. In vista dell’arrivo della Santa Pasqua, la Cooperativa agroalimentare di Imola presenta una nuova iniziativa che rinnova il proprio desiderio di impegnarsi a favore delle situazioni più fragili.

 

Al centro dell’interesse di CLAI è entrato il sostegno verso l’impegno quotidiano della comunità di Sant’Egidio, attiva in Italia e in 72 paesi del mondo, legata da sempre ai più poveri con un impegno volontario e gratuito; attualmente è particolarmente impegnata nel sostenere in Italia migliaia di famiglie impoverite dalla crisi economica (resa ancora più problematico dalle conseguenze della drammatica guerra in Ucraina). Nel solo 2022 Sant’Egidio ha distribuito in 30 città italiane 230.000 pacchi alimentari, raddoppiando inoltre il numero di pasti distribuiti negli anni passati.

Dopo la collaborazione con il Banco Alimentare, che ha permesso di distribuire nel periodo natalizio  200 mila pasti alle persone più in difficoltà, CLAI realizza quindi una nuova esperienza solidale che accompagnerà il suo cammino, e quello dei suoi consumatori, lungo la strada che precede l’arrivo della Pasqua attraverso una donazione che contribuirà a rafforzare l’opera fondamentale portata avanti dalla Comunità di Sant’Egidio.

 

E c’è senz’altro molto da fare. Si consideri infatti che, secondo il Rapporto Istat sulla povertà per il 2021 pubblicato a giugno 2022, in Italia ci sarebbero 1,9 milioni di famiglie in uno stato di povertà assoluta (il 7,5% del totale); circa 5,6 milioni di individui (il 9,4% del totale, una percentuale analoga a quella dell’anno precedente) e 1,4 milioni di minori. Si tratta di dati particolarmente preoccupanti, che confermano tra l’altro i massimi storici toccati nel 2020, l’anno d’inizio della pandemia da Covid-19.

 

“Il desiderio di dare una mano a persone che attraversano momenti delicati della loro esistenza spesso deve fare i conti con la difficoltà oggettiva nel reperire lo ‘strumento’ adeguato per raggiungere il risultato sperato – spiega Pietro D’Angeli direttore Generale di CLAI –. Valutiamo infatti con estrema attenzione le varie realtà attive nel campo sociale in tutta Italia per essere sicuri che il nostro impegno possa essere sempre valorizzato al massimo. Dopo l’ottimo risultato raggiunto grazie all’iniziativa con Banco Alimentare, siamo davvero lieti di aver trovato un altro partner altrettanto serio, credibile e affidabile: con Sant’Egidio l’intesa è stata immediata. Questa grande Comunità, va sottolineato, non si preoccupa “soltanto” di fornire un pasto, ma accoglie le persone cercando di supportarle in modo più esteso. Si tratta di un “prendersi cura” che si avvicina molto allo spirito più profondo di CLAI, che mette sempre al centro la persona, con i suoi bisogni e le sue aspirazioni. Speriamo davvero che da questa iniziativa nasca un rapporto di collaborazione proficua che possa proseguire nel tempo”.

 

Anche in questa nuova esperienza solidale CLAI concretizza un’altra filiera di bontà, coinvolgendo i suoi clienti trade e tutti i consumatori nei mesi di marzo e aprile. Tutto l’assortimento dei salami CLAI è coinvolto. Anche la gustosa Corallina, il tradizionale salame pasquale nato a Norcia, ma la cui fama si è diffusa nell’intera regione della Capitale. È stato infatti proprio da questo popolare salume, e dal suo stretto legame col territorio e con la giornata di festività pasquale, che è partita l’idea di puntare su una realtà legata geograficamente alla Capitale, ma che disponesse di una rete efficiente e articolata in tutta Italia.

 

“In CLAI siamo convinti che un prodotto sia davvero ‘buono’ se è in grado anche di fare del bene – spiega Gianfranco Delfini, Direttore Marketing CLAI –. La bontà è un valore che si trasferisce, passa veloce da persona a persona. Bisogna “soltanto” saper trovare un punto di partenza che permetta a chiunque, se lo desidera, di essere coinvolto: consumatori, commercianti, clienti trade e stake holder di ogni tipo. Un sistema articolato che richiede impegno e qualità, altrimenti è difficile raggiungere risultati davvero gratificanti. La qualità di un’azienda, oltre che sui prodotti, si misura dunque anche sui progetti solidali che riesce a realizzare. Grazie alla collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio siamo convinti di aver dato vita anche questa volta a un’iniziativa di straordinario valore di cui possiamo essere orgogliosi”.

Di fronte alla richiesta massiccia di servizi legati alle valutazioni su gestione ambientale, salute e sicurezza sul lavoro, la cooperativa Servizi Ecologici di Faenza aumenta l’organico. L’Europa si è posta l’obiettivo di diminuire del 55% (rispetto al 1990) le emissioni di gas serra entro il 2030, con investimenti e revisione delle normative per la lotta al cambiamento climatico. Tra queste, l’entrata in vigore dell’obbligo del bilancio di sostenibilità per le aziende quotate e, dal 2024, per le grandi imprese. Il report di sostenibilità ambientale è uno strumento per misurare l’impatto dei processi aziendali sui fattori ambientali, sociali e di gestione e permette all’azienda di avere una visione d’insieme da cui partire per implementare le proprie attività in ottica di sostenibilità. Non da ultimo, i dati raccolti possono essere sfruttati per raccontare a clienti e consumatori l’impegno e i valori aziendali. Per questi motivi sempre più imprese, anche piccole e medie, scelgono di affidarsi a realtà specializzate: “C’è un aumento delle richieste di supporto per la gestione ambientale, per esempio sempre più aziende si rivolgono a noi per certificarsi ISO 14001, ma anche per la valutazione dei rischi sulla salute e la sicurezza, in particolare per le certificazioni ISO 45001 e SA8000” racconta Stefania Ciani, presidente della cooperativa.


I due ragazzi e una ragazza (rispettivamente di 28, 30 e 24 anni), laureati in Ingegneria ambientale e Scienze ambientali, si occuperanno principalmente della documentazione ambientale richiesta per legge e delle pratiche inerenti alle emissioni in atmosfera, agli inquinanti chimici e cancerogeni nei luoghi di lavoro. Il loro inserimento è solo una delle risposte della cooperativa per offrire un servizio migliore alle imprese: “Abbiamo acquistato anche un drone per stabilire lo stato di conservazione dell’amianto e fare altri rilievi - spiega sempre Stefania Ciani -. I nostri tecnici stanno seguendo dei corsi per imparare a usarlo in combinazione con alcuni software. Fino a poco tempo fa, per questo tipo di rilievi eravamo costretti a chiedere il noleggio di una piattaforma elevabile, che implicava un costo maggiore per l’azienda, tempi più lunghi e maggiori rischi per gli operatori”. Infine, il recente acquisto di un ulteriore fonometro consentirà una valutazione dell’impatto acustico più approfondita. 
 

Nei giorni scorsi Confcooperative Romagna ha ospitato i partner di COPE Project, il progetto europeo che nasce per costruire e diffondere strumenti e metodi per promuovere il modello cooperativo.  

Una delegazione composta da rappresentanti di enti di Svezia, Islanda, Italia e Cipro ha raggiunto la Romagna per una tre giorni di lavoro sul progetto e, in particolare, sui materiali da testare quando si organizzano incontri di promozione del modello cooperativo o si fornisce supporto per lo sviluppo di nuova cooperazione.  

Tra gli ulteriori momenti di approfondimento organizzati da Confcooperative Romagna c’è stato quello dedicato allo Sportello Impresa, a cura del funzionario Pierpaolo Baroni, e quello sul nuovo servizio dedicato alla Certificazione di Genere nelle cooperative a cura di Miriam Nardone e Riccardo Nascé. 

Inoltre, in occasioni di pranzi, cene e tempo libero, la delegazione ha potuto conoscere più da vicino il sistema cooperativo territoriale con visite e testimonianze in alcune realtà romagnole. Tra queste Caviro Extra di Faenza, società del gruppo Caviro che si occupa di economia circolare; la cooperativa di comunità di San Zeno, nata diversi anni fa per gestire il circolo del piccolo paese e mantenere l’occupazione sul territorio; la cooperativa di comunità Rigenera di Santa Sofia, nata lo scorso anno per gestire un grande centro sportivo; la cooperativa sociale For.B di Forlì che ha spiegato il progetto di inserimento lavorativo di persone con disabilità che realizza al Fuori Misura Social Food; Forlì Tank Factory, la cooperativa di lavoro nata da un progetto di workers buyout; la cooperativa sociale Paolo Babini che, tra le altre cose, realizza inserimento lavorativo nel chioso Piada52 situato in un parco in precedenza a rischio di abbandono.  

Il fenomeno delle aziende di facchinaggio, di trasporto e di pulizie che si propongono a prezzi decisamente inferiori a quelli di mercato non si è risolto, anzi. Negli ultimi mesi, a Ravenna e in altre province si segnala un acuirsi del problema e si notano alcune differenze rispetto al passato. “Queste società che operano ‘border line’ ci sono sempre state, ma la ripresa economica e il forte aumento dei volumi lavorati al Porto di Ravenna hanno alimentato il problema - spiega Pier Nicola Ferri, funzionario del settore Lavoro e Servizi di Confcooperative Romagna -. Si tratta di lavoro con pochi margini anche per gli operatori del porto ed è facile che aziende che si propongono a tariffe particolarmente basse trovino terreno fertile”.

Fortunatamente la maggior parte degli operatori sul territorio rispettano gli accordi presi a livello locale (in particolare le tariffe proposte dall’Ispettorato del lavoro, anche se non obbligatorie ndr) ma ci sono aziende, anche molto grosse, che si fanno meno problemi. “Quasi tutte quelle collegate alle maggiori organizzazioni di rappresentanza del mondo industriale, pur con molte trattative, rispettano le tariffe e riconoscono i costi del lavoro decisi in sede di ispettorato - aggiunge Ferri -. Purtroppo c’è anche chi non lo fa e questo ha generato un grande afflusso di società di facchinaggio o di trasporto che applicano prezzi insostenibili se teniamo conto del costo degli istituti contrattuali e dei versamenti previdenziali e fiscali”. 

Oggi, tra l’altro, le cosiddette “cooperative spurie” sono quasi scomparse e le nuove società che si affacciano sul mercato ravennate sono srl: “Ci siamo confrontati con i colleghi di altri territori e anche lì c’è stato questo cambiamento. Temiamo sia un fenomeno studiato a tavolino per sfuggire all’organo di controllo che abbiamo istituito a livello cooperativo, ossia l’Osservatorio del lavoro in cooperativa - sottolinea Ferri -. Questo, ovviamente, rende ancora più difficile effettuare controlli da parte delle centrali cooperative, che sono il principale riferimento degli operatori di questo settore”. 

Da ultimo c’è la questione dei costi, che, conti alla mano, non si spiega. “Pagare gli stipendi dei propri lavoratori a quelle tariffe è insostenibile e può essere che queste società non versino tutti i contributi richiesti a livello previdenziale e fiscale. In caso di mancati versamenti dei contributi Inps e Inail, però, il committente risponde in solido con la società morosa, e questo rappresenterebbe un rischio. In caso di mancato versamento dell’Iva, invece, l’erario ci metterebbe alcuni anni ad accorgersene: riteniamo possa essere questo l’escamotage utilizzato” conclude.

 

Porta ciò che non usi, prendi ciò che userai. Alla Fiera del Baratto che si è tenuta al Liceo scientifico Fulcieri Paulucci di Calboli di Forlì, coinvolgendo circa 200 studenti delle classi Quarte e di una Terza, ha funzionato così: gli studenti hanno portato e donato indumenti puliti, borse, bigiotteria, oggetti sportivi, cancelleria e hanno dedicato  due ore a barattarli con altri beni trovati interessanti.

 

L’iniziativa è stata organizzata dall’Associazione Cooperativa Scolastica MONDO SANO, costituita nel Liceo sin dal 2018 a seguito di un percorso di educazione all’imprenditorialità cooperativa promosso da Confcooperative ER, denominato “SCOOP – Impresa Cooperativa Simulata”, su cofinanziamento di Legge RER 06/2008, formata da studenti e docenti del Liceo Scientifico di Forlì, che agiscono come soci di una società cooperativa.

La Cooperativa Scolastica del Liceo forlivese è stata una delle prime a costituirsi in Romagna e fin dal suo inizio ha promosso progetti per il benessere dei giovani e della comunità scolastica, ponendosi la finalità di sensibilizzare gli studenti ad una sana e corretta alimentazione. Il progetto maturato quest’anno, portato avanti dal nuovo assetto societario che si é composto a inizio anno scolastico con la guida della cooperativa sociale LibrAzione, è stato incentrato sulla sensibilizzazione dei temi legati all’ECONOMIA CIRCOLARE: in particolare con l’obiettivo di promuovere tra gli studenti i concetti di riuso, riciclo e minor consumo, come strumento contro la logica usa e getta, anche in riferimento agli obiettivi dell’Agenda 2030 per la sostenibilità del nostro pianeta.

 

In linea con questi obiettivi, la Fiera del Baratto si è svolta non a caso il 18 marzo, poiché proprio in questa data si celebra il Global Recycling Day, la Giornata Mondiale del Riciclo, un'importante iniziativa per aumentare la consapevolezza dei cittadini sul cambiamento che il mondo deve intraprendere per assicurare un futuro al pianeta.

 

L’apertura della Fiera, che si è svolta negli spazi esterni del Liceo, è stata preceduta da un  momento di presentazione dell’iniziativa, in cui ha preso la parola la Dirigente dell’Istituto, Susi Olivetti, che ha ringraziato quanti hanno collaborato a rendere possibile la Fiera, sottolineando l’impegno e la determinazione dei giovanissimi studenti-cooperatori nel voler portare a compimento il progetto.

Sono poi intervenuti gli studenti Beatrice Sartini e Federico Di Perna in qualità di, rispettivamente, presidente e vicepresidente pro-tempore della ACS Mondo Sano; la professoressa Silvia Conti in qualità di insegnante referente della coperativa scolastica,  Giovanna Brondino, coach cooperativa di LibrAzione; Barbara Zanetti, funzionaria per l’area ambiente di Confcooperative ER; Andrea Turchi di Caritas Forlì e rappresentanti dell’A.P.S. Spazio 2030.

 

“Molti beni possono non avere più valore per noi, sono stati usati, li abbiamo lasciati abbandonati nei cassetti, ma per il futuro del pianeta poter dare una nuova vita a quei beni può essere fondamentale - è stato sottolineato negli interventi - Insegnare a non sprecare e  di conseguenza a consumare meno è il messaggio insito in iniziative come queste. Inoltre non dimentichiamo che questo scambio nasce nel quadro più ampio della “economia del dono”: il dono di  ciò che i ragazzi hanno portato per animare il baratto”.

La cooperativa di comunità FerMenti Leontine ha acquisito il minimarket di San Leo (RN) dalle sorelle Elisabetta e Rosalba Olei che, dopo quarant’anni, hanno deciso di cedere l’attività alla cooperativa di cittadini di cui sono entrambe socie e volontarie.

La cooperativa di comunità, grazie all’impegno diretto dei soci Valentina Pozzi e Samuele Nucci, prenderà in gestione il minimarket per mantenerlo un punto vendita di riferimento per gli abitanti e per i turisti del piccolo borgo dell’alta Valmarecchia. È già stata deciso il rebranding dell’attività che si chiamerà «La bottega di San Leo».

FerMenti Leontine gestisce già da alcuni anni il forno di San Leo dove si produce un pane tipico e molto apprezzato. L’attività commerciale del forno è in espansione e l’acquisizione del minimarket diventa una nuova opportunità per dare visibilità ai prodotti tipici del territorio della Valmarecchia e, al contempo, mantenere i servizi essenziali in città preservando l’occupazione.

La gestione da parte della cooperativa FerMenti Leontine comincerà questo sabato 1° aprile: «La nostra è semplicemente la continuazione della storica attività portata avanti per tanti decenni dalle socie Elisabetta e Rosalba - sottolinea Marco Angeloni, presidente di FerMenti Leontine -. Eravamo tutti d’accordo che non si poteva rinunciare ad un punto di riferimento così importante all’interno del borgo e siamo lieti di poter portare avanti questa attività che tanto ha rappresentato, e rappresenta, per San Leo».

Sviluppare un nuovo prodotto 100% Nostrana di Brisighella, competitivo ed eco-sostenibile. Il prodotto sarà realizzato attraverso l’adozione di un nuovo protocollo di produzione volto a massimizzarne il contenuto dei composti salutistici e sensoriali, riuscendo a soddisfare gusti ed esigenze dei nuovi segmenti del mercato italiano ed internazionale: questo è l'obiettivo del piano d’innovazione «INPRO-OLIO: INnovazione e PROmozione della filiera dell’OLIO Extra Vergine di Oliva Emiliano-Romagnolo». Il progetto che è stato presentato questa mattina presso la fiera CIBUS Connect di Parma, i cui lavori sono ufficialmente iniziati nel 2022 con i risultati finali previsti a fine del nel 2024, è coordinato e condotto dalla Cooperativa Terra di Brisighella (RA), in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, le società NOMISMA, Artemis e IVI ADV AGENCY e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna attraverso la misura 16.2.1 (progetto di filiera) del PSR 2014-2020.

 

Il Presidente della Cooperativa Terra di Brisighella, Sergio Spada, ha aperto i lavori della mattinata introducendo brevemente la storia dell'azienda e sottolineando il loro costante investimento nell'innovazione, dall'installazione del frantoio di ultima generazione nel 2018 al rebranding aziendale lanciato nel 2020. Successivamente, il Dottor Valtiero Mazzotti, Direttore Generale Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna, ha portato i saluti dalla Regione e ha svelato alcuni dei prossimi sostegni che verranno erogati nel 2023 nell'ambito del PAC (Politica Agricola Comune 2023-2027) per la filiera produttiva olearia.

 

Mazzotti ha poi lasciato la parola alla Dottoressa Maria Cristina Tedesco, Direttrice Commerciale della Cooperativa, che ha illustrato gli obiettivi, l’organizzazione generale del progetto e le azioni previste per raggiungere i risultati attesi: “Il progetto IN-PRO OLIO  è una preziosa occasione per CAB Terra Di Brisighella di proseguire e sviluppare il proprio piano strategico di innovazione e promozione con l'obiettivo di rispondere alle nuove sfide che il mercato e la base sociale della cooperativa pongono .Il progetto mette in campo studi professionali (NOMISMA) e ricerche scientifiche (UNIBO) per la messa a punto di un nuovo prodotto 100% nostrana di Brisighella , ecosostenibile in tutto gli aspetti della sua produzione dal campo al packaging (a cura dell’agenzia IVI ADV AGENCY), con altissimi valori sensoriali e salutistici, che incontri il gusto dei nuovi settori di mercato che verranno individuati.”

 

“I dati relativi alle analisi effettuate sugli oli appena prodotti nel periodo compreso tra metà ottobre e metà novembre 2022, da olive della cultivar Nostrana di Brisighella ottenute in regime di agricoltura biologica e lotta integrata, hanno evidenziato per tutti i campioni un'ottimale dotazione in componenti peculiari. – ha affermato la Professoressa Alessandra Bendini, del dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna - In particolare, le molecole volatili aromatiche (che si originano da vie enzimatiche) sono responsabili degli attributi sensoriali positivi di quest'olio monovarietale (fruttato di oliva e note olfattive che ricordano il carciofo e l'erba), mentre a specifiche molecole a struttura fenolica sono imputabili sia le percezioni sensoriali positive di amaro e piccante che la riconosciuta  attività salutistica (EFSA 2011, Reg. UE 432/2012: protezione dall'ossidazione dei lipidi ematici e quindi dall'insorgenza di patologie dell'apparato cardio-circolatorio). - Ha concluso la Professoressa - Nel corso del progetto sarà fondamentale verificarne le variazioni quali-quantitative nel corso della conservazione dell'olio, considerando tipologie di packaging differente (bottiglia convenzionale in vetro scuro e bottiglia innovativa in vetro lavorato con schermatura addizionale nei confronti delle radiazioni luminose).”

 

Il convegno è stato chiuso dal Dottor Denis Pantini, Responsabile Agricoltura di Nomisma, il quale ha analizzato la situazione del mercato oleario italiano e straniero. Egli ha inoltre sottolineato: “origine territoriale e aspetti salutistici rappresentano leve strategiche per la valorizzazione dell’olio EVO italiano, in particolare sui mercati esteri. Innovare la tradizione attraverso una caratterizzazione della qualità degli oli DOP, come nel caso del Brisighella, può permettere a queste eccellenze del Made in Italy di intercettare una domanda di mercato ancora latente ma potenzialmente elevata”

 

Successivamente, presso lo stand del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP, si è svolta una degustazione parallela dei prodotti DOP dell'olio di Brisighella e dei prodotti della Mozzarella di Bufala DOP. Ad aprire la degustazione sono stati il Presidente del Consorzio della Mozzarella di Bufala DOP, Domenico Raimondo, e il Presidente Onorario del Consorzio dell'Olio DOP di Brisighella, Franco Spada.

“L’evento ha una doppia funzione - spiega il presidente dell’associazione Andrea Sangiorgi -: offrire ai presenti una formazione gratuita sul tema della leadership, attraverso una formula interattiva e coinvolgente, e ritagliarci un momento di convivialità per conoscerci meglio e rafforzare le sinergie e le connessioni”.


L’evento inizia alle 16.30 con la formazione “Stili di leadership: come scegliere il più adeguato” a cura della mediatrice aziendale Sara Bonacini. Il corso, di un’ora e mezza circa, è dedicato a 3 tematiche cardine: le abilità della leadership, la gestione della delega e gli stili di leadership nella delega.


Dopo la formazione, alle ore 18, tutti i presenti sono invitati a un aperitivo offerto dalla cooperativa Domus Coop.


“Questo evento è dedicato ai giovani cooperatori delle cooperative di Confcooperative, agli studenti universitari e ai dirigenti cooperativi che vogliono confrontarsi insieme a noi su queste tematiche - conclude Sangiorgi -.”L’iniziativa è gratuita, iscrizioni entro il
14 aprile: 0546 26084 - cavina.m@confcooperative.it 

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Gli effetti dei cambiamenti climatici e le politiche comunitarie sulla sostenibilità rischiano seriamente di apportare un duro colpo al comparto ortofrutticolo, causando la scomparsa di intere filiere produttive. È indispensabile pertanto agire al più presto, attraverso un piano strategico di ampio respiro che rafforzi la competitività del comparto ortofrutticolo.

Su questo settore, purtroppo, incombono alcuni delicati dossier comunitari, fortemente connotati dal punto di vista ideologico, che andrebbero a ridurre drasticamente l’utilizzo dei fitofarmaci (con il regolamento Sur) e a dar vita ad una normativa sugli imballaggi che obbligherebbe ad offrire ortofrutta fresca nei punti vendita senza alcun tipo di confezionamento, se di peso inferiore ad 1,5 kg. Entrambi i dossier avranno un impatto rilevante sulle nostre imprese, già colpite dall’aumento dei costi energetici, degli imballaggi e delle materie prime.

Inoltre, le progressive limitazioni all’utilizzo di sostanze indispensabili per la difesa delle colture (e l’impossibilità di poter far ricorso a valide alternative, allo stato attuale) avranno come inevitabile conseguenza un inesorabile calo produttivo di specie frutticole. Un impoverimento complessivo della ricchezza della nostra biodiversità, che dovrebbe invece rimanere un vanto assoluto del nostro Paese, visto che l’Italia annovera qualcosa come 350 specie vegetali coltivate, contro meno di 30 dei paesi del Nord Europa.

Ci sono esempi significativi sotto i nostri occhi: penso al dimezzamento della produzione delle patate in Italia che in 15 anni è passata da 70mila ettari ai 30mila previsti per l’attuale campagna e il drastico calo produttivo subito dalle pere negli ultimi anni per via dell’andamento climatico anomalo e dell’attacco di insetti patogeni.

In più, a causa anche del clima di incertezze determinato dalla crisi idrica e dalla mancanza di manodopera, il nostro paese rischia di perdere competitività rispetto agli altri principali paesi produttori, specie perché altrove si stanno facendo scelte diverse. Il governo francese, ad esempio, ha annunciato la scorsa settimana di aver messo a punto insieme alle associazioni del settore un programma pluriennale con una dotazione di ben 200 milioni per rilanciare la competitività della filiera ortofrutticola, con l’obiettivo di rafforzare le percentuali di vendita sul mercato interno della produzione made in France.

È necessario quindi che il fondo istituito per la sovranità alimentare possa essere utilizzato anche per agire rapidamente sulla liquidità delle imprese, delle cooperative e delle Op ortofrutticole, anche utilizzando al meglio le risorse che verranno dal Pnrr, che andranno coordinate in funzione alle reali esigenze delle imprese. Il dicastero della Sovranità Alimentare non può fare a meno di intervenire a tutela del made in Italy ortofrutticolo, un comparto strategico dell’agroalimentare nazionale che rischia seriamente di perdere quote di mercato, a tutto vantaggio delle produzioni provenienti da paesi extra Ue, che non devono rispettare le normative comunitarie in tema di sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale.

 

Davide Vernocchi, Coordinatore Ortofrutta di Alleanza Cooperative Agroalimentari

Dopo gli anni della pandemia, è tornata a svolgersi in presenza la cerimonia di consegna delle borse di studio dei Soci BCC ROMAGNOLO. Venerdì scorso, infatti, presso la sede della banca a Cesena, in sala Cacciaguerra, alla presenza del presidente Roberto Romagnoli, del direttore generale Daniele Bagni e del vicedirettore Roberto Cuppone, sono state consegnate ben 39 borse di studio ai ragazzi, soci della banca o figli di soci, che si sono diplomati o laureati con il massimo dei voti.

In particolare, le borse di studio sono state assegnate a 13 ragazze e ragazzi che si sono diplomati al termine dell’anno scolastico 2021-2022, oltre a 10 lauree triennali e ben 16 lauree magistrali.

Prima della consegna delle borse di studio, il presidente Romagnoli e il direttore Bagni hanno illustrato brevemente i principali aspetti dell’attività della Banca, la sua azione sul territorio e in particolare l’attenzione rivolta ai giovani, grazie a tutta una serie di prodotti, servizi ed iniziative dedicate ai ragazzi. A proposito di giovani era presente alla cerimonia anche Chiara Bedei, presidente dell’Associazione Giovani BCC Romagnolo (nonché presidente regionale dei Giovani Soci della Federazione BCC dell’Emilia-Romagna), la quale nel suo intervento ha illustrato l’attività dell’associazione ed i progetti di carattere sociale, culturale e di solidarietà realizzati nel corso del 2022. La presidentessa ha invitato quindi i giovani presenti a prendere contatto con l’Associazione Giovani BCC Romagnolo per diventare protagonisti ed essere parte attiva nella vita sociale della banca e della nostra comunità territoriale.

Durante la consegna delle borse di studio, il presidente Romagnoli ha sottolineato che “la formazione è fondamentale al fine di acquisire una buona preparazione alla vita, per poter svolgere al meglio, nel prossimo futuro, la propria attività lavorativa, ma anche per avere un ruolo attivo all’interno del nostro territorio, contribuendo al suo sviluppo economico, sociale e culturale”.

Quando si parla di digitalizzazione raramente si tiene presente che ogni realtà ha caratteristiche specifiche e peculiari e che i progetti digitali non possono essere sempre standardizzati ma richiedono conoscenze specifiche e adeguamenti. Alcune grandi cooperative romagnole lo hanno capito da tempo, circa 40 anni fa, negli anni in cui si muovevano i primi passi nell’informatica: “Seled è nata per iniziativa delle principali realtà del movimento cooperativo faentino, per rispondere alle esigenze di distillerie, cooperative ortofrutticole, cantine sociali e frantoi - racconta Giada Cordone, da maggio 2022 alla guida di Seled -. Il core business erano servizi gestionali e verticali: dalla contabilità ai software specifici per la gestione dei conferimenti agricoli e delle cantine fino ad arrivare al giornale di campagna”.

Oggi le aziende che forniscono servizi digitali e informatici sono tantissime, e Seled è al lavoro per accrescere ulteriormente la propria specializzazione: “Stiamo sviluppando nuovi progetti, sempre pensati per fornire supporto specifico alle imprese cooperative, nostro mercato di riferimento - spiega Cordone -. Consideriamo la digitalizzazione dei processi un elemento indispensabile per la sopravvivenza di qualsiasi azienda. Certo, molto dipende dalla tipologia, dalla dimensione e dal settore di attività, ma ci sono dei processi fondamentali che riguardano trasversalmente tutte le aziende, come ad esempio quelli relativi alla gestione del personale attraverso software hr”.

La gestione delle risorse umane (hr) è al centro dei nuovi progetti di Seled con l’obiettivo di digitalizzare e integrare, grazie a piattaforme software Zucchetti hr, tutti i processi di gestione delle persone in azienda: dalle ferie, permessi e turni dei dipendenti alla rilevazione delle presenze, per passare alla gestione della formazione obbligatoria (e non) semplificando tutti i connessi processi (organizzazione dei corsi, convocazione dei partecipanti, rilevazione presenze, rilascio attestati, ecc) nonché tutta la gestione documentale.

“Oltre a questo - prosegue la presidente - stiamo potenziando l’area sistemistica per andare incontro alla crescente esigenza di assistenza informatica rispetto alla gestione dell’hardware presente in azienda (server, client, firewall, router, wireless, ecc) e di progetti di infrastruttura (virtualizzazioni, cloud, posta). Inoltre, a fine 2022 è uscita la nuova release del ‘Libro Soci Cooperative’, un software dedicato alla gestione a tutto tondo del rapporto socio-cooperativa, partendo dalla gestione delle quote sociali per arrivare al prestito/finanziamento soci, che mira a digitalizzare e semplificare un processo ad oggi gestito da tante cooperative ancora tramite supporti cartacei o fogli di calcolo”.

Infine, dallo scorso luglio, Seled è aderente e partecipante in qualità di trasformatore digitale alla Società Consortile Cooperazione Digitale, un progetto realizzato da Alleanza delle Cooperative italiane e Google.org per favorire la crescita, la modernizzazione e lo sviluppo delle cooperative attraverso l’innovazione e la transizione digitale.

Continuano le attività dello Sportello Legale avvitato a Ravenna dal Consorzio Solco e dalla cooperativa La Pieve per offrire alle famiglie che vivono la disabilità una prima consulenza gratuita sul tema del “Dopo e Durante di Noi”. Oltre alle consulenze su prenotazione dello sportello torna un secondo ciclo di incontri, sempre gratuito, per approfondire alcuni aspetti e strumenti giuridici utili a programmare il futuro delle persone con disabilità. Il ciclo prevede 3 incontri: venerdì 14, venerdì 21 e venerdì 28 aprile dalle 10 alle 12 a Ravenna, nella sala del centro RicreAzioni in via Carlo Sala 7.

 

Durante il primo appuntamento, il 14 aprile, si parlerà di “La capacità giuridica di agire. Chi può agire nell’interesse della persona non autonoma?”, mentre nel secondo e nell’ultimo, il 21 e 28 aprile, si affronterà il tema “Quali strumenti per garantire la destinazione del patrimonio per la realizzazione del progetto personalizzato per il durante e dopo di noi?”.

 

“Visto il successo del primo ciclo di incontri che avevamo organizzato tra dicembre e gennaio e i tanti appuntamenti presi allo Sportello legale, abbiamo pensato di replicare l’iniziativa, perché ci rendiamo conto che il bisogno di ricevere informazioni e rassicurazioni su questo tema è davvero tanto - commenta Cristina Ricci della cooperativa La Pieve -. Pensavamo che agli incontri sarebbero venuti solo i familiari dei ragazzi e delle ragazze che seguiamo nei nostri centri, invece abbiamo conosciuto e incontrato nuove famiglie e questo ci ha molto motivato e ci ha convinto a continuare a proporre incontri sul tema”.

 

Tutti gli incontri sono condotti dall’avvocata Francesca Vitulo specializzata negli strumenti giuridici del dopo di noi e nella tutela delle persone con disabilità e  a disposizione anche presso lo Sportello Legale.

 

“I genitori o tutte le persone che si occupano di persone con disabilità hanno più o meno le stesse preoccupazioni - sottolinea l’avvocata Francesca Vitulo -: ‘Chi si occuperà di mio figlio in futuro?’, ‘Dove abiterà?’, ‘Come faccio ad avere la sicurezza che le risorse economiche risparmiate siano utilizzate per mio figlio?’, ‘Come faccio a fare in modo che si continui con un progetto personalizzato per lui o lei?’. Le risposte a queste domande possono essere diverse come anche gli strumenti giuridici a disposizione”.

Gli incontri in programma nel mese di aprile sono gratuiti. La cooperativa La Pieve mette anche a disposizione per chi lo richiede un servizio di navetta gratuito con partenza alle 9.30 da Piazza Duomo (prenotazioni dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 12 al numero 340 7027294).

Dopo più di 50 anni, Orogel pone ancora al centro la campagna, con l’obiettivo di continuare ad assicurare quel prodotto di qualità che lo ha reso primo produttore nazionale di vegetali surgelati. Sostenibilità e progetti green diventano le nuove sfide strategiche (il piano di investimenti triennale è da 100 milioni di euro) che racchiudono il lungo percorso iniziato quando le prime cooperative diedero vita al Gruppo. Oggi è un percorso ampliato nella declinazione della ricerca e dell’innovazione.

Andando ai numeri, Orogel commercializza 143.550 tonnellate di prodotto, ha un fatturato consolidato di 302,4 milioni di euro, 2182 dipendenti, di cui 1200 solo a Cesena, 3 stabilimenti produttivi per il surgelato (Cesena, Policoro e Ficarolo) 5 magazzini attivi per il fresco, 1610 soci che coltivano in campo aperto con sistemi di produzione integrata, residuo zero e biologico, 9256 ettari di superficie coltivata. Numeri importanti e politiche ambientali altrettanto significative, rivolte a tutti i settori della filiera produttiva (dati 2021).

Il presidente Bruno Piraccini racconta il percorso verso la sostenibilità e un’agricoltura innovativa: “Stiamo realizzando uno studio sul microbioma del terreno con l’Università di Trieste - esordisce -. È una nuova frontiera che parte dall’attenzione al suolo e ai microorganismi che vi abitano. Anche sul versante dell’irrigazione abbiamo progetti innovativi che monitorano il bisogno di acqua delle coltivazioni e delle piante e consentono un risparmio importante”.

Analogamente, Orogel ha attivato un’attenta pianificazione del contenimento dell’energia ottenendo un’importante riduzione delle emissioni per tonnellata di prodotto: in 10 anni si sono ridotte del 20%.

“Occuparsi sempre di più della campagna è un’esigenza che nasce anche da una preoccupazione: temiamo molto gli scenari internazionali di carenza di cibo, sia per fattori ambientali e climatici, sia per dinamiche dell’uomo - prosegue Piraccini -. C’è un’imprenditoria agricola che si sta sgretolando in un orizzonte globalizzato e si stanno imponendo mondi molto diversi che non consentono di contare su una competizione alla pari. Oggi abbiamo bisogno più che mai di un’imprenditoria di nuova generazione. Per questo stiamo sperimentando un modello, forse inusuale, che però potrebbe essere esteso con successo. Non basta più essere buoni fornitori di buoni prodotti, il futuro richiede in campagna alta specializzazione, se si vogliono prodotti sani e di alta qualità. Per questo Orogel ha acquistato un podere di 21 ettari, 10 con impianti a frutteto, da affidare, quando sarà in produzione, a imprenditori agricoli. È un progetto a sostegno di giovani che vogliono lavorare in agricoltura. Potrebbe essere il modello del futuro”.

Si rinnova la collaborazione di lunga data tra il Gruppo Caviro e Suntory, leader mondiale nella distribuzione di bevande alcoliche. La cooperativa vitivinicola faentina e il colosso giapponese hanno infatti stretto un nuovo accordo della durata di 5 anni, che ha al centro obiettivi comuni di sostenibilità. Il sodalizio è stato siglato a Tokyo lo scorso 9 marzo 2023, con la firma del presidente Caviro Carlo Dalmonte e della presidente Suntory divisione vino Keiko Yoshio.

“Le nostre due imprese collaborano commercialmente dal 1995 - ha dichiarato Dalmonte -, un rapporto solido e simile per visione strategica. Il modello di economia circolare di Caviro, riconosciuto dalla certificazione 3E Equalitas, parte dalla vigna e alla vigna ritorna tramite la trasformazione dei sottoprodotti e si dimostra ancora una volta riconosciuto a livello mondiale: per noi è un onore e una responsabilità”.

“Oggi sigliamo un accordo di cooperazione globale per la riduzione dell’impronta ambientale e una partnership per sviluppare il mercato del vino sostenibile in Giappone e nel mondo - ha aggiunto la presidente Keiko Yoshio -. Le nostre due realtà consolideranno la comunicazione, scambieranno know-how e competenze al fine di sviluppare iniziative sostenibili e nuovi prodotti per il futuro. L’obiettivo è ridurre le emissioni di CO2 entro il 2027, attraverso l’utilizzo di bottiglie di vetro più leggere e a contenitori in Tetra Pak, ancora più sostenibili”.

Un primo step riguarda i vini biologici: “L’Italia è uno dei paesi leader nel campo della viticoltura biologica, il 23,5% dei vigneti biologici di tutto il mondo si trova in Italia - ha rilevato Dalmonte -. I vini biologici sono sempre più richiesti dai consumatori e occupano un ruolo centrale nella transizione verso un’agricoltura attenta ad un minor utilizzo di prodotti chimici, al fine di proteggere la biodiversità.”

Tavernello, nella sua versione Organico in Tetra Pak, è oggi certificato da Fsc, Bonsucro e Carbon Trust. La confezione è composta principalmente da materie prime rinnovabili, cartone e polietilene, che derivano dalle piante; anche il tappo è di origine vegetale. Le materie prime rinnovabili, gestite in modo responsabile, hanno un ridotto impatto sull’ambiente. L’etichetta Carbon Trust certifica una minore impronta di carbonio rispetto al pacchetto standard.

“Il 28 marzo abbiamo lanciato 6 nuovi formati della linea di Tavernello Organico dedicati al mercato giapponese - ha annunciato Dalmonte -. Un vino sostenibile, rispettoso dell’ambiente e della biodiversità in ogni fase della filiera, dalla coltivazione al packaging. È una grande soddisfazione pensare che il vino realizzato con le uve conferite dai nostri soci sia bevuto e apprezzato in tutto il mondo, come sinonimo di qualità e del made in Italy”.

Romagna Musica, cooperativa proprietaria del marchio Rm Servizi, nasce nel 1998 per fornire servizi organizzativi, amministrativi, contabili e per supportare piani di sviluppo di enti e orchestre che operano nel settore della musica classica e della musica antica. La crescita vera e propria della cooperativa è avvenuta a partire dal 2006 e si è poi ulteriormente consolidata dal 2013 arrivando nel 2019 “a toccare una quota di fatturato di 4 milioni di euro - come racconta il presidente Luigi Pretolani -. Poi c’è stata la pandemia e abbiamo ‘approfittato’ del momento di stop per fare una ristrutturazione aziendale. Abbiamo fatto un investimento importante in formazione e ampliato l’organico passando da 3 a 8 dipendenti”.

Una vera e propria svolta che è servita alla cooperativa per ampliare le competenze nella produzione di progetti culturali e turistici tanto che, nel 2022, con il marchio Rm Servizi sono state gestite 600 produzioni musicali in Italia e all’estero e i volumi sono tornati ai livelli pre-Covid con un fatturato di 3,7 milioni di euro.

“Applichiamo modelli gestionali e organizzativi molto spinti dal punto di vista dell’innovazione introducendo negli enti che operano nella cultura e nel turismo, ad esempio, tecniche di definizione e ingegnerizzazione dei flussi o strumenti di comunicazione interna avanzata - aggiunge Pretolani -. Noi stessi crediamo nella comunicazione autentica e nel cosiddetto marketing della fiducia. Tesi e principi che a livello aziendale sono applicati da anni ma che sono ‘tremendamente innovativi’ per il mondo della cultura. Non perché il mondo della cultura sia arretrato ma perché per poterli applicare occorre fare un lavoro di mediazione, di costruzione del linguaggio, di adattamento a un contesto e obiettivi diversi”.

Oggi quindi, accanto ai servizi amministrativi, contabili e organizzativi, il marchio Rm Servizi di Romagna Musica si occupa anche di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale per enti che operano nella cultura e nel turismo e opera come vero e proprio incubatore di idee e progetti culturali: “Uno dei nostri motti è ‘realizziamo le tue idee’ - racconta il presidente -. È un momento particolare per il settore, ci sono buone opportunità di sviluppo, e noi sosteniamo progetti, iniziative, festival e rassegne dando supporto organizzativo e gestionale, oltre che contabile e amministrativo”.

Una delle idee vincenti di Rm Servizi è relativa al budget per queste iniziative: “Siamo molto precisi e il nostro sistema di budgeting è talmente efficace che ce ne assumiamo la responsabilità. Anche perché quando diamo il nostro supporto per un progetto lo facciamo dallo studio di fattibilità alla rendicontazione, compresa la richiesta di finanziamenti e la partecipazione a bandi e progetti specifici”.

Rm Servizi, infatti, tiene monitorati i bandi per centinaia di partner e istituzioni culturali e in caso di opportunità si occupa di presentare il progetto per loro: “Solo quando la partecipazione va a buon fine i partner diventano nostri clienti e li supportiamo nella realizzazione del progetto. Questo settore - conclude Pretolani - è ricco di opportunità ma ancora troppo poco strutturato e quello che ci sta a cuore è sostenere il territorio, fare cultura, assicurare l’occupazione agli operatori del settore”.

La cooperativa sociale La Formica si è costituita il 1° marzo del 1996, per volontà di nove giovani, neo diplomati e neo laureati, che operavano nella diocesi di Rimini. “Io ero presente dal primo giorno - ricorda il presidente Pietro Borghini -, quando abbiamo deciso di dare seguito al servizio civile svolto in Caritas. Volevamo creare una realtà che ci permettesse di fare qualcosa per gli ultimi, per i più fragili”.

E così avete fondato una cooperativa di tipo B.

“Sì, la Caritas ci ha sostenuto pagando le spese del notaio e Confcooperative ci ha presentato alla municipale Amia, l’attuale Hera. Nel primo anno abbiamo avviato un servizio di raccolta carta e cartone nel centro storico di Rimini. Eravamo piccini, come una Formica, ma ci siamo inseriti nel territorio, abbiamo fatto squadra, e dal 1999 abbiamo iniziato a crescere davvero”.

Come si è sviluppata questa crescita?

“Diversificando i servizi. Oggi l’igiene ambientale, che resta il nostro business principale, muove un fatturato di circa 6 milioni di euro, serviamo le zone di mare tra Rimini e Riccione, più tutto il centro storico e i parchi urbani. Accanto alla raccolta rifiuti, abbiamo implementato servizi cimiteriali, di segnaletica e manutenzione stradale, di affissione manifesti, in vari comuni tra cui Rimini, Morciano, Santarcangelo”.

Oltre al lato imprenditoriale c’è sempre la dimensione sociale…

“Esatto, la nostra mission prevede di creare lavoro per persone che hanno più difficoltà ad accedere a una professione. Per esempio chi ha una disabilità fisica o psichica, chi ha avuto problemi di dipendenza o chi ha trascorso dei periodi in carcere. Ad oggi il nostro personale è composto al 38% (45 su 150) da persone che vivono una di queste condizioni”.

Sono persone che restano con voi per molto tempo o c’è turn over?

“Dipende. Per qualcuno l’esperienza alla Formica diventa l’occasione per riprendere in mano la propria vita e lasciarsi alle spalle un momento difficile. Queste persone spesso dopo un certo periodo ci salutano, cercano un’esperienza professionale diversa: è un fatto positivo, significa che le abbiamo aiutate a trovare nuove strade. D’altra parte ci sono anche tante persone che decidono di rimanere”.

Cosa le spinge?

“Il sentirsi parte di qualcosa. Alla Formica c’è possibilità di crescere anche a livello professionale: siamo operativi 365 giorni all’anno e c’è bisogno di una organizzazione capillare. C’è chi inizia come operaio e poi diventa coordinatore, c’è chi entra in cda. Crediamo nel modello cooperativo e alla partecipazione di tutti anche in sede decisionale”.

Cosa c’è nel futuro della Formica?

“La solidità, economica e patrimoniale, che deriva da questi 27 anni positivi. E poi la speranza di allargare il bacino delle persone che aiutiamo: oggi accogliamo soprattutto chi può svolgere lavori fisici, un domani ci piacerebbe coinvolgere anche chi vive situazioni più invalidanti. Infine c’è il tema del ricambio generazionale: cerchiamo giovani che, come la vicepresidente Mirca Renzetti, vogliano mettersi in gioco e condividere la visione di fare impresa per il bene comune. Credo sia essenziale non solo per la Formica ma per l’intero movimento cooperativo”.

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